La ricostruzione attraverso tecnologie
digitali dei capolavori del passato è un modo di accostarsi all'arte attraverso le nuove
tecnologie che in questi anni sta dando risultati sorprendenti dal punto di vista della
spettacolarità. Molto meno spettacolari sono spesso i musei tradizionali - che però si
stanno sempre più "attrezzando" con vere e proprie sale multimediali, tali che
il visitatore possa più facilmente accedere a commenti, immagini, biografie prima di
iniziare la visita vera e propria.
Da qualche mese gli appassionati d'arte hanno una possibilità in più per ammirare una
delle collezioni più importanti al mondo. Le 45 sale degli Uffizi, di cui alcune mai aperte al pubblico,
possono infatti essere percorse virtualmente, dettaglio per dettaglio, scoprendo i segreti
e la storia di circa duemila opere d'arte, dall'Angelo Musicante del Rosso Fiorentino, al Tondo Doni di
Michelangelo, all'Annunciazione del Bronzino, con un livello di definizione altissimo. In
una delle sale dell'accoglienza sono state allestite varie postazioni dalle quali è
possibile una visita virtuale della galleria. Una équipe di fotografi, architetti,
esperti di tecnologie e storici dell'arte hanno così lavorato per più di un anno per
selezionare più di seimila foto, acquisirle e digitalizzarle e creare un enorme banca
dati fruibile dal visitatore all'interno dell'area multimediale, ed in parte anche dal
sito www.uffizi.firenze.it.
Il poter accedere virtualmente fra sale e
collezioni dei grandi musei italiani ed esteri non sta affatto limitando la visita ai
musei veri e propri. Anzi, è stato osservato che è uno stimolo in più per ripercorrere
realmente i vari tragitti espositivi dei musei. Molti di questi inoltre hanno messo una
gran parte della loro produzione in vetrina su Internet in cui si possono anche trovare
musei non esistenti nella realtà, ma che vivono solo sulla Rete. Alcuni di questi
presentano delle vere proprie gallerie d'arte virtuali.
Le tecnologie digitali
inoltre sono indispensabili anche per ricostruire, sempre in virtuale, opere non più
esistenti. E' il caso della ricostruzione della basilica Ulpia realizzata dalla Infobyte di Roma.
Collezioni disperse o non più accessibili al pubblico per le motivazioni più
disparate possono ritrovare una loro visibilità, come giusto, data l'unicità e
l'importanza che ogni opera d'arte rappresenta per la nostra storia. La Infobyte partecipa
anche al progetto Mosaic,
"Museum over states and virtual culture", promosso dalla Comunità Europea con
la finalità di avvicinare il pubblico alle opere d'arte esistenti in Europa. L'obiettivo
è quello di dare una più ampia e nuova visibilità al patrimonio culturale di ciascun
paese utilizzando le tecniche multimediali più avanzate e facilitando la conoscenza sia a
studiosi che a semplici interessati di ogni età e nazione.
Abbiamo dunque visto che le tecnologie digitali
possano avere un ruolo importante nella gestione del patrimonio artistico: sono di
supporto alle forme tradizionali di diffusione dell'opera d'arte, i musei, come nel caso
degli Uffizi, ne stimolano di nuove, come la creazione di musei virtuali, esistenti
solo sul Web e nel complesso servono a dare nuova visibilità al patrimonio culturale. |
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