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Globalizzazione - Navigazione del 09/06/99

Investire nei Paesi in via di sviluppo

di Tiziana Alterio

Servizio
Integrazione tra Paesi ricchi e Paesi poveri
di Bifo


Nel corso del 1998 si calcola che il flusso di capitali dal Nord del mondo verso i Paesi poveri è diminuito del 19%. Nell'ultimo decennio lo scarto economico tra Paesi ricchi e Paesi poveri è aumentato. Insomma, mentre da un lato, si parla di aiuti allo sviluppo e di globalizzazione, dall'altro si rafforzano i meccanismi che producono l'impoverimento e l'esclusione dalla comunicazione globale. Ne è un esempio l'Ami, un accordo multilaterale sugli investimenti che ha suscitato moltissime proteste per il fatto di essere stato stilato all'insaputa dei cittadini e dei Parlamenti nazionali. Esso prevede dei vantaggi per le grandi aziende multinazionali che vogliano investire nei Paesi in via di sviluppo, fino alla possibilità di perseguire legalmente davanti a un tribunale i governi che vogliano limitare i loro profitti per esigenze interne di tipo ecologico e sociale.

Le Monde diplomatiqueNel febbraio dello scorso anno, Le Monde diplomatique ha pubblicato un documento di analisi critica sull'accordo sugli investimenti. "Bisogna risalire ai trattati coloniali - si legge nel dossier - per trovare esposto con tanta arroganza quello che c'è nell'accordo multilaterale sugli investimenti: da un lato i diritti imprescrittibili dei più forti (cioè delle società dell'occidente) e dall'altro gli obblighi imposti ai popoli".

In Rete è possibile trovare anche tutte le informazioni relative agli investimenti che vengono fatti nei Paesi del Sud del mondo. Uno di questi siti è quello dell'Oecd, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che riunisce 29 Paesi. Da qui è possibile accedere a un database con il quale si possono verificare quali e quanti investimenti sono stati fatti nei Paesi del Sud del mondo nel settore tecnologico.

"The Oecd Jobs Strategy"Cliccando su search dopo aver inserito la parola chiave "newOecd technology", come risultato della ricerca si arriva alla pagina The Oecd Jobs Strategy (la strategia per il lavoro dell'Oecd) dove sono indicate le linee guida di questa organizzazione nel settore degli investimenti tecnologici.

Un altro sito di riferimento importante per monitorare l'andamento dello sviluppo dei Paesi più poveri è quello delle Nazioni Unite. Il sito, ad esempio, riporta alcuni dati significativi sull'accesso alla comunicazione e all'informazione in questi Paesi. E' interessante rapportare i dati che si riferiscono all'accesso ad Internet con quelli relativi agli altri mezzi di comunicazione. In Sud Africa, per esempio, ci sono 101.000 persone che hanno la televisione, quasi 12.000 hanno accesso alla Rete telematica e 26.000 possiedono un computer. Nel Ghana, ancora, 16.000 persone hanno la televisione mentre poco più di 3.000 persone hanno accesso ad Internet e solo 1.000 hanno un computer.

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