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Wanda Marra

Contaminazione dei generi e società erotizzata al centro di una mostra frutto della collaborazione tra Michel Houellebecq e i Masbedo

Un' "arte totale", che si nutre di incontri e contaminazioni: questa è l'idea alla base della mostra Il senso della lotta, in corso alla Casa delle Letterature di Roma, frutto della collaborazione tra Nicolò Masazza e Jacopo Bedogni, in arte Masbedo, e lo scrittore francese Michael Houellebecq.

Fotografie e installazioni, commentate da brevi commenti tratti dal volume di poesia Il senso della lotta (1996, ed. italiana Bompiani 2000) dello stesso Houellebecq sono accompagnati da suoni e rumori, ai quali si sovrappone la voce dello scrittore: "Il progetto è nato da un interesse in comune tra noi e Houellebecq - raccontano i Masbedo - intorno ad alcune tematiche che ci interessano molto: il desiderio, la società erotizzata, e tutto quello che riguarda il rapporto tra due persone".

I Masbedo, come si legge nell'articolo introduttivo al catalogo (Commento al senso della lotta di Luca Beatrice), "lavorano con immagini fotografiche preparate con la cura e la lentezza di un set cinematografico o teatrale.affrontano la questione spazio attraverso complesse installazioni, più elaborate dei tableaux vivants con il ricorso a strumenti e mezzi tecnologici". Ma sono anche scrittori, poeti, musicisti, scenografi: "rintracciano nella complessità, nel lento stratificarsi di immagini che appartengono alla storia come all'attualità, al passato come al presente il punto centrale e vitale dei loro interventi".

Per loro, è essenziale la contaminazione, un'esperienza esistenziale e psicologica, prima ancora che artistica : "Contaminarsi vuol dire sapersi influenzare, germinarsi - affermano - La contaminazione deve essere un luogo naturale, deve nascere da una stessa pulsione, da una stessa brama, dal desiderio di voler dire qualcosa e dirla veramente. Nessuno di noi ha cercato questo processo, che si è svolto in modo naturale: è come lavorare con l'inconscio, hai delle pulsioni, se quelle hanno degli accordi, delle sfumature, allora tutto diventa davvero interessante". Contaminazione vuol dire anche rinunciare al facile rifugio dei generi: "Crediamo che tutto quello che è genere difficilmente implichi delle novità. Stare fuori da un genere vuol anche dire misurarsi con altri ambienti, che magari lavorano sulle stesse tematiche, con posizioni differenti; avvicinare la fotografia, l'installazione alla pura poesia vuol dire mettersi in discussione".

La contaminazione dei generi effettivamente è centrale nella concezione di questa mostra, nell'ambito della quale viene proiettato anche il primo cortometraggio di Houellebecq, La Rivière, che mette in scena l'erotismo in un mondo di sole donne, dopo l'estinzione degli uomini.

Erotismo, pulsioni, mercificazione del desiderio sono al centro dell'opera di questo discusso artista francese. Basta pensare al vespaio che ha suscitato il suo ultimo romanzo, Piattaforma (Bompiani 2001), nel quale il protagonista Michel decide di darsi al turismo sessuale in Thailandia e, in vacanza, si innamora di Valerie, dirigente di Nouvelles Frontieres, con la quale progetta una rete di villaggi basati sul sesso a pagamento.

"Questa mostra parla di seduzione, che in sé non ha neanche un germe d'amore, è solo un meccanismo che può essere sfruttato anche socialmente - spiegano i Masbedo - Noi abbiamo lavorato su questo: la società erotizzata vuole sviluppare il desiderio che è dolore, che difficilmente ha implicazioni positive". E anche Internet, definito "un grosso portale per la società erotizzata", ha il suo ruolo e le sue responsabilità.

In una delle installazioni della mostra, Mare Nostrum, alcuni pesci neri arrivano in un'ampolla contenente 20 lampade dai bulbi raffiguranti simboli della condizione umana (croci, cuori e fiori) a rappresentare una natura morta sintetica. "Le radici che affondano nel video - dicono i Masbedo - potrebbero essere anche dei nuovi sistemi di comunicazione che vanno a inquinare ancora di più l'interiorità", perché "le tecnologie, vivono di erotizzazione. Sarebbe meglio se mezzi come Internet potessero essere anarchici: un non luogo libero".

Proprio la società dell'informazione con le sue caratteristiche e i suoi rischi fa da sfondo al romanzo d'esordio di Houellebecq, Estensione del dominio della lotta, uscito in Francia nel 1994 (Bompiani nel 2001), che descrive in maniera cruda, asciutta e implacabile la miseria affettiva nei tempi tecnologici: "Sotto i nostri occhi, il mondo si uniforma; i sistemi di telecomunicazione progrediscono; l'interno dei nostri appartamenti si arricchisce di nuovi congegni. Le relazioni umane divengono progressivamente impossibili, fatto che in proporzione riduce la quantità di aneddoti di cui si compone una vita. E a poco a poco appare il volto della morte, in tutto il suo splendore. Il terzo millennio si annuncia proprio bene".

Fotografia sociale della società contemporanea dominata dall'indifferenza, dalla noia, dall'assenza di sentimenti e dall'impossibilità di comunicare con gli altri, questo romanzo breve ha per protagonista un informatico trentenne, analista programmatore in una società di servizi informatici, che non ha amici, né affetti: le relazioni umane diventano progressivamente impossibili proprio a causa del fatto che si riducono a uno scambio di informazioni.

L'ambiente dell'informatica appare un luogo privilegiato per rappresentare questo tipo di disperazione fredda, questo grado zero delle emozioni: "Ai tempi in cui ci lavoravo - decreta l'autore, ingegnere informatico per un certo periodo della sua vita - quasi tutti si interessavano a queste tecnologie, ma le persone che effettivamente facevano parte di questo campo, se ne fregavano, non ci vedevano assolutamente niente. Questo era l'aspetto strano del momento storico e dell'ambiente".

Houellebecq, per quanto discusso - in Francia c'è anche un processo a suo carico per le accuse di razzismo dovute ad alcune pesanti dichiarazioni sull'Islam - è considerato uno degli scrittori francesi più interessanti del momento, e può vantare una serie di lettori assidui e appassionati, che da qualche giorno hanno anche un curatissimo e aggiornatissimo sito Internet attraverso il quale contattarlo: "La gente si riuniva, voleva parlare delle opere di Michel, ma non aveva il coraggio di parlare direttamente con lui - dice la curatrice del sito Michelle Levy - quindi ho pensato che sarebbe stata una buona idea riunire questa gente, e infatti è un successo, con aderenti in tutto il mondo".