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Nuova creatività, nuovi autoriAlla "Festa-Internet" che si è svolta a Firenze dal 15 al 18 marzo, si è discusso del ruolo degli autori e del diritto d'autore applicato alle opere digitali accessibili via Internet. Alla manifestazione ha partecipato anche Lorenzo Miglioli, responsabile di MIMIC che ci racconta lo stato dell'arte sulla net art. Cosa è emerso nel corso di questa manifestazione? Alcuni convegni si sono soffermati sul tentativo di raccontare il mondo autoriale. Il messaggio di questa manifestazione, forse, è che è il momento degli autori. Dopo le infrastrutture gigantesche create dai provider, dopo la telefonia e dopo tutti i tentativi prettamente tecnologici, adesso è il momento di introdurre i contenuti, quindi gli autori sono probabilmente l'elemento da introdurre nella nuova struttura. Come è cambiato, secondo lei, il ruolo degli autori nell'era di Internet? Non posso dire come è cambiato, ma come sta cambiando perché nessun autore probabilmente sa bene come e cosa sarà il nuovo standard della narrazione. Siamo ancora in una fase sperimentale eccezionale: ci sono dei sub-modelli, come per esempio i giochi online o i giochi di ruoli, che portano livelli di interattività. Internet fondamentalmente ha introdotto l'interattività nei modelli mediatici del raccontare e del narrare, una modalità comunicativa che gli altri media non sono riusciti a portare. Probabilmente, gli autori oggi sono impegnati a incontrarsi con i registi, i web-designer, cioè con tutti coloro che insieme devono costruire i nuovi modelli di narrazione, però in maniera molto più attiva, non come al cinema ad esempio. Gli autori non si limitano a scrivere le sceneggiature che poi realizzerà qualcun altro, ma tutti devono partecipare in maniera abbastanza attiva, conoscendo le tecnologie. Quindi, l'autore deve essere, allo stesso tempo, una sorta di "piccolo scienziato" per costruire un gigantesco modello di nuova narrazione legata anche all'interattività. Se non esistono norme specifiche del diritto d'autore applicato ad Internet, come può guadagnare un professionista della creazione artistica? Noi usiamo due parole "diritto" ed "autore" che probabilmente non sono ancora estremamente chiare. Il primo problema è cosa può diventare un autore attraverso la Rete; il secondo tipo di problema è quali diritti ha un autore (ma anche un lettore) in Rete. È chiaro che questo è un mondo estremamente darwinista perché morto un Napster, ad esempio, se ne fanno altri mille, quindi è altamente probabile che debba nascere un nuovo modello di distribuzione. I media, finora, hanno creato dei modelli di distribuzione da cui le case hanno creato modelli di retribuzione. Oggi, il modello di distribuzione è cambiato radicalmente, addirittura selvaggiamente, perché nessuno si aspettava un tale cambiamento. Pertanto, siamo ancora in alto mare. Esistono molti modelli e protocolli nuovi di distribuzione musicale o anche video: teniamo presente che mentre Napster ha avuto delle restrizioni dopo mesi, un altro motore che distribuiva peer-to-peer, cioè punto a punto, i video è stato chiuso dopo 2 mesi, perché i diritti sui video sono molto più tutelati. Quali sono i possibili modelli di distribuzione alternativi? Li stiamo studiando proprio in questo momento. Cambierà tutto, cambieranno gli stessi modelli della rappresentazione: il teatro, ad esempio, diventerà un vero e proprio set digitale più a basso costo di altri set digitali costruiti appositamente per il cinema e la televisione. Ci saranno forme di fiction e forme di interazione con gli utenti molto più veloci, molto più vicini al gioco o alla diretta. Ci sarà un gigantesca fiction generale dove tutti giocheranno a fare il gioco della verità. Tutto però è ancora da scoprire. Secondo lei, siamo in una fase di estrema multiculturalità? Penso proprio di sì. Tutto quello che accadeva prima dell'avvento del digitale e prima di Internet, era totalmente alfabetico, cioè era legato a modelli di riconoscimento, anche narrativo, di tipo linguistico. Il riconoscimento linguistico portava anche ad un riconoscimento di tipo etnico, chiaramente specifico, all'interno di un territorio geografico. Oggi, le nuove generazioni si abituano a leggere le cose attraverso le immagini, o meglio, attraverso delle configurazioni di immagini che vanno molto oltre il linguaggio. Questo concetto di multiculturalità è più o meno un azzeramento del livello culturale: il suo effetto negativo lo riscontriamo, per esempio, nel vedere che tutte le periferie sono identiche, che i ragazzi si vestono tutti con le stesse marche sportive e fanno tutti gli stessi gesti "hip hop", ma questo è un chiaro segnale di globalizzazione, ma non vorrei usare questo termine perché ormai connotato in un certo modo. Senz'altro, quindi, stiamo andando oltre il linguaggio scritto e parlato, verso un complessissimo messaggio di tipo visivo che però deve ancora essere codificato.
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