Il 1969 segna ufficialmente lo sbarco dellumanità sulla Luna. Sulla Terra, nel
frattempo, oltre a seguire incollati al video le passeggiate di Neil Amstrong e dei suoi
compagni, un gruppo di umanisti e scienziati procedeva, negli Stati Uniti, ad un altro
lancio che avrebbe segnato i tempi: quello della rete internet.
Proprio nel 1969, viene pubblicato il primo Request for Comments Document: gli Rcf
sono documenti e note che servivano ai ricercatori per distribuire e scambiarsi
informalmente e velocemente le idee sul lavoro che stavano facendo. Ad oggi questi memo sono più di 2.500, editi, raccolti e
archiviati, in 28 lunghi anni, da Jon Postel,
uno dei padri di Internet, recentemente scomparso.
Il 7 aprile 1999, con lemissione di Rfc
2555 nel sito della Internet Engineering Task Force,
il corpo speciale di ingegneria dedicato alla rete internet, sono iniziati spartani e
austeri festeggiamenti per lanniversario della Rete.
La data cruciale sarà comunque quella del primo settembre, giorno in cui, esattamente
trentanni fa, avveniva la prima connessione tra quattro gloriose Università
statunitensi allora collegate.
Proprio dalle Università, dai fermenti di quegli anni, dai testimoni, possiamo ripartire
per ripensare un fenomeno che oggi sconvolge mercati, business, relazioni sociali,
personali e media, ma che è stato un mondo di nicchia per quasi 25 anni. Nel 1954, Luigi Dadda portò
il primo calcolatore in Italia, installandolo al Politecnico
di Milano.
"Nel
54 - spiega - mi sono recato negli Stati Uniti e da lì ho portato in Italia il
primo calcolatore, installandolo al politecnico di Milano. Questo calcolatore era un
grande armadio di tre metri di altezza, due di lunghezza e uno di spessore. Esiste ancora,
al Politecnico di Milano. Funziona a tubi elettronici. Andava alla tremenda velocità di
settanta operazioni al secondo. Allora erano moltissime oggi i calcolatori fanno 70
milioni di operazioni al secondo e anche di più. Installata la macchina al Politecnico,
ho iniziato tutta una attività di ricerca e di insegnamento su questa nuova
tecnologia".
Allinizio, la prima rete Arpanet collegava diversi
computer di Università americane. Si passò poi al collegamento delle diverse reti e,
quindi, a Internet.
Esiste, a questo
proposito, il tema-luogo comune dellorigine militare della Rete. I fondi erano
sicuramente tali ma il progetto, diversamente da quanto si continua ad affermare, era solo
indirettamente legato alla Guerra Fredda.
Vinton Cerf, conosciuto come
"padre di Internet", spiega come tutto sia iniziato con una singola rete:
"poi divennero tre e le collegammo tra di loro in Internet. Quando fu ideata la prima
rete, Arpanet, l'interesse nacque da una necessità di condivisione delle risorse: si
volevano collegare i computer di circa trenta università in tutto il Paese dove si
studiava informatica e che ricevevano fondi dall'Arpa. Ciò non aveva niente a che fare
con le bombe atomiche, come si suole fantasticare. La tecnologia utilizzata - la
commutazione a pacchetto appariva comunque assai interessante perché tendeva ad
essere molto forte, potente: non era centralizzata ma, viceversa, molto decentralizzata.
Inizialmente, dunque, Arpanet servì soltanto a creare un collegamento tra i computer di
un gruppo di università. Solo in seguito cominciammo a porci una serie di domande sul
possibile uso della tecnologia di commutazione a pacchetto in ambito militare. Una volta
ideata Internet - il collegamento tra diverse reti - ci ponemmo il problema di renderlo
stabile anche in caso di guerra: di far sì, cioè, che se delle bombe avessero distrutto
parte della rete, questa si potesse ricollegare da sola automaticamente.
Questo tema fu tra quelli trattati nel corso della progettazione di Internet. Il motivo
della confusione su questo argomento è che nel 1962 un uomo di nome Paul Baran
sperimentò un'idea molto simile alla commutazione a pacchetto per costruire una rete di
comunicazioni vocali che potesse sopravvivere ad una guerra nucleare, ma il suo progetto
in realtà non fu mai messo in atto".
Internet, dunque, fu concepita per collegare delle reti diverse tra loro. Il punto
cruciale tuttavia è che linvenzione della rete internet non è basata su un
particolare salto tecnologico (come quello, per esempio, che ha creato i chip e i
microprocessori), bensì su tecnologie allepoca già esistenti: i computer e le reti
telefoniche di allora.
"Internet, nel suo nucleo, è molto semplice - continua Cerf.
Se si vuole pensare ad un esempio usiamo la cartolina:
i pacchetti di Internet sono come delle cartoline che, però, corrono cento milioni di
volte più velocemente. Una cartolina ha un indirizzo "da" e un indirizzo
"a" e c'è uno spazio limitato su cui scrivere; anche un pacchetto Internet ha
un "da" e un "a" e uno spazio limitato per le informazioni. Quando si
imbuca una cartolina, non si è mai sicuri che arriverà dall'altra parte, poiché a volte
le cartoline si perdono. Se si mettono tre cartoline nella buca, non verranno fuori
necessariamente nello stesso ordine, potrebbero non venire fuori neanche nello stesso
giorno. In Internet, si verifica la stessa situazione: i pacchetti possono perdere
l'ordine in cui sono stati inviati, possono andar persi e, in circostanze molto strane,
possono venire copiati: in questo modo possono venir fuori due copie invece di una.
Bisogna fare in modo che questo network di comunicazione piuttosto inaffidabile - il
pacchetto o cartolina di Internet - diventi affidabile, perché i computer possano
comunicare tra loro. Il modo in cui si svolgono queste operazioni è la costruzione di un
altro strato sottostante di protocollo in cima alla cartolina di base, che noi chiamiamo
layer-Tcp, ovvero Transmission Control Protocol. C'è un modo molto facile per capire come
funziona: supponiamo che si voglia mandare un libro ad un amico e che il solo modo in cui
si possa fare è attraverso le cartoline. Pensiamo, allora, a quello che si farebbe: si
dovrebbero tagliare la pagine del libro e attaccarle alla cartolina, considrando però
che, così, non tutte le cartoline avrebbero il numero di pagina e che, quindi, l'amico
potrebbe ricevere le pagine senza alcun ordine. Sarebbe dunque una buona idea numerare le
cartoline in modo che l'amico possa metterle in ordine. Ma alcune di queste cartoline
potrebbero andar perse e allora si dovrebbero conservare le copie da inviare all'amico nel
caso non ne ricevesse qualcuna. Ma come si fa a sapere quali cartoline l'amico ha
ricevuto? Sarebbe una buona idea se l'amico scrivesse una cartolina ogni tanto e dicesse:
"Ho ricevuto tutte le cartoline eccetto la numero 102"; ma bisogna tenere
presente che la cartolina che dice quante cartoline l'amico ha ricevuto potrebbe a sua
volta andare smarrita. Dunque, se non si riceve alcuna cartolina che indica quante altre
ne sono state ricevute, si potrebbe cominciare a mandare copie delle cartoline delle quali
non sono state registrate le ricevute. Solo quando, alla fine, si registrerà la ricevuta
di tutte le cartoline, allora si potranno buttar via le copie tenute da parte nel caso
fossero servite. Questo è tutto ciò che succede nel protocollo Tcp. Il protocollo
cartolina, l'Internet Protocol, è molto semplice, in definitiva".
La reale innovazione, dunque, è una
questione di REGOLE. Un gruppo di università si è messo daccordo sul formato dei
messaggi che i loro computer si sarebbero scambiati a distanza. Una cosa semplice tutto
sommato. Ma un tale standard aperto e condiviso ha prodotto un risultato rivoluzionario.
E dalluso del computer per fare ricerca e per computare, si è velocemente passati
al collegamento tra persone, alla posta elettronica, ai Newsgroup.Internet ha portato il
computer a deviare, positivamente, i propri fini. Da macchina di calcolo è diventato
medium di comunicazione, persino spazio sociale. |
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