Nel corso del 1998 si calcola che il flusso
di capitali dal Nord del mondo verso i Paesi poveri è diminuito del 19%. Nell'ultimo
decennio lo scarto economico tra Paesi ricchi e Paesi poveri è aumentato. Insomma, mentre
da un lato, si parla di aiuti allo sviluppo e di globalizzazione, dall'altro si rafforzano
i meccanismi che producono l'impoverimento e l'esclusione dalla comunicazione globale. Ne
è un esempio l'Ami, un accordo multilaterale sugli investimenti che ha suscitato
moltissime proteste per il fatto di essere stato stilato all'insaputa dei cittadini e dei
Parlamenti nazionali. Esso prevede dei vantaggi per le grandi aziende multinazionali che
vogliano investire nei Paesi in via di sviluppo, fino alla possibilità di perseguire
legalmente davanti a un tribunale i governi che vogliano limitare i loro profitti per
esigenze interne di tipo ecologico e sociale.
Nel febbraio dello scorso anno, Le
Monde diplomatique ha pubblicato un documento di analisi critica
sull'accordo sugli investimenti. "Bisogna risalire ai trattati coloniali - si legge
nel dossier - per trovare esposto con tanta arroganza quello che c'è nell'accordo
multilaterale sugli investimenti: da un lato i diritti imprescrittibili dei più forti
(cioè delle società dell'occidente) e dall'altro gli obblighi imposti ai popoli".
In Rete è possibile trovare anche tutte le informazioni relative agli investimenti che
vengono fatti nei Paesi del Sud del mondo. Uno di questi siti è quello dell'Oecd, l'Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico che riunisce 29 Paesi. Da qui è possibile
accedere a un database con il quale si possono verificare quali e quanti investimenti sono
stati fatti nei Paesi del Sud del mondo nel settore tecnologico.
Cliccando su search dopo aver inserito la parola chiave
"new technology", come
risultato della ricerca si arriva alla pagina The Oecd Jobs Strategy (la
strategia per il lavoro dell'Oecd) dove sono indicate le linee guida di questa
organizzazione nel settore degli investimenti tecnologici.
Un altro sito di riferimento importante per monitorare l'andamento dello sviluppo dei
Paesi più poveri è quello delle Nazioni Unite. Il
sito, ad esempio, riporta alcuni dati
significativi sull'accesso alla comunicazione e all'informazione in questi Paesi. E'
interessante rapportare i dati che si riferiscono all'accesso ad Internet con quelli
relativi agli altri mezzi di comunicazione. In Sud Africa, per esempio, ci sono 101.000
persone che hanno la televisione, quasi 12.000 hanno accesso alla Rete telematica e 26.000
possiedono un computer. Nel Ghana, ancora, 16.000 persone hanno la televisione mentre poco
più di 3.000 persone hanno accesso ad Internet e solo 1.000 hanno un computer. |