L'arte dal Web alle gallerie
Fino a qualche anno fa la web art, la net art
e le tecnologie digitali occupavano un piccolo spazio all'interno
di questi grandi eventi come le Biennali. Oggi l'arte digitale oltre
ad avere un proprio settore specifico, soprattutto corre trasversale
tra tutte le sezioni che formano i vari momenti di una Biennale
d'arte, dal cinema alla danza, alle arti figurative. Ne discutiamo
con Paolo Vagheggi, critico d'arte e Direttore di Kataweb Art
La ricerca artistica nell'ambito delle tecnologie digitali ha
quindi cambiato il modo di ideare e concepire le mostre d'arte internazionali?
Lo sta trasformando completamente e al contempo sta riportando
l'arte all'antichità, nel senso che per fissare l'immagine fino
a oggi l'artista, specialmente negli ultimi tempi, ha usato la camera
o la macchina fotografica, mentre l'uso del mouse pur essendo uno
strumento elettronico comporta un ritorno alla manualità, cioè quasi
un ritorno all'epoca rinascimentale. Così come l'artista di ieri
fissava l'immagine con un carbone o con una grafite, adesso usa
il mouse: questa è la nuova forma d'arte che si sta lentamente affermando.
È un processo molto lento perché siamo ancora in una fase che è
in qualche modo simile a quella che annunciò la nascita della Pop
Art. Negli anni Sessanta certe persone che magari lavoravano nel
campo della pubblicità come Andy Wharol di colpo cessarono il loro
lavoro e si trasferirono nel campo delle arti visive. La stessa
cosa sta accadendo all'interno del Web: i webmaster più bravi quelli
più capaci, più sensibili lentamente stanno uscendo da una fase
commerciale e si stanno trasferendo verso una forma artistica. Questa
è la trasformazione che noi abbiamo cercato e che stiamo cercando
di far vedere.
L'adozione delle nove tecnologie ha quindi un ruolo dominante
nella ricerca artistica. Parliamo allora anche della Quarantanovesima
Biennale di Venezia. Rispetto all'arte digitale che differenza d'impostazione
c'è, secondo te, tra Venezia e Valencia?
Venezia in una qualche misura statuisce l'esistente delle neoavanguardie,
vale a dire i video, installazioni, o ancora la fotografia. Ci sono
all'interno della Biennale dei tentativi che mostrano come alcuni
artisti si introducono nel Web e creano delle opere legate al Web
anche se non sono online. La Biennale di Valencia, cercando questi
nuovi linguaggi, ha puntato anche abbastanza fortemente sul nuovo
linguaggio del Web, inserendo all'interno della mostra principale
dal titolo "Il corpo dell'arte", la sezione che ho curato in collaborazione
con Shockart. Si tratta di una sezione completamente dedicata alla
web art e che ovviamente si vede anche online collegandosi con Kataweb
Art.
Che impatto credi possa avere l'arte che nata su Internet esce
dalla Rete per entrare nelle gallerie?
Penso avrà un impatto importante: è solo un problema di tempio
e di tecnologie. Quando gli schermi televisivi di massa saranno
tutti piatti, e Internet sarà anche dentro la televisione la web
art sarà la grande protagonista in assoluto di tutta l'arte mondiale.
Kataweb
Art
La
Biennale di Venezia
La
Biennale di Valencia
Shockart
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