"Star cinematografiche in silicone al posto di silicone
nelle star cinematografiche" recita provocatoriamente un articolo su TechnoScape, una sezione
del sito 3d Online. Con il successo di film
come "Jurassic Park", "Twister", "Starship troopers" e
"Godzilla", infatti l'attenzione delle major hollywoodiane si sta spostando dal
talento nella recitazione a quello nell'animazione digitale. Le vere star di questi film
non sono più gli attori in carne ed ossa ma creature digitali animate al computer.
Queste creature si chiamano sintespiani e
stanno progressivamente guadagnandosi un posto nel mondo delle celebrità in celluloide.
La prima volta che un
personaggio elaborato in computer grafica è stato usato in un film è stato in The Abyss di James Cameron, in cui
gli operatori di una stazione subacquea venivano in contatto con una creatura aliena fatta
d'acqua. In seguito sono arrivati i dinosauri di Spielberg, l'androide di Terminator 2, "The Mask",
"Casper", i nuovi personaggi introdotti nella versione rimasterizzata di Guerre Stellari, il mostro di "Species", gli
alieni di "Alien3" e "Alien4" e moltissimi altri.
Toy story ha fatto il passo finale sostituendo del
tutto gli attori in carne con star virtuali. Star docili, pronte a lavorare 24 ore al
giorno, senza manie di protagonismo, senza parrucchieri e truccatrici e senza cachet da
capogiro. Il sogno di ogni produttore!
In un articolo apparso su Wild
Wild Web, il limite più evidente dei "sintespiani" è, al momento, la
versatilità nei movimenti. Tuttavia, grazie alle tecniche di "motion capture",
la riproduzione dei movimenti corporei e delle espressioni facciali ha fatto enormi passi
avanti.
Oggi, infatti, esistono già diverse soluzioni
tecniche per catturare le espressioni di un volto. Una delle prime e più affidabili
consiste, ad esempio, nel proiettare un reticolo su una superficie a tre dimensioni che si
modificherà in prossimità di protuberanze o depressioni. La modifica verrà poi tradotta
in un'impronta 3d.
Un riproduttore
di fisiognomico è disponibile anche in Rete: si chiama face maker. Dando dimensioni del naso o
delle sopracciglia il programma fornirà un volto sintetico costruito sulla base dei dati
forniti.
Un gruppo di studiosi attivi al Cambridge Research Lab ha varato un progetto denominato
facial animation
(animazione del volto) sul quale ultimamente si stanno appuntando molti interessi per i
risultati raggiunti che, pare, rivoluzioneranno il mondo delle star sintetiche.
In Rete queste star hanno messo piede
da tempo. Pensate agli avatar, i corpi virtuali utilizzati nelle chat line a 3d o a
prodotti in Vrml, il
linguaggio di programmazione per la realtà virtuale in Rete prodotti da alcune case come
la Protozoa.
Gli esempi di animazione facciale sono
moltissimi. La pagina di Richard Cray dedicata alla "facial animation" è un
ottimo punto di partenza per bighellonare in Rete in questo campo.
Il passo successivo alla riproduzione delle espressioni del volto è il cosiddetto digital acting, definizione che si riferisce
all'abilità degli animatori di sfruttare al meglio le potenzialità del software e,
anche, alla capacità degli attori in carne ed ossa di recitare interagendo con creature
che verranno aggiunte in seguito in post-produzione.
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