Rasoiate all'informazione
Marta Mandò
Il Barbiere della Sera fa il pelo al mondo del giornalismo e sfida
il primato del Corriere della Sera
Ore 14:54 di ieri, l'Ansa batte la notizia "Zaccaria in una conferenza
stampa da dio.", il refuso non sfugge e la veterana delle agenzie
riceve la palma della battuta più bella. Merito del Barbiere
della Sera il giornale-sito all'ultimo rasoio, nato due anni
fa da un gruppo di giornalisti animati dall'idea di fondare un organo
di informazione senza editori e senza condizionamenti per fare la
professione in libertà e con autoironia, riprendendo l'antico detto
che fare il giornalista "è sempre meglio che lavorare".
La redazione è virtuale, esiste dovunque c'è una penna disponibile
a lavorare on line ed è "ideale", i redattori sono tutti rigorosamente
anonimi, unico modo per esprimersi liberamente, con il solo scopo
di affrontare i problemi della professione, i modi in cui si raccontano
le notizie, le pieghe di un mondo dell'editoria martoriato dalle
gattopardesche "grandi decisioni" che grazie alle indiscrezioni
del Barbiere ci arrivano in anteprima. Le sue firme, Figaro, Mata
Hari, Pennina, Il Conte d'Almaviva o il giovane Richard Gere e gli
altri giornalisti misteriosi orecchiano dalle flebili mura delle
stanze del potere la verità sul nostro destino. Colgono in flagrante
i colleghi che dall'alto della loro esperienza infilano svarioni
uno dopo l'altro. Sottolineature (in Rete si direbbe "scassamessaggi")
che il Barbiere ci fa notare perché passino alla storia del giornalismo
come esempio di creazione della lingua doc del giornalista. Le piccole
grandi scoperte dei figari confermano che ad esempio, "si nominano
più direttori che inviati speciali" con troppo spazio per i media
event che ci assillano quotidianamente, fatti che esistono più
sui media che nella realtà.
Privi di un editore sono liberi di tessere on line una fitta trama
di boatos sul mondo dell'informazione, di smentire "insmentibili"
smentite sui balletti per nomine e contronomine.
E' solo gossip? Chiacchiere mondane, innocui sfoghi di colleghi
malposizionati nel circo dell'informazione? Il sospetto che siano
insospettabili firme di giornali quotati e volti di Tg da prima
serata si rafforza cogliendo il metodo: velocità, stile informale
quanto colto, controllo spasmodico delle fonti, "le notizie - affermano
- sono tutte verificate e controllate dallo staff della bottega".
Non sono perfide insinuazioni. "Dovendo scegliere se pubblicare
una notizia non sufficientemente verificata - dice Figaro - o rinunciare,
noi la buttiamo nel cestino". Le smentite, infatti, non vengono
relegate a trafiletti dell'ultima pagina, ma hanno uno spazio apposito
o vengono pubblicate in prima pagina.
Il risultato è un sito che se anche non ha un volto definito e anzi
difende il suo mascheramento, riesce ad avere un'anima collettiva
a difesa della professione. Basti vedere gli help per chi deve affrontare
l'esame da professionista, la polemica sui figli prediletti delle
scuole di giornalismo, l'attenzione puntuale al tema dell'accesso
alla professione e lo spazio, quasi unico in Italia dato al mondo
dei giornalisti pubblicisti o freelance, non ultimo i consigli per
non smarrirsi ed evitare querele e mettersi al riparo da risarcimenti
milionari.
I colleghi li amano (un milione e mezzo di pagine lette al mese),
gli editori è probabile che li temano, ma chi li legge sa che il
sito stampa un sorriso per niente sotto i baffi (altrimenti che
barbieri sarebbero) che non potrà che allargarsi se si realizzerà
il progetto del Barbiere: "raggiungere nei prossimi sei mesi il
nostro fratello maggiore che di carriera ne ha già fatta abbastanza:
il Corriere della Sera".
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