Oggi vedremo come si può studiare e prendere ottimi voti senza andare a scuola. Non
parleremo, ovviamente, di sogni o di un una straordinaria tecnologia che ci consente di
studiare senza aprire i libri, ma di teledidattica. Oggi i computer collegati in Rete
consentono agli studenti e ai docenti di andare a lezione e fare gli esami senza muoversi
da casa.
La didattica a distanza, nel senso di un insegnamento che avviene senza che studenti e
docenti si trovino in aula nello stesso momento, non è una novità assoluta. Alcuni anni
fa Scuola Radio Elettra di Torino organizzava corsi per corrispondenza che utilizzavano la
normale posta e consentivano di seguire da casa lezioni di materie tecniche. Anche quella
era teledidattica. Oggi sono cambiati gli strumenti ma di fatto il principio
dell'insegnamento a distanza rimane lo stesso.
Scuola Radio Elettra
assolveva perfettamente il compito per cui era stato realizzato. Allora Internet non c'era
e lo sviluppo industriale di massa richiedeva competenze tecniche specifiche per il lavoro
di fabbrica che la scuola non forniva.
Oggi dovrebbe valere però lo stesso principio: avere ben chiaro cosa si vuole
insegnare e a chi. La teledidattica non è infatti utilizzabile per gli studenti di
qualsiasi età. Per i bambini delle elementari o gli adolescenti fino alle superiori la
comunicazione e i rapporti umani diretti sono infatti fondamentali - altro discorso è la
teledidattica per bambini ospedalizzati o che, per particolari motivi, non possono
frequentare la scuola. L'apprendimento a distanza risulta invece particolarmente utile per
gli studenti universitari e per la formazione continua degli adulti. Ma chi fa
teledidattica deve avere ben chiaro che usare le nuove tecnologie significa anche cambiare
sostanzialmente il "come" si studia.
In alcune università italiane si stanno facendo vari esperimenti di
didattica a distanza. Al Politecnico di Torino ad
esempio l'esame di Fisica II si fa di fronte a una tastiera. Questa volta ad interrogare non è il professore ma il
computer. "Le domande vengono introdotte nella memoria della macchina come si
introdurrebbe un elenco - spiega Angelo Tartaglia, professore di Fisica II al Politecnico
di Torino.
Un algoritmo consente alla macchina di selezionare le domande. La cosa interessante è che
in sostanza si possono esaminare decine di studenti simultaneamente, e ciascuno di questi
studenti avrà una sequenza diversa e domande diverse in linea di principio. Si fa come
succede negli scritti. Solo che in uno scritto, gli studenti sono tutti in un'aula e hanno
tutti lo stesso compito.Questo, come si sa, pone problemi di copiature".
Uno dei vantaggi dell'utilizzazione del nuovo sistema invece è quello di avere una
valutazione più oggettiva di quella che si ha della prova di uno studente in un esame
convenzionale e "un secondo vantaggio molto importante - ha spiegato ancora il
professor Tartaglia - è il risparmio di tempo per il professore che riduce in questo modo
una serire di attività ripetitive. Un docente infatti passa nei grandi corsi anche
100-120 ore l'anno, soltanto ad ascoltare degli studenti, a porre sempre le stesse
domande. Questo tipo di attività può essere fatto proficuamente da un calcolatore".
di Valeria Pini |
Se a Torino si iniziano a fare gli esami a distanza, c'è chi, a Verona, ha potuto
discutere la tesi di laurea da casa.
Preparare una tesi di laurea ha sempre comportato molte difficoltà;
spostamenti, ricerche affannose di materiale, lunghe attese per parlare col proprio
docente, ma non è detto che debba essere sempre così. Alla facoltà di Economia e
Commercio dell'Università di Verona
c'è chi ha deciso di rinunciare al fatidico bacio accademico e approfittare invece delle
opportunità offerte dalla tecnologia. Il candidato Simone Paiusco ha discusso la sua tesi
da casa in video conferenza. "Abbiamo voluto sperimentare in modo diretto
l'applicazione delle tecnologie alla stesura della tesi - ha spiegato Simone.
Abitando
a80 km di distanza dall'Università, precisamente a Villaverla in provincia di Vicenza,
trovavo comodo inviare i file dei capitoli della tesi alla mia docente per posta
elettronica invece di recarmi personalmente".
La tesi che tratta di telelavoro, politiche europee e applicazioni italiane, oltre alla
normale parte cartacea comprende anche un approfondimento on line crittografato che ha
quindi comportato la costruzione di un apposito sito Internet da parte dello studente. Da
casa Simone aspetta di collegarsi con la commissione esaminatrice per la discussione della
tesi. Due telecamere sistemate in due angoli della stanza consentono alla commissione un
controllo a 360 gradi sullo studente al momento della sua relazione. Nell'aula accademica
invece la commissione può interrogarlo avvalendosi di una telecamera e
di un computer collegato al sistema video della sala; ma la discussione della tesi non è
che il momento conclusivo di un lavoro che si è svolto a distanza ed è stato realizzato
soprattutto grazie all'intraprendenza della professoressa Donata Gottardi, insegnante di
relazioni industriali e relatrice della tesi: "L'esperimento è iniziato con la
consegna in posta elettronica della tesi cartacea. Successivamente abbiamo pensato
di fare una teletesi prendendo Internet come fonte bibliografica. La tesi cartacea è
stata affiancata da quella on line consegnata elettronicamente con firma digitale. A quel
punto, ci siamo detti, facciamo anche la discussione a distanza".di
Cristina Bigongiali |
Abbiamo visto come con le nuove tecnologie si possa arrivare a un radicale cambiamento
del modo di fare l'esame.
In questo caso le nuove tecnologie sono applicate in tutto il percorso formativo, fino ad
arrivare alla stesura della tesi di laurea.
Tuttavia l'informatica è soprattutto molto utile per "aggirare" due mali
storici dell'università italiana: il primo è il sovraffollamento delle aule, il secondo,
in parte conseguente, è la scarsa "produttività" dei nostri atenei (la bassa
percentuale di chi si laurea rispetto agli iscritti). E' importante sottolineare che la
teledidattica non sostituisce il rapporto diretto con il docente, che anzi è un elemento
fondamentale, frequente e fecondo della formazione culturale dei giovani studiosi.
Guido Martinotti,
docente di sociologia urbana alla facoltà di Scienze politiche alla Università degli Studi di Milano - uno dei primi
professori ad usare la teledidattica - sostiene che il contatto "elettronico"
con lo studente al contrario di quello che si potrebbe pensare, rende più vicino e più
intimo il rapporto fra allievo e docente:
"Chi non ha usato Internet soprattutto nella modalità interattiva (gruppi di
discussione, chat line) non sa che cosa succede e non riesce a capire una cosa molto
importante: quel momento di interazione, anche se è, come si dice, virtuale, perché non
si conoscono le persone, (non si sa nemmeno che faccia abbiano, se hanno dei nomi o dei
soprannomi), diventa, però, un momento in cui la comunicazione è molto profonda, perché
è molto difficile evadere dall'interazione. In realtà, con gli studenti, io verifico
continuamente che anche solo con l'e-mail si stabilisce un contatto molto più profondo
con il docente e degli studenti fra di loro che su Internet fanno gruppo, mentre, in una
classe spesso arrivano, si salutano e allo stesso modo se ne vanno.
Quindi, la conclusione provvisoria
del discorso, è che questo strumento non soltanto ha una funzione strumentale per parlare
con gli studenti, anche con quelli che non vengono a lezione; ma si tratta, veramente, di
uno strumento che nel momento in cui viene adottato nelle sue formalità complete,
radicali, in un certo senso, cambia profondamente la natura del rapporto fra il docente e
gli studenti e anche il modo di imparare. Questo è il punto che bisogna capire".
L'esperienza di Milano non è l'unica in questo senso. Mario Ricciardi ha realizzato presso
l'Università di Torino il corso "Teoria tecnica dei nuovi media" che è
interamente basato su una comunità virtuale di teledidattica.
Alla facoltà di Sociologia
di Urbino, grazie alle connessioni telematiche, il
corso di Sociologia delle comunicazioni di massa può essere seguito anche da casa. Il
videotelefono crea un contatto diretto con il docente che può fornire consigli e
chiarimenti sulle lezioni. Chi non ha la possibilità di accedere a un videotelefono,
può mettersi in contatto con la facoltà partecipando a delle chat. All'indirizzo www.isssc.uniurb.it/td2000, il laboratorio
della facoltà di Sociologia offre una serie di materiali interessanti come riferimenti
bibliografici e pagine di approfondimento. Il tentativo è quello di creare un contatto
continuo fra gli studenti che frequentano le aule della facoltà e i
"navigatori" che seguono le lezioni nelle aule virtuali.
di Valeria Pini |
Molti dei corsi di teledidattica riguardano le regole della comunicazione. In un
qualche modo sono facilitati dal fatto che il tema del corso è proprio quello che si va
sperimentando. Il problema è più difficile nel campo dell'insegnamento scientifico.
Andiamo allora a vedere cosa fanno gli ingegneri. "Virtue" è uno dei
progetti di punta a livello europeo nella sperimentazione della teledidattica. Roberto
Guidorzi, professore di Teoria dei Sistemi alla Facoltà di Ingegneria di Bologna, spiega come è organizzato il corso virtuale:
"Direi che la nostra sperimentazione è abbastanza
diversa dai corsi che Nettuno per esempio utilizza
per i diplomi a distanza. Il canale utilizzato per trasmettere il nostro corso è quello
di Internet. L'allievo non solo trova tutto il materiale didattico su ipertesti
disponibili sul server, ma viene guidato da un tutore che lo segue attraverso il processo
di apprendimento. Il laboratorio virtuale è realizzato in Java,
il sitema che rende possibile la comunicazione fra differenti sistemi operativi. Questo è
un aspetto chiaramente molto importante perché non obbliga gli allievi ad utilizzare uno
strumento specifico (Windows, piuttosto che Macintosh, o Unix) rendendo fruibile il
laboratorio a tutti. Gli allievi operano su dati reali e costruiscono modelli di processi
reali.In questo modo si confrontano con la stessa realtà con la quale opereranno
poi a livello professionale".
La
conclusione di questa carrellata fra le sperimentazioni e i problemi della teledidattica
la possiamo lasciare alle parole di Guglielmo Trentin,
ricercatore del Cnr di Genova che ha
recentemente pubblicato un libro su questo argomento "Insegnare e apprendere in
rete"
"La considerazione finale che ne risulta è che se le tecnologie della
comunicazione multimediale rappresentano già l' "oggi" e sicuramente il
"domani" dell'uso educativo della telematica, restano ancora grandi incognite
sulla nostra capacità di immaginare nuovi scenari per l'attività di gruppo e
l'apprendimento collaborativo, sui nuovi modi di interazione educativa tesi a sfruttare in
pieno il potenziale delle tecnologie della comunicazione a distanza". |
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