30/03/99
Multimedialità
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Prodotti multimediali, computer multimediali, percorsi multimediali. Sono espressioni
che capita spesso, ormai, di sentire un po' ovunque. E sembrerebbe anche abbastanza
semplice dare una definizione di questa nuova parola di uso corrente: multimedialità.
Ovvero, intuitivamente, molti media, molti mezzi di comunicazione insieme: ma insieme
come? Si tratta solo di far avvicinare, in un prodotto, più media diversi o c'è qualcosa
di più a caratterizzare la multimedialità?
Sentiamo lopinione del linguista Tullio de Mauro:
"La multimedialità da intendersi
come un concorso di parola, parlata o scritta, e quindi parlata e scritta con immagini,
con la possibilità di percorsi, all'interno di architetture o di immagini di qualsiasi
tipo, di ambienti, di spazi. E naturalmente con i suoni e con qualsiasi altro canale di
percezione e di ricezione delle informazioni, che ci vengono dal mondo esterno. Queste
possibilità sono certamente enormi ed è alla nostra portata consentirne l'utilizzazione
a basso costo su grande scala".
Secondo il professore Gianfranco
Bettetini "Multimedialità, come suggerisce la parola stessa, è
il ricorso contemporaneo a più media per condurre a un certo tipo di discorso, un certo
tipo di dialogo. Già gli ipertesti, con rinvii e percorsi a vari scritti e anche gli
ipertesti dotati di immagini tanto statiche quanto dinamiche, accompagnate anche dalla
musica, dai rumori non è una novità portata dalle nuove tecnologie perché già il
teatro e il cinema in fondo possono essere considerati come multimediali, il fatto è che
le nuove tecnologie le usano, o almeno dovrebbero usarle, con sapienza espressiva molto
più marcata".
Secondo Fausto Colombo invece "Il
concetto di multimedialità riguarda due grandi questioni, la prima è il fatto che noi
siamo soggetti a un flusso di informazioni che vanno su più canali, quindi
contemporaneamente siamo al centro di immagini, parole, suoni nelle forme più diverse,
questa è la prima accezione. La seconda è che esistono tecnologie, che sono quelle con
al centro la produzione informatica che possono fornire queste informazioni su più canali
concentrate su un canale solo quindi come se codici differenti fossero stati compattati su
un solo canale".
Il significato di 'multimedialità' è, quindi, abbastanza articolato: in un certo
senso si sdoppia in due, ovvero può significare sia: "più mezzi diversi che
veicolano lo stesso contenuto", che: "un unico mezzo capace di raccogliere
informazioni in forma diversa (testo scritto, audio, video)". Ascoltiamo, allora, da Roberto Maragliano, docente di
"Tecnologia delle Istruzioni", presso la Terza Università di Roma, ulteriori
implicazioni legate al termine 'multimedialità':
"Ma, si intendono diverse cose,
e io credo che bisogna stare attenti a non operare una sorta di corto circuito tra
multimedialità e computer, perché questo sarebbe molto penalizzante; un corto circuito
di questo tipo sarebbe penalizzante per l'aspetto culturale. La multimedialità ha a che
fare con l'incrocio tra i diversi media, tra i diversi mezzi che veicolano variamente dei
messaggi. Se io penso all'edicola trovo una gran quantità di prodotti misti,
all'"incrocio" dove il fascicolo si associa alla videocassetta, il giornale al
"floppy disk", eccetera. Ecco questa è un tipo di multimedialità di tipo
fisico. [...]Solo se si parte da questa idea più ampia di multimedialità, entro la quale
confluiscono appunto gli incroci tra i diversi linguaggi, tra i diversi media, si può
capire cosa potrà essere la multimedialità di tipo elettronico, quella veicolata dai
computer, quella che troviamo nei cd-rom o, talvolta e con qualche difficoltà, su
Internet. E' appunto un "incrocio": un incrocio tra diversi linguaggi, tra
diversi media in senso culturale. La natura di questo incrocio è ancora tutta da
valutare, ancora tutta da pensare".
A proposito di questo incrocio tra media e linguaggi diversi il filosofo Joel De Rosnay ha coniato un altro
termine, che supera in un certo senso quello di multimedialità, cioè di molti media. De
Rosnay parla di 'intermedia'.
"Ho usato il termine di intermedia
per metterlo in relazione con ciò che viene chiamato oggi multimedialità. Ma
multimedialità significa soltanto avere dei media giustapposti: si accostano i media del
cinema, della televisione, delle pagine Web, e tutto questo lo si chiama multimedialità.
In realtà semplice giustapposizione dei media. La digitalizzazione dell'informazione, che
è il linguaggio comune a tutti i computer, permette di creare ciò che ho chiamato, con
Nicholas Negroponte, l'Unimedia, ossia un solo tipo di media con un linguaggio che i
calcolatori possono trattare e le reti ad alto flusso, possono trasportare. Ma io penso
che con la fusione di Internet e della televisione, che in inglese si chiama webcasting,
termine coniato sul modello di broadcasting, il messaggio invece di essere trasmesso
dall'emittente televisiva è trasmesso da Internet, secondo lo slogan del webcasting
"don't serve the web, we'll serve it to you", non bisognerà più navigare per
cercare l'informazione, perché l'informazione ci sarà inviata già personalizzata.
Questo si chiama push-media. Con il pull-media, sono io che devo estrarre il messaggio che
mi interessa dall' oceano di informazioni che si chiama Internet. Con il push-media
l'informazione viene verso di me. Tutte queste parole inglesi le ho tradotte in francese
con "intermedia". Per me l'intermedialità è un nuovo spazio, il cyberspazio
futuro, che non ha niente a che vedere con il surfing che si fa oggi su Internet". |
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