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Le Tribù dell'ArteAchille Bonito Oliva, critico d'arte e curatore della mostra "Le Tribù dell'Arte" "La mostra "Le Tribù dell'Arte" è come una mappa delle controcomunità estetiche che hanno lavorato nel tentativo di accorciare la distanza tra arte e vita, che lavorano sulla multimedialità, sullo sconfinamento, sull'idea di arte totale. Dal Dopoguerra ad oggi, l'Etnismo, il Situazionismo, il Fluxus, la Factory di Warhol, la Tecno Tribù e le tribù che utilizzano il video, sono aggregazioni di artisti che spontaneamente si sono collegati tra loro, non sotto l'egida di uno sciamano o un critico, ma piuttosto per autoconvocazione. Questi movimenti artistici hanno elaborato forme che oggi i giovani artisti riprendono come modelli, realizzando opere che tendono sempre all'installazione, alla documentazione, all'uso del video, all'arte digitale. Utilizzare supporti tecnologici significa prolungare la potenza dell'arte affinché arrivi, più direttamente e più velocemente, a toccare la vita. Che cos'è l'arte? Nel contesto attuale ad alto sviluppo tecnologico, l'arte è un'affermazione tautologica. La tautologia implica una serie di mezzi, tra cui dapprima la fotografia, poi il video, fino ad Internet, che potenziano quest'idea delle tribù dell'arte perché attraverso Internet diventano tribù di viaggiatori senza bagaglio, capaci di toccare in maniera smaterializzata attraverso un uso anoressico dell'immagine e ridurre le distanze. In questa mostra le Tecno Tribù sono rappresentate attraverso dei progetti o delle situazione che partono storicamente da Rauschenberg e arrivano all'attualità. Ogni volta che nasce o si sviluppa una nuova tecnologia, essa viene assorbita dall'arte, inizialmente in maniera puramente strumentale, come è accaduto con il video ed ora anche con Internet. È chiaro che Internet può essere un puro mezzo di trasmissione, una pura riduzione di distanze geografiche oppure può essere l'interpretazione di una specificità di Internet che tocca, secondo me, vari campi estetici ed etici: ad esempio, la pirateria, se sconvolge dei sistemi di convivenza democratica è un atto illegale, ma se supera il cosiddetto egoistico copyright della proprietà dell'immagine, trovo che sia molto positiva. L'arte è stata sempre interattiva: se chiudiamo gli occhi di fronte ad un affresco, non lo vediamo più, quindi l'arte è interattiva proprio fisiologicamente in quanto un uomo si organizza per rispondere allo stimolo. Con Internet si organizza anche attraverso il mouse, risponde alle immagini, quindi è un processo di interattività con delle protesi che sicuramente danno la possibilità di partecipare attivamente, di non lobotomizzare lo spettatore e di massaggiare il muscolo atrofizzato di uno spettatore bombardato da un'immagine pellicolare". |
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