Come dar luce a una start up
Gli incubatori d'impresa aiutano i giovani a
realizzare un valido progetto. È l'opinione di Giuseppe Serazzi,
docente del Politecnico di Milano e coordinatore dell'acceleratore
d'impresa, che ci spiega come funzionano
Che differenza c'è tra Incubatori pubblici e privati?
Gli incubatori pubblici sono sovvenzionati da istituzioni
pubbliche e sono allocati per lo più presso le Università; quelli
privati sono sponsorizzati da aziende private, venture-capitalist e
altri fondi.
Qual è l'obiettivo di questo investimento?
Nel caso dei privati, l'obiettivo è quello di riuscire ad
avviare delle imprese assistendole nella fase dei primi momenti di
vita, investendo chiaramente dei soldi per aiutare ad accelerare, a
migliorare soprattutto il loro modello di business, per arrivare a
realizzare i prototipi funzionanti da poter distribuire sul mercato.
Dopo qualche mese - 6 mesi oppure un anno - l'obiettivo è di
poterle portare ad avere il primo round di venture-capital: è in
questo momento che l'incubatore realizza un buon guadagno, avendo
preso all'inizio una percentuale della società.
Quali sono le principali difficoltà cui vanno incontro questi
ragazzi?
Un'enorme difficoltà, che abbiamo soprattutto nel Politecnico di
Milano, è che non abbiamo ancora dei fondi disponibili, i "seed
money", cioè quelli che devono esser dati all'inizio alle
imprese. La difficoltà è di superare i primi sei mesi di vita con
dei fondi che sono dati, per lo più, solo e soltanto dalla
famiglia. Nessuno dà fiducia; tra i finanziatori ci sono i
"business angel", ma coprono una parte minima di tutto
quello che il mercato richiederebbe.
Come opera l'incubatore?
Gli incubatori si avvalgono di molti esperti esterni, valutano il
prototipo, il prodotto presentato dai ragazzi o dall'azienda.
Lei pensa che sono stati "gettati" dei soldi
indistintamente negli ultimi due anni?
Sì, questo credo si possa dire di tutta la Net Economy. Ora ne
stiamo pagando le conseguenze: non si sovvenziona più nulla, per
aver sovvenzionato progetti fatti apparentemente molto bene, ma che
non avevano consistenza.
Voi funzionate come struttura aperta al resto della società?
Sì, la compagine dei partner comprende sia laureati del
Politecnico sia laureati di altre Università, ad esempio la
Cattolica.
Questo genere di strutture esistevano già?
Sì, soprattutto in America sono ancora molto diffuse.
C'è un ritorno di guadagni per l'Università?
In termini di immagine enormemente, in termini concreti non ne
sono convinto.
Come funziona questa vostra integrazione tra pubblico e
privato?
La Camera di Commercio, gli Enti pubblici devolvono una certa
parte da adibirsi esclusivamente per l'acceleratore; si sovvenziona
questo Consorzio, il Consorzio Politecnico Innovazione, cui fa capo
l'acceleratore; noi utilizziamo questi fondi per dotare le varie
strutture che dedichiamo alle aziende non solo in termini di
hardware, ma soprattutto in termini di supporto, che è quello di
cui necessitano di più. Le tre componenti sono una componente di
tipo tecnologico, una di tipo management e una di tipo finanziario.
Il Politecnico di Milano per la tecnologia è un centro di
eccellenza, nel campo del management non abbiamo esperienza.
Per quale motivo un'azienda di ragazzi dovrebbe venire da voi?
Sono per lo più i ragazzi del Politecnico a venire da noi. Noi
siamo pubblici, essendo no profit oriented, cerchiamo di dare una
serie di funzioni che sono molto più capillari, possiamo anche
"alimentare" i ragazzi con funzioni o servizi che altri
potrebbero non offrire. Da ultimo, abbiamo una serie di capacità
interne di tipo tecnologico, di ricerca, al servizio di studenti,
borsisti, stagisti. Ciò che esce dai nostri laboratori di ricerca
può essere riversato continuamente in queste nuove aziende che sono
nel nostro Campus, ora il Campus della Bovisa, dopo fine anno avremo
una nuova sede dell'acceleratore che sarà vicinissima al Campus
Leonardo, il Campus principale dove tutta la tecnologia viene
sviluppata.
Secondo lei, in che fase è la New Economy?
Sicuramente, siamo in una nuova fase di consolidamento,
scrematura; la New Economy ripartirà.
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