La cultura contemporanea si sta sempre più orientando verso i linguaggi della
visione, dell'immagine. Su Internet e nei prodotti multimediali in genere il peso della
parola diminuisce a favore dell'immagine.Tutto questo crea non pochi problemi ai non
vedenti. Per la sua caratteristica peculiare di essere un deficit relativo alla
percezione, uno degli ostacoli, degli handicap principali che il non vedente deve
affrontare è di natura linguistica. Con l'introduzione della scrittura, più di duemila
anni fa il senso della vista ha acquisito sempre maggiore importanza nella nostra vita
quotidiana, nell'apprendimento e quindi nella cultura e nella società. Questo fattore di
esclusione per le persone prive di sensazioni visive è stato in parte risolto con
l'invenzione del codice Braille che trasforma numeri e lettere del nostro linguaggio in un
carattere percepibile dal polpastrello della mano.
La rivoluzione digitale ha reso sempre più facile il trasferimento delle informazione
da un codice all'altro: ogni lettera, trasformata in sequenza di 0 e di 1 può essere poi
riconvertita dall'elaboratore in formato Braille o letta da un sintetizzatore vocale. In
questo modo sono nati tutta una serie di ausili.
Da oltre un secolo e
precisamente dal 1881 l'Istituto Francesco Cavazza di
Bologna si occupa dell'assistenza, della formazione e della crescita delle persone non
vedenti, con lo scopo sostanziale di aumentare il loro livello di autonomia. In
particolare dalla metà degli anni '80 l'Istituto ha avviato un'attività sperimentale che
individua nelle nuove tecnologie una fonte di integrazione sociale e culturale dei ciechi.
Tale attività è ancora oggi mirata alla ricerca sull'hardware e sul software che
facilitino per queste persone l'accesso, la produzione e la gestione delle informazioni.
Da un punto di vista hardware videoingranditori per gli ipovededenti, terminali Braille e
sintetizzatori vocali consentono un maggior controllo di ciò che appare sullo schermo del
computer sia quando la persona scrive e quindi per avere una immediata verifica del lavoro
che sta compiendo, sia per accedere ad altri tipi di informazione come testi scritti da
altri, siti Internet, ecc. In questo caso la codifica digitale consente di trasformare
qualsiasi tipo di carattere alfanumerico in formato Braille e pertanto di operare una
traduzione in tempo reale. Seguendo lo stesso principio le stampanti Braille e soprattutto
la tecnologia Ocr permettono, almeno in linea teorica, di trasformare qualsiasi testo in
un linguaggio accessibile ai non vedenti. Ci sono poi programmi pensati appositamente per
gli ipovedenti che permettono di
ingrandire adeguatamente icone e scritte e configurare contrasti particolari per agevolare
la vista. Da segnalare sul sito Internet dell'istituto un'iniziativa assai importante il Progetto Telebook, un catalogo di
libri in formato digitale e fruibile dai non vedenti. In questo senso la Rete costituisce
un ottimo veicolo per la divulgazione della cultura in un linguaggio accessibile anche ai
disabili. di Cristina Bigongiali
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Abbiamo osservato come gli ausili traducono
ciò che noi percepiamo attraverso la vista, in linguaggi che richiedono l'uso di altri
sensi. Ma abbiamo anche iniziato a constatare come la nostra società diventa ogni giorno
più complessa e richiede di accedere ad un numero sempre maggiore di informazioni che
vengono presentate in formati diversificati. A questo proposito alcuni non ritengono che
il cyberspazio sia necessariamente un luogo d'incontro, ma che esso possa condurre ad un
isolamento in grado quindi di creare nuove barriere, non solo per i non vedenti e per i
disabili ma per tutti.
"Le prospettive sono, per certi versi, le stesse di tutti - sostiene Andrea Canevaro, professore di Pedagogia
Speciale all'Università di Bologna - nel senso che per
tutti c'è una maggiore possibilità di comunicazione. Ci sono comunque alcuni rischi
legati a questo tipo di comunicazione. Per la rapidità con cui essa avviene può essere
troppo disinvolta se non è accompagnata dalla giusta riflessione. Inoltre bisogna stare
attenti, quando ci si trova di fronte a una persona disabile, che per superare certe
barriere non se ne creino poi delle altre. Per esempio crediamo di essere in gran
contatto, mandandoci messaggi molto frequenti ma non ci incontriamo più. Credo che
l'incontro sia quasi sempre un incontro dei cinque sensi che per posta elettronica non
sono esercitati. Bisognerebbe potere farlo diventare un elemento complementare agli
incontri, e mai sostitutivo agli incontri".
Si tratta di un dibattito importante che non riguarda tanto l'aspetto tecnologico,
quanto quello culturale: ma sicuramente voler stare al passo delle innovazioni
tecnologiche per chi ha un deficit richiede uno sforzo superiore.
Gli ausili per i non vedenti devono quindi rincorrere questo sviluppo. Ad esempio
l'esplosione degli ambienti grafici di Windows hanno creato una barriera tecnologica
poiché questi sistemi operativi trattano anche il testo come immagine. Ci sono voluti un
po' di anni per adattare gli ausili a questi nuovi sistemi di codifica. Ancora oggi però
il software che gestisce la trasformazione dei dati e dei programmi di Windows richiede
operazioni più macchinose rispetto all'ambiente Dos.
Questa problematica è sentita in modo ancora maggior nel caso di Internet
e della multimedialità: con questi nuovi strumenti, infatti, diminuisce sempre più il
peso della parola a favore dell'immagine; a volte anzi la parola stessa si fa immagine. Vi
sono software di screen reader (come Windots o Jaws) che riescono a
tradurre pagine web interpretate da comuni browser come Natscape o Explorer in alfabeto
braille oppure le leggono con la sintesi vocale. In alternativa vi sono programmi di
navigazione che funzionano sotto Dos. In entrambi i casi, però, esistono ancora siti che
rimangono inaccessibili ai non vedenti poiché l'architettura della pagina è molto
articolata. Il sito cast.org ad esempio ha proprio la
funzione di verificare se una pagina Web può essere fruibile dai programmi a disposizione
dei non vedenti.
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A volte ciò che rende difficoltosa la navigazione non sono tanto le immagini, quanto
la struttura della pagina, cioè la disposizione degli oggetti al suo interno, come nel
caso del Corriere della Sera on line. La presenza di
frame, cioè parti in cui viene suddiviso lo schermo, di menu a tendina, di settori in cui
è previsto lo scorrimento testo, rende difficoltoso al non vedente orientarsi all'interno
del video con gli ausili che ha a disposizione. Ricordiamo, infatti, che il senso della
vista non è solo utile alla visione di immagini o alla lettura di testi, ma anche alla
percezione dello spazio in cui è inserito il nostro corpo ed alla regolazione del nostro
movimento. Se nel mondo reale questo compito di orientamento può essere sostituito da
altri sensi, non sempre questo è possibile in quello virtuale.
Il costante sforzo da parte dei non vedenti di interagire con le tecnologie, deve
trovare pero' un riscontro nella disponibilità dei Web master o dei progettisti
multimediali a fare più versioni di uno stesso sito o di uno stesso prodotto, come si è
spesso soliti fare fornendo gli stessi contenuti in più lingue.
Con minimo sforzo tecnologico è possibile anche l'adeguamento di bancomat, telefonini
cellulari, totem
telematici che si trovano nelle stazioni o nei musei; tutto ciò non richiede
altissima innovazione tecnologica ma solo l'acquisizione di una mentalità più
flessibile. Solo così si può giungere ad una cultura del dialogo e dell'integrazione.
Mario Censabella, presidente dell'Unione Italiana Ciechi,
spiega in quale direzione ci si stia muovendo per colmare la distanza che ancora c'è fra
non vedenti e le strutture pubbliche e lavorative.
"La nostra idea è di
portare avanti la presenza dell'Unione Italiana Ciechi, dei non vedenti, in questa
realtà, cercando di assecondare quelli che saranno gli sviluppi che questa realtà avrà
nella vita di tutti i giorni, telelavoro, 'domottica', cioè l'idea di portare Internet
come strumento di comunicazione all'interno delle case, che vada a sostituire il telefono,
che è uno strumento, a mio avviso, tecnologicamente vecchio, quando squilla occorre che
qualcuno sia presente per rispondere, scomodo, economicamente superato, Internet è uno
strumento asincrono, uno strumento che non richiede la continua presenza e quindi
senz'altro entrerà positivamente nelle case e il nostro obiettivo sarà quello di
portarlo anche nelle case dei non vedenti con la stessa funzionalità con la quale sta
entrando nelle case dei vedenti. Una risposta più dettagliata a questa domanda è
estremamente difficile, cioè quando Leonardo da Vinci ha disegnato il primo aeroplano, ha
dato l'idea del volo, ma non poteva pensare alla forma che avrebbe assunto il Concorde,
perché la forma che assume la tecnologia non è mai nelle mani di una persona o di un
ente, ma è nelle mani dei bisogni che muovono l'umanità in cui questa tecnologia si
sviluppa". |
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