Dal baratto alla finanza on line
L'economia nasce come scambio tra oggetti fisici di cui le due parti hanno bisogno:
sale in cambio di riso, patate in cambio di vitelli. Il valore delle due merci è visibilmente incorporato
nelle cose scambiate.
La moneta forgiata in un metallo raro (e quindi prezioso) è il primo passo verso un
sistema convenzionale, ben adatto a rendere più flessibili gli scambi. Il passo
successivo fu quello della carta moneta, garantita da depositi aurei nella banche degli
stati. Anche questa parità tra denaro di carta e oro oggi non è più in vigore.
Un analogo processo di virtualizzazione è avvenuto nelle borse. In esse operano - o
meglio operavano - persone specializzate che scambiano azioni con denaro o con altre
azioni. Il tutto avviene in un recinto ristretto e riservato e si realizza con operazioni
veloci, grida (per farsi sentire), gesti convenzionali delle mani (per superare il rumore
di fondo) e pezzetti di carta.
Proprio così: l'attrezzo fondamentale dell'operatore di borsa è un blocchetto di
fogli lungo e stretto dove egli registra la transazione appena avvenuta e che va
consegnato immediatamente ai funzionari. Da quel momento è fatta, l'affare è sancito.
Già alcuni anni fa la Borsamerci di Chicago ha
sostituito i blocchetti con un piccolo computer, adatto a stare nella mano, addirittura
legato al polso da un laccio, perché non caschi nella grande confusione. Era un modo di
assicurare un passaggio graduale: il recinto, le gesta e i segni della mano rimanevano, ma
entrava l'elettronica. Non è più così nelle borse principali per due aspetti almeno:
Intanto la rete digitale consente un ciclo continuo di affari. Che sia Tokyo o Londra o
New York, una qualche borsa è sempre aperta, in un qualche momento delle 24 ore. Secondo:
l'intermediazione del nostro agente in borsa cambia. Ormai è un operatore di computer, un
tastierista dalle dita sveglie. Noi stessi, in qualche caso possiamo vendere e comprare
titoli.
Anche la lontananza fisica dalle cose contribuisce talora alla bolle speculative e alle
crisi dei mercati. Economia virtuale, ma con effetti molto reali.
Franco Carlini |
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