Privacy
"Lunica privacy è quella
nella tua testa. E forse neanche quella". Questa una delle frasi più emblematiche
del film Nemico pubblico, thriller
americano ambientato in un futuro dominato dalle tecnologie di controllo, che non sembra
tanto distante dalla realtà attuale. Nello scenario raffigurato nel film nessun luogo è
libero dai controlli della polizia e la vita privata di chiunque può essere scrutata da
occhi indiscreti. "La tecnologia sta uccidendo la privacy?", si chiede Stefano Rodotà sulle pagine di
Repubblica del 20 Gennaio. Ma qual'è il confine tra la necessità di garantire
lordine pubblico e allo stesso tempo salvaguardare la sfera privata del cittadino?
Lo abbiamo chiesto a Stefano Rodotà, presidente dell'Autorità per la Privacy:
"Nella legge italiana, ma devo dire
al di là della legge italiana, c'è una parola: dignità. La dignità non deve essere mai
violata. Ciascuno di noi, quali che siano le ragioni di ordine pubblico, di sicurezza
nazionale, deve essere sempre rispettato nella sua dignità. Ci deve essere una sfera
impenetrabile dagli occhi esterni. Si dice: "ma chi non ha nulla da nascondere,
perchè ha bisogno di avere una tutela della sua vita privata, della privacy?".
L'uomo trasparente è già un'immagine inquietante; perché l'uomo trasparente rappresenta
il nostro dovere di offrirci agli occhi degli altri, senza poter nascondere nulla. Non
c'è da nascondere solo quello di cui ci si vergogna, ma si può avere diritto a tutelare
le proprie idee politiche, per manifestarle liberamente e per far si che queste non siamo
schedate. Per questo le tecnologie devono fermarsi; servono regole, ma serve soprattutto
la consapevolezza sociale della necessità di tenere sotto stretto controllo le tecnologie
e coloro che le adoperano". |
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