Il giornale è una
forma di comunicazione tutto sommato recente.
Risale infatti al '700, quando si diffusero le "gazzette". E va ricordato che la
sua nascita è un fatto storicamente e politicamente importante, perché con i giornali un
numero crescente di persone - non solo i nobili - prese parte attivamente alla vita
pubblica. Con la nascita della radio, della televisione, e da ultimo di Internet, sono
nate altre forme di giornalismo.
Eppure, nonostante questa abbondanza, ci si lamenta che i giovani leggano poco e siano
poco informati. Sembra che non sappiano approfittare di questa "democrazia
dell'informazione" non certo per rifiuto o disinteresse ma più probabilmente per una
sorta di rifiuto che deriva da un sovraccarico di informazioni. Proprio per questo eccesso
di informazioni è necessario che i ragazzi "imparino a leggere" il giornale.
Allo scopo di creare un'abitudine alla lettura critica dei giornali si sono sviluppate
molte iniziative. Contribuisce anche la Rai, che
ha creato addirittura una trasmissione sia in radio che in Tv: "Giornali in
classe". Ogni giorno su Rai 3, alle 9.45, classi di studenti analizzano e commentano
le notizie del giorno.
I giovani studenti si appassionano se sono protagonisti, parte attiva di un processo.
"Diventare giornalisti", capendo il processo che sta dietro la creazione di un
giornale, i ragazzi si avvicinano più volentieri all'informazione.
I ragazzi della scuola media Calliari di Verona ad esempio hanno prodotto
un giornalino che in un secondo momento potrà essere messo in Rete. Preparando il
giornale di classe imparano come si impagina un giornale, come scrivere un titolo o una
didascalia o come raccogliere informazioni per un articolo. La macchina fotografica
digitale e la telecamera, arricchiscono di foto e filmati il giornale on line.
Per questi giornalisti in erba, le nuove tecnologie si rivelano una fonte di
informazioni. Nell'aula multimediale della scuola possono navigare e trovare notizie e
curiosità da inserire nel giornale di classe. Usando le chat e la posta elettronica, ci
si può mettere in contatto con ragazzi che abitano in altri paesi.
di Valeria Pini |
Con l'arrivo di Internet è aumentato l'interesse per questo tipo di lavoro sui
giornali. Internet consente di far conoscere a tutti il proprio prodotto. E poiché si
scrive per essere letti, questo dà una grande soddisfazione ai giovani giornalisti.
Inoltre cimentarsi con le pagine Web vuol dire scoprire un nuovo modo di comunicare fatto
di testi scritti, immagini, link ipertestuali.
Su Internet ora si trova una grande varietà di giornali prodotti dalle scuole. Il
fenomeno è talmente cresciuto che l'Istituto tecnico "Rosa Luxemburg" di Torino ha organizzato alla
fine di marzo il primo convegno nazionale. Anche a Trieste una scuola media ha prodotto
qualcosa di molto interessante.
Alle 9 di mattina la
redazione di "380", il
giornale dell'Istituto Tecnico Industriale Alessandro
Volta di Trieste, si riunisce come in un vero e proprio giornale. Si deve decidere che
immagini e che articoli pubblicare. Si può scegliere di affrontare un problema della
propria città, oppure di parlare di una gita scolastica, di uno spettacolo o di un
campionato sportivo. Nel giornale c'è anche un'ampia sezione dedicata al gioco. Una volta
impaginato, "380" potrà
essere stampato su carta e, subito dopo, pubblicato sul sito della Scuola.
Internet ha dato un grande impulso alla nascita dei giornali scolastici e richiede
anche un nuovo modo di scrivere. Cambia infatti il rapporto fra parola scritta e suono,
fra immagine statica e animazione, ecc. Le generazioni che oggi si esercitano con i
giornalini in Internet saranno i futuri comunicatori di domani. Forse la cosa più
interessante da seguire oggi sono le fasi di passaggio, le nuove soluzioni che, con
fantasia e sperimentazione, si cercano fra vecchi e nuovi media, fra carta, radio e bit.
A
Trieste ad esempio il "Master in comunicazione della scienza" della "Scuola Superiore di Studi Avanzati", punta a formare
gli studenti a un giornalismo scientifico specializzato. Gli allievi si esercitano a
scrivere notizie scientifiche, spesso difficili da spiegare, in modo semplice al pubblico.
"Cerchiamo di formare un professionista - spiega Stefano Fantoni direttore del
laboratorio interdisciplinare della Sissa - che sia un'interfaccia fra il mondo
scientifico e la società. Gli allievi di questo corso possono lavorare nei giornali,
negli uffici stampa di case editrici specializzate nel settore oppure per aziende". Oltre
a seguire una serie di lezioni su argomenti scientifici, gli allievi del Master in
Comunicazione della Scienza creano un giornale. Si chiama jekyll ed esiste su carta, ma anche in
versione elettronica. Creare un giornale on line implica anche una riflessione sulla
struttura dei collegamenti ipertestuali - capire ad esempio in che modo collegare fra loro
approfondimenti e articoli su uno stesso tema.
di Valeria Pini |
Una delle cose interessanti dell'esperienza di Trieste è dunque la sperimentazione di
diverse forme di comunicazione dalla carta stampata, al giornale on line. Il giornalista
del futuro affiancherà alla capacità comunicativa l'abilità tecnica necessaria per
poter lavorare con le nuove tecnologie. Senza dubbio i giornalisti di domani avranno una
familiarità con i nuovi media sorprendentemente superiore a quella della leva precedente. |
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