Si è da poco conclusa a Positano
"Cartoons on the bay", il
festival internazionale dell'animazione televisiva che si avvia a diventare un
appuntamento sempre più importante per tutti gli appassionati di animazione.
Il festival ha presentato un programma molto ricco: oltre alla sezione dedicata al
concorso, è stata organizzata una "Vetrina Internazionale" non competitiva di
cartoni animati destinata alla visione da parte dei compratori, distributori e
programmatori televisivi, presenti al festival. 170 richieste di partecipazione, 65
filmati selezionati, 21 nazioni presenti, di cui 15 in concorso. La più prolifica è il
Regno Unito, con 18 cartoni in gara. A seguire la Francia con 14, gli Stati Uniti con 12,
il Canada 8, l'Italia 7, la Russia 2, Australia, Brasile, Cina, Germania, Irlanda, Spagna,
Svezia, Taiwan e Turchia 1. Queste le cifre della terza edizione di "Cartoons on the
bay".
Tra gli eventi principali della rassegna l'anteprima mondiale di "The
miracle maker", con un grande cast di attori che hanno dato voce ai personaggi del
Nuovo Testamento - una coproduzione gallese e russa, realizzata con tecnica mista: pupazzi
animati, disegni e computer animation, che uscirà in Italia alla fine dell'anno, in
previsione del Giubileo - e l'anteprima europea di "Doug's 1st Movie",
della Disney, film
ispirato alla omonima serie Tv americana, inedita in Italia.
Il cartone narra le disavventure di Doug, un dodicenne come tanti altri, alle prese con i
problemi della crescita. Particolarmente apprezzata, è stata una produzione tutta
italiana: la traduzione in cartoni animati di alcuni Classici dello zecchino d'oro.
L'iniziativa, promossa dall'Antoniano di Bologna, è
stata realizzata da alcuni tra i più famosi animatori italiani. Una particolare
attenzione è stata dedicata, a Positano alle conferenze, ai workshop. Vi segnaliamo
l'incontro sulla "Sit com animata", un nuovo genere che si sta sempre più
affermando, grazie anche allo straordinario successo dei Simpson; quello sulla "Stop
motion animation", ovverro sulla animazione di personaggi tridimensionali e il
"Buon compleanno Topolino", una kermesse dedicata al popolare personaggio di
Disney.
Un elemento caratterizante
del festival è stato inoltre la scelta di target differenziati nella presentazione dei
cartoni e nell'attribuzione dei premi: la produzione di cartoni animati, infatti, non è
solo prerogativa di un pubblico di bambini, ma è sempre più rivolta anche agli
adolescenti e agli adulti. C'era poi una rassegna di cortometraggi d'autore prodotti da
emittenti televisive di tutto il mondo, e una sezione dedicata alle anteprime mondiali ed
europee.
Una delle particolarità del festival è stata quella di prevedere un ampio spazio
dedicato a conferenze e workshop sull'animazione come "Animathon" laboratorio di
animazione che ha coinvolto ragazzi di alcune scuole medie nella produzione di veri e
propri cartoon.
Una delle presentazioni più significative della manifestazione racconta l'esperienza
produttiva di Rai Educational, che unisce lo
spot pubblicitario alla comunicazione didattica per parlare di temi sociali.
Allo scopo
di sensibilizzare i ragazzi, su temi ambientali, politici, umanitari, e scientifici, la
Rai ha lanciato una campagna educativa dal titolo "Noi, cartoni animati dalle
migliori intenzioni", che è stata proprio presentata da Rai Educational a
"Cartoons on the bay". Si tratta di 75 spot di animazione di 90 secondi l'uno,
concepiti in un quadro di collaborazione con l'Onu, il
cui ufficio per Servizi e Progetti (UnoPs) ha curato la definizione del contenuto, e la
cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri.
"Abbiamo in qualche modo alimentato una dialettica, uno scontro talvolta tra la
parte contenutistica, curata dagli esperti che operano nel campo dello sviluppo e, la
parte artistica portata dai creatori di film, che sono più sensibili a quello che il
pubblico può sentire più vicino - ha spiegato Luciano Carrino della cooperazione allo
sviluppo del Ministero degli Esteri. Il film d'animazione ci è sembrato un buon mezzo,
può raggiungere i bambini, gli adulti, le scuole, tutti e far capire cose anche complesse
come i problemi della pace, della guerra, della salvaguardia dei diritti. Le nuove
tecnologie, che sono state utilizzate per la produzione di questi film, ci erano
sconosciute a noi come esperti e, direi che noi forse abbiamo fornito degli argomenti che
non erano conosciuti. Ma abbiamo a nostra volta imparato che i mezzi espressivi erano
infinitamente più complessi e più interessanti di quello che immaginavamo. Il risultato
è abbastanza interessante, da un punto di vista della sintesi fra gli aspetti
contenutistici e l'uso delle nuove tecnologie".
Un team singolare quindi per una campagna per cui sono stati messi a disposizione da
parte del Ministero delle finanze italiano, gli utili
della Lotteria Italia del '94. Un investimento complessivo di 15 miliardi di lire, un
miliardo e 200 milioni circa per ogni cartoon realizzato, per un costo medio di 15 milioni
di lire al minuto per ogni spot. Didattica, linguaggio pubblicitario, uso delle nuove
tecnologie una combinazione inconsueta per la produzione italiana che sembra così
orientarsi verso il cosiddetto "edutainment",
dall'inglese "education" e "entertainment", educazione e
intrattenimento come spiega Gianni Bellisario, capo progetto de "Noi cartoni animati
dalle migliori intenzioni":
"La linea dell'educare divertendo o comunque per lo meno non annoiando con una
comunicazione che si rifà alla tipologia pubblicitaria, specie per la durata, è
senz'altro quella che è stata seguita in questo progetto. La cosa più difficile è stata
quella di far combaciare le idee dei consulenti scientifici con le esigenze degli artisti
in modo da ottenere dei prodotti di qualità che potessero fare informazione in una
maniera leggera, come si addice ad uno spot, che è a metà fra un programma televisivo ed
uno spot pubblicitario e, quindi, con una tecnica di comunicazione che fosse immediata e
che cogliesse il significato di ciascun argomento in modo da lanciare un messaggio diretto
o indiretto su come si dovrebbero affrontare questi argomenti".
La realizzazione artistica è stata affidata ad alcuni tra i cartoonisti italiani più
apprezzati che hanno presentato i loro progetti. Cinque i produttori selezionati per la
realizzazione di tre blocchi di cinque minifilm. Le tecniche di animazione utilizzate sono
state le più varie, dal cartone tradizionale, alla pittura su vetro, alla carta.
Guido Manuli,
sceneggiatore e regista, con la sua Filmaster, ha utilizzato per gli spot la tecnica
pubblicitaria della ripetitività: "ho giocato sulla ripetitività della storia, ho
fatto 15 storie con lo stesso schema e gli stessi personaggi perché trovo che nella
ripetitività un messaggio può entrare meglio nella memoria delle persone". Il
regista Maurizio Forestieri per gli spot di Rai Educational ha utilizzato tecniche
tradizionali e nuove tecnologie per gli spot da lui curati: "sono un cultore del
vecchio e del nuovo - ha detto Forestieri - nel senso che mi piace moltissimo la tecnica
tradizionale e la tecnica pittorica, che sono state realizzate con la macchina da presa,
quella verticale, allo stesso tempo ho utilizzato tecniche come il carboncino, la matita
su carta, attraverso le nuove tecnologie che aiutano moltissimo a velocizzare i tempi di
lavorazione, permettendo anche a noi in tempi rapidi di realizzare una miniserie di
animazione".
Collegato al progetto di Rai Educational, ma anche componente del Comitato d'Onore
del festival e soprattutto grande creativo, il più noto disegnatore italiano, Bruno Bozzetto, ha
divertito, giornalisti e pubblico, con il suo cartoon computerizzato sulle differenze di
comportamento tra italiani ed europei in alcune situazioni del quotidiano.
"Il film si chiama Europa e Italia - ha spiegato Bozzetto - mi incuriosiva
il comportamento degli italiani e degli europei, perché è effettivamente diverso. Forse
la caratteristica di questo film è che è stato realizzato tutto con computer, con Flash, un programma di animazione in 2d. Tuttavia il
computer serve esclusivamente come aiuto per certi lavori assolutamente tediosi, come la coloritura o la
ripresa. Nella parte creativa non è cambiato assolutamente nulla. L'idea, la parte vitale
del film resta sempre quella fatta a mano con l'olio di gomito. Il computer aiuta molto
però va usato con intelligenza, non bisogna mai abusarne".
L'animazione italiana è dunque sempre più proiettata verso standard internazionali.
L'Europa e gli Usa divengono partner nell'ideazione, finanziamento realizzazione cartoon,
che per loro natura travalicano le frontiere. Negli ultimi quattro anni, la Rai ha
investito in animazione 45 miliardi di lire, che hanno permesso di sviluppare e finanziare
progetti il cui budget è di circa 200 miliardi di lire.
"Investire per lo sviluppo di un polo d'animazione europea, è stata essenzialmente
una scelta rivolta a partner europei - spiega Max Gusbert Vice presidente Rai fiction,
responsabile produzione animazione della Rai. Questo perché l'animazione in Europa negli
ultimi dieci anni ha avuto un grande sviluppo grazie anche ai finanziamenti della
Commissione Europea del programma Media in particolare in Francia, terzo produttore
mondiale d'animazione dopo Stati Uniti e Giappone. Si producono in Europa 700 ore di
cartoni animati, quindi la produzione si è decuplicata nel '96 non vi era alcuna
produzione italiana nel '97 siamo stati in grado di diffondere le prime 19 ore di
animazione in Italia nel '98 saranno 41 ore ma saranno 80 le ore di animazione Europea,
circa la metà italiana l'altra metà europea, la nostra scelta in Europa si rivolge nei
confronti dei partner Francesi e Spagnoli".
Dal punto di vista distributivo il ciclo di vita dei cartoon è lungo e la moltiplicazione
della domanda legata all'uso del digitale pone l'animazione in una posizione strategica
per il rispetto delle quote europee nei confronti della produzione e distribuzione degli
Usa. "Monster
mash" ad esempio nato da un'idea di Guido Manuli. Costato due milioni di dollari, è
il primo film d'animazione di lungo formato frutto di una coproduzione al 50% tra la Rai e
una casa di produzione di LosAngeles, la Dic Entertainment. Robby London, vice-presidente
della Dic Entertainment, parla di questa esperienza di coproduzione:
"La coproduzione offre due vantaggi principalmente. Il primo, come è facile
immaginare, è la condivisione dell'impegno finanziario col partner. E questo è utile,
perché fare cartoni animati è molto dispendioso economicamente. Ma l'aspetto di gran
lunga più interessante della coproduzione è lo scambio culturale. Attraverso la
coproduzione è infatti possibile entrare in contatto e conoscere il punto di vista di una
cultura differente. Ed è assolutamente necessario a livello creativo confrontarsi con
diversi punti di vista perché i cartoni animati devono poter essere visti ovunque nel
mondo. Ovviamente i computer hanno permesso di servirsi di una grande varietà di tecniche
per fare molte operazioni differenti. Col computer puoi fare il tridimensionale, il motion
capture, l'animazione in tempo reale - nelle quale i cartoni replicano i movimenti degli
animatori. Secondo me il segreto delle nuove tecnologie non sta tanto nell'usarle per il
solo gusto di servirsene ma nell'utilizzarle unicamente quando sono utili allo sviluppo di
una storia. La cosa più importante per i cartoni animati infatti è raccontare una storia
- e se la tecnologia aiuta a farlo allora è assolutamente utile. Di fatto però ho visto
moltissimi cartoni animati nei quali la tecnologia non giova allo svolgimento della
storia. Questo penso sia il danno peggiore che può esserci con le nuove tecnologie". |
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