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Scuola e Media - Servizio del 07/05/99

Teleuniversità

di Michele Fabbri

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Corsi on line
di Michele Alberico


Oggi vedremo come si può studiare e prendere ottimi voti senza andare a scuola. Non parleremo, ovviamente, di sogni o di un una straordinaria tecnologia che ci consente di studiare senza aprire i libri, ma di teledidattica. Oggi i computer collegati in Rete consentono agli studenti e ai docenti di andare a lezione e fare gli esami senza muoversi da casa.

La didattica a distanza, nel senso di un insegnamento che avviene senza che studenti e docenti si trovino in aula nello stesso momento, non è una novità assoluta. Alcuni anni fa Scuola Radio Elettra di Torino organizzava corsi per corrispondenza che utilizzavano la normale posta e consentivano di seguire da casa lezioni di materie tecniche. Anche quella era teledidattica. Oggi sono cambiati gli strumenti ma di fatto il principio dell'insegnamento a distanza rimane lo stesso.Scuola Radio Elettra

Scuola Radio Elettra assolveva perfettamente il compito per cui era stato realizzato. Allora Internet non c'era e lo sviluppo industriale di massa richiedeva competenze tecniche specifiche per il lavoro di fabbrica che la scuola non forniva.

Oggi dovrebbe valere però lo stesso principio: avere ben chiaro cosa si vuole insegnare e a chi. La teledidattica non è infatti utilizzabile per gli studenti di qualsiasi età. Per i bambini delle elementari o gli adolescenti fino alle superiori la comunicazione e i rapporti umani diretti sono infatti fondamentali - altro discorso è la teledidattica per bambini ospedalizzati o che, per particolari motivi, non possono frequentare la scuola. L'apprendimento a distanza risulta invece particolarmente utile per gli studenti universitari e per la formazione continua degli adulti. Ma chi fa teledidattica deve avere ben chiaro che usare le nuove tecnologie significa anche cambiare sostanzialmente il "come" si studia.

In alcune università italiane si stanno facendo vari esperimenti di didattica a distanza. Al Politecnico di Torino ad esempio l'esame di Fisica II si fa di fronte a una tastiera.

Politecnico di TorinoQuesta volta ad interrogare non è il professore ma il computer. "Le domande vengono introdotte nella memoria della macchina come si introdurrebbe un elenco - spiega Angelo Tartaglia, professore di Fisica II al Politecnico di Torino.
Un algoritmo consente alla macchina di selezionare le domande. La cosa interessante è che in sostanza si possono esaminare decine di studenti simultaneamente, e ciascuno di questi studenti avrà una sequenza diversa e domande diverse in linea di principio. Si fa come succede negli scritti. Solo che in uno scritto, gli studenti sono tutti in un'aula e hanno tutti lo stesso compito.Questo, come si sa, pone problemi di copiature".

Uno dei vantaggi dell'utilizzazione del nuovo sistema invece è quello di avere una valutazione più oggettiva di quella che si ha della prova di uno studente in un esame convenzionale e "un secondo vantaggio molto importante - ha spiegato ancora il professor Tartaglia - è il risparmio di tempo per il professore che riduce in questo modo una serire di attività ripetitive. Un docente infatti passa nei grandi corsi anche 100-120 ore l'anno, soltanto ad ascoltare degli studenti, a porre sempre le stesse domande. Questo tipo di attività può essere fatto proficuamente da un calcolatore".

di Valeria Pini

Se a Torino si iniziano a fare gli esami a distanza, c'è chi, a Verona, ha potuto discutere la tesi di laurea da casa.

Preparare una tesi di laurea ha sempre comportato molte difficoltà; spostamenti, ricerche affannose di materiale, lunghe attese per parlare col proprio docente, ma non è detto che debba essere sempre così. Alla facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Verona c'è chi ha deciso di rinunciare al fatidico bacio accademico e approfittare invece delle opportunità offerte dalla tecnologia. Il candidato Simone Paiusco ha discusso la sua tesi da casa in video conferenza. "Abbiamo voluto sperimentare in modo diretto l'applicazione delle tecnologie alla stesura della tesi - ha spiegato Simone.
Abitazione dello studente a VillaverlaAbitando a80 km di distanza dall'Università, precisamente a Villaverla in provincia di Vicenza, trovavo comodo inviare i file dei capitoli della tesi alla mia docente per posta elettronica invece di recarmi personalmente".
La tesi che tratta di telelavoro, politiche europee e applicazioni italiane, oltre alla normale parte cartacea comprende anche un approfondimento on line crittografato che ha quindi comportato la costruzione di un apposito sito Internet da parte dello studente. Da casa Simone aspetta di collegarsi con la commissione esaminatrice per la discussione della tesi. Due telecamere sistemate in due angoli della stanza consentono alla commissione un controllo a 360 gradi sullo studente al momento della sua relazione. Nell'aula accademica invece la commissione può interrogarloCommissione durante la discussione avvalendosi di una telecamera e di un computer collegato al sistema video della sala; ma la discussione della tesi non è che il momento conclusivo di un lavoro che si è svolto a distanza ed è stato realizzato soprattutto grazie all'intraprendenza della professoressa Donata Gottardi, insegnante di relazioni industriali e relatrice della tesi: "L'esperimento è iniziato con la consegna in posta elettronica della tesi cartacea.  Successivamente abbiamo pensato di fare una teletesi prendendo Internet come fonte bibliografica. La tesi cartacea è stata affiancata da quella on line consegnata elettronicamente con firma digitale. A quel punto, ci siamo detti, facciamo anche la discussione a distanza".

di Cristina Bigongiali

Abbiamo visto come con le nuove tecnologie si possa arrivare a un radicale cambiamento del modo di fare l'esame.navigazione
In questo caso le nuove tecnologie sono applicate in tutto il percorso formativo, fino ad arrivare alla stesura della tesi di laurea.
Tuttavia l'informatica è soprattutto molto utile per "aggirare" due mali storici dell'università italiana: il primo è il sovraffollamento delle aule, il secondo, in parte conseguente, è la scarsa "produttività" dei nostri atenei (la bassa percentuale di chi si laurea rispetto agli iscritti). E' importante sottolineare che la teledidattica non sostituisce il rapporto diretto con il docente, che anzi è un elemento fondamentale, frequente e fecondo della formazione culturale dei giovani studiosi.

Dipartimento di Sociologia - Univesità degli Studi di MilanoGuido Martinotti, docente di sociologia urbana alla facoltà di Scienze politiche alla Università degli Studi di Milano - uno dei primi professori ad usare la teledidattica - sostiene che il contatto "elettronico" con lo studente al contrario di quello che si potrebbe pensare, rende più vicino e più intimo il rapporto fra allievo e docente:

"Chi non ha usato Internet soprattutto nella modalità interattiva (gruppi di discussione, chat line) non sa che cosa succede e non riesce a capire una cosa molto importante: quel momento di interazione, anche se è, come si dice, virtuale, perché non si conoscono le persone, (non si sa nemmeno che faccia abbiano, se hanno dei nomi o dei soprannomi), diventa, però, un momento in cui la comunicazione è molto profonda, perché è molto difficile evadere dall'interazione. In realtà, con gli studenti, io verifico continuamente che anche solo con l'e-mail si stabilisce un contatto molto più profondo con il docente e degli studenti fra di loro che su Internet fanno gruppo, mentre, in una classe spesso arrivano, si salutano e allo stesso modo se ne vanno.
Guido Martinotti Quindi, la conclusione provvisoria del discorso, è che questo strumento non soltanto ha una funzione strumentale per parlare con gli studenti, anche con quelli che non vengono a lezione; ma si tratta, veramente, di uno strumento che nel momento in cui viene adottato nelle sue formalità complete, radicali, in un certo senso, cambia profondamente la natura del rapporto fra il docente e gli studenti e anche il modo di imparare. Questo è il punto che bisogna capire".

L'esperienza di Milano non è l'unica in questo senso. Mario Ricciardi ha realizzato presso l'Università di Torino il corso "Teoria tecnica dei nuovi media" che è interamente basato su una comunità virtuale di teledidattica.

Alla facoltà di Sociologia di Urbino, grazie alle connessioni telematiche, il corso di Sociologia delle comunicazioni di massa può essere seguito anche da casa. Il videotelefono crea un contatto diretto con il docente che può fornire consigli e chiarimenti sulle lezioni.

Chi non ha la possibilità di accedere a un videotelefono, può mettersi in contatto con la facoltà partecipando a delle chat. All'indirizzo www.isssc.uniurb.it/td2000, il laboratorio della facoltà di Sociologia offre una serie di materiali interessanti come riferimenti bibliografici e pagine di approfondimento. Il tentativo è quello di creare un contatto continuo fra gli studenti che frequentano le aule della facoltà e i "navigatori" che seguono le lezioni nelle aule virtuali.

di Valeria Pini

Molti dei corsi di teledidattica riguardano le regole della comunicazione. In un qualche modo sono facilitati dal fatto che il tema del corso è proprio quello che si va sperimentando. Il problema è più difficile nel campo dell'insegnamento scientifico.

Andiamo allora a vedere cosa fanno gli ingegneri. "Virtue" è uno dei progetti di punta a livello europeo nella sperimentazione della teledidattica. Roberto Guidorzi, professore di Teoria dei Sistemi alla Facoltà di Ingegneria di Bologna, spiega come è organizzato il corso virtuale:

Nettuno"Direi che la nostra sperimentazione è abbastanza diversa dai corsi che Nettuno per esempio utilizza per i diplomi a distanza. Il canale utilizzato per trasmettere il nostro corso è quello di Internet. L'allievo non solo trova tutto il materiale didattico su ipertesti disponibili sul server, ma viene guidato da un tutore che lo segue attraverso il processo di apprendimento. Il laboratorio virtuale è realizzato in Java, il sitema che rende possibile la comunicazione fra differenti sistemi operativi. Questo è un aspetto chiaramente molto importante perché non obbliga gli allievi ad utilizzare uno strumento specifico (Windows, piuttosto che Macintosh, o Unix) rendendo fruibile il laboratorio a tutti. Gli allievi operano su dati reali e costruiscono modelli di processi reali.In questo modo si  confrontano con la stessa realtà con la quale opereranno poi a livello professionale".

Guglielmo TrentinLa conclusione di questa carrellata fra le sperimentazioni e i problemi della teledidattica la possiamo lasciare alle parole di Guglielmo Trentin, ricercatore del Cnr di Genova che ha recentemente pubblicato un libro su questo argomento "Insegnare e apprendere in rete"

"La considerazione finale che ne risulta è che se le tecnologie della comunicazione multimediale rappresentano già l' "oggi" e sicuramente il "domani" dell'uso educativo della telematica, restano ancora grandi incognite sulla nostra capacità di immaginare nuovi scenari per l'attività di gruppo e l'apprendimento collaborativo, sui nuovi modi di interazione educativa tesi a sfruttare in pieno il potenziale delle tecnologie della comunicazione a distanza".

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