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Falsa partenza: ora si riparte davvero


Dopo il grande entusiasmo che ha accolto le prime società di commercio elettronico, c’è stato un ridimensionamento del settore. Ma in realtà, solo ora comincia il vero business. Analizziamo il mercato del commercio elettronico insieme con Roberto Mastropasqua, direttore della ricerca per IDC Italia.

Amazon ha annunciato per la prima volta risultati in utile, ma contemporaneamente i fallimenti di dotcom si susseguono a ripetizione. Quali sono le indicazioni che il settore può trarre dall’esperienza americana?

Innanzi tutto, l’ITC e il mercato del commercio elettronico in generale, stia iniziando, a mio avviso, soltanto adesso. Finora abbiamo assistito forse ad una falsa partenza: c’è stato molto entusiasmo, che si è successivamente capovolto fino a giungere all’attuale fase di stallo.
In realtà, trattandosi di un mercato completamente nuovo, dobbiamo accettare i fallimenti così come i successi. Il caso di Amazon www.amazon.com è estremamente interessante perché sin dall’inizio è stata data come esempio da seguire, poi come società spacciata perché costava troppo, adesso invece ha diffuso i risultati del primo trimestre del 2001, assolutamente migliori rispetto al passato. I fattori che hanno determinato tali risultati sono sostanzialmente due: in primo luogo, le vendite all’estero, dimostrando che il commercio elettronico non è soltanto americano, ma riesce a coinvolgere anche milioni persone in Europa. In secondo luogo, la diversificazione per cui Amazon da bookstore è diventato una sorta di supermercato: in effetti una parte dei risultati positivi vengono proprio dalla vendita di beni diversi dai libri. Ciò ci porta a riflettere su un altro aspetto: se siamo in grado di sfruttare Internet come un mezzo di comunicazione estremamente flessibile, allora noi saremo in grado di innovare il nostro business e portarlo nella direzione di Internet. Non serve essere duri e puri, ma bisogna saper cogliere le opportunità del mercato, seguendo le esigenze degli Internet user.

Molti hanno scritto che nel nostro Paese il commercio elettronico b2c è morto, o meglio non è mai nato. Qual è la situazione attuale del commercio elettronico in Italia e quali sono i settori che vanno meglio?

Che l’Italia sia senza dubbio partita dopo gli Stati Uniti non è una grande novità, ma che sia assolutamente allineata per certi indicatori rispetto all’Europa, è invece una cosa nuova rispetto alle altre innovazioni che ci sono state nel passato. L’Italia sta crescendo: più di 13 milioni di italiani navigano in Rete; 1 milione e 8 di queste persone, nel corso del 2000, hanno acquistato online per un controvalore di circa 1600 miliardi di lire. È ancora poco se tu lo confronti con il prodotto interno lordo nazionale, ma è destinato a crescere. Secondo le nostre previsione, nel 2004, saranno scambiati online 36 miliardi di lire per il commercio elettronico. Quindi, la situazione è ancora in una fase pionieristica, però ci sono tutte le prospettive affinché modelli di business sostenibili possano avere successo.

Siete ottimisti, dunque.

Più che ottimisti, è un’analisi che abbiamo elaborato insieme al Boston Consulting Group e all’Associazione Impresa Politecnico. Il numero dei siti in Italia è effettivamente cresciuto moltissimo: si parla di 6 mila siti alla fine del 2000, contro 1250 un anno prima; anche i ricavi sono aumentati. Un elemento è sicuramente la crescita della domanda che ha portato molte iniziative anche in rete.

Cosa bisogna fare per allargare il mondo del commercio elettronico?

La prima cosa da fare è imparare a vendere. La nostra sensazione è che da una parte la domanda debba essere ancora aiutata a spendere online perché deve ancora capire cosa comperare e cosa veramente interessa comperare online; dall’altra, chi vende non ha una chiara idea di come e che cosa vendere. In prative, a volte sembra che le applicazioni di commercio elettronico siano ancora ristrette ad un gruppo chiuso. In effetti chi compra online è ancora una nicchia abbastanza piccola rispetto a tutti quelli che navigano.

Quali sono le prospettive di sviluppo dell’e-commerce?
Al di là delle vendite online effettive, Internet sta diventando uno strumento potentissimo di influenzare le decisioni di acquisto al di fuori della Rete. Internet, come strumento di comunicazione, permette di prendere le decisioni di acquisto, successivamente realizzate in Rete o fuori della Rete: uno di questi casi, è il settore turistico. È un aspetto importantissimo perché il mercato e la valenza del commercio elettronico si allarga, con conseguenze positive per tutta l’economia, vecchia e nuova.


IDC Italia
Boston Consulting Group
Associazione Impresa Politecnico