Che cosa succede se fra corpo e arte si inserisce
un bisturi? Il corpo, da sempre oggetto di rappresentazione da parte degli artisti, per Orlan - nota artista francese che da
più di trentanni lavora sul concetto di identità femminile - diventa la
tela su cui lavorare. Lartista compie performance molto provocatorie
lasciandosi riprendere mentre si sottopone a degli interventi chirurgici, proponendo poi
allo spettatore le immagini cruente delle trasformazioni del suo corpo come opere
darte.
Orlan è la prima artista ad usare la chirurgia estetica - ripresa in diretta via
satellite, o in video, o fotografata - come strumento di comunicazione artistica.
Orlan, fino dalle sue prime performance, ha lavorato proprio sui modelli imposti al corpo
femminile dal desiderio maschile. Basti pensare al suo rifacimento del famoso
Déjeuner sur lerbe di Manet in cui tutti gli uomini sono vestiti e solo
la donna è offerta nuda agli occhi di chi guarda. Orlan, in unopera che riprende la
scena del quadro, ribalta la situazione: lei è la sola vestita mentre tutti gli uomini
sono nudi, oggetti sessuali offerti agli sguardi. I media sono veicoli molto potenti di
stereotipi che riguardano limmagine femminile e lidentità corporea.
Lesempio più banale ci viene dalla Tv: sembra che una donna non possa comparire in
video, ed essere proposta come modello estetico, se non risponde a canoni precisi ed
uniformanti - le labbra gonfie, gli zigomi alti, seni proprompenti.
Quando Orlan riprende in video le sue operazioni di chirurgia estetica
elimina la censura, che nasconde il percorso che una donna deve compiere per corrispondere
ad un modello estetico, anzi mostrando loperazione nel suo svolgersi ne mette in
risalto il lato orribile e doloroso e lo fa con una grande carica di ironia eversiva. In
una delle ultime operazioni si è fatta collocare sulla fronte le protesi che generalmente
servono per rialzare gli zigomi: uno slittamento di qualche centimetro è stato quindi
sufficiente per trasformarla da angelo di bellezza a diavolo del dubbio.
Normalmente
vengo considerata unartista che rappresenta i criteri
standard estetici della nostra società, benché questi due
bernoccoli diano vita, al contrario, a una specie di lotta
furibonda con i nostri attuali standard, e parlano del corpo
mutante. Adesso sto lavorando, oltre che sul mio corpo reale,
anche con il virtuale. Con unelaborazione Photoshop
digitale, realizzata al computer, ho mescolato la mia immagine
con sculture che rappresentano lo strabismo che nella civiltà
precolombiana era considerato un canone estetico, un fondamentale
criterio di bellezza al punto che ai neonati fin dalla nascita
venivano applicate sugli occhi palle di terra o di cera, per
far sì che imparassero a storcere lo sguardo. Uso il virtuale
per mescolare canoni di bellezza diversi per questo, nellimmagine
realizzata con Photoshop si vedono al contempo i miei due
bernoccoli e lo strabismo. Per ora ho intrapreso questa ricerca
per il mercato precolombiano, perché ho realizzato molte esposizioni
nellAmerica Centrale. Ma in seguito lavorerò anche con
lAfrica, lAsia e lEgitto, dove si praticava
persino la deformazione del cranio.
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Alcune immagini del lavoro di Orlan sono
molto dure e lartista ne è pienamente consapevole: Mi dispiace farvi soffrire
- ha detto durante unoperazione ripresa in diretta e trasmessa via satellite - ma
ricordatevi che io non sto soffrendo, mentre le guardate, soffrirò solo dopo nel
riguardarle in video. Ci sono poche immagini che ti forzano a chiudere gli occhi: morte,
sofferenza, apertura del corpo, alcuni aspetti della pornografia, per alcuni, per altri la
nascita. Ma sentiamo ancora da Orlan perche lavora su corpo e tecnologia e cosa
pensa della chirurgia estetica:
In realtà non sono contraria alla
chirurgia estetica: sono contraria alluso che se ne fa. Cè oggi una
standardizzazione completa, che si tratti di uomini o di donne; quel che cerco di mostrare
è che la bellezza può assumere sembianze che non sono considerate belle. Se lei descrive
da lontano la mia figura, e dice è una donna con due bernoccoli sulle tempie,
qualcuno penserà ma è un mostro! Ma quando poi mi vede, le cose vanno
diversamente. Daltronde, cosa abbastanza divertente, oggi molti giovani stilisti
hanno compreso quel che voglio dire, e quelli che hanno sempre lavorato a una certa
immagine della donna, dellamore, della donna perfetta, giovane, magra, bella,
eccetera, insomma a una determinata estetica femminile cominciano a ricredersi.
Per esempio,
cè un artista molto interessante che si chiama W.L.T.,
che è stilista, e mi fa continui regali con le sue modelle a cui fa mettere, con prodotti
cosmetici, lattice eccetera, gli stessi bitorzoli che ho io; insieme abbiamo realizzato un
catalogo per il Museo Boismans, nel quale mi si vede effettivamente con lo stesso naso ma
in lattice, e con i miei veri bernoccoli, e intorno a me ci sono modelle tutte con
bernoccoli di lattice. Questo però è un po strano per me, e mi è difficile
accettare lidea che dun tratto la moda si impadronisca del mio lavoro, che in
verità va contro le mode, e non si prefigge minimamente di lanciare una nuova moda.
Vorrei dire a tutti quanti: Provate a fare quel che vi piace del vostro corpo, nel
modo che più vi aggrada, cercando di liberarvi appunto di tutti i diktat che vi vengono
imposti, sia dalla pubblicità che dalla moda, dai giornali, dal cinema, dai film, e così
via. Io dico, al contrario, fate il contrario, il mio è un invito a deformattarsi.
Il corpo sembra quindi diventare un nuovo mezzo di comunicazione, una materia da
plasmare e una nuova forma di espressione della libertà individuale anche il modificarlo
a proprio piacimento.
Le operazioni di chirurgia estetica al centro delle performance di Orlan ci fanno
riflettere su come oggi il rapporto fra corpo e tecnologia sembri diventare sempre più
stretto. Daltra parte lingegneria genetica, le nuove tecnologie mediche
endoscopiche, limpianto di protesi tecnologiche in corpi viventi ci costringono a
chiederci se i confini fra ciò che è corporeo e ciò che è tecnologico, fra naturale e
artificiale non stiano diventando sempre meno precisi, sempre più sottili.
La dottoressa Alfano
Miglietti, teorica delle mutazioni e direttrice della rivista Virus, si occupa da tempo di quegli artisti che di questi
confini labili tra corpo e tecnologia hanno fatto una forma darte. Le abbiamo
chiesto di commentarci il percorso artistico di Orlan rispetto al tema dellidentità
di genere:
Il problema di Orlan è proprio
quello di mettere il famoso dito nella piaga: Orlan non allarga la sua bocca e non gonfia
le sue tette, ma si fa due bozzi sulla fronte. Questo passaggio è un passaggio molto
importante perché il passaggio è quello di non somigliare ad un canone che vuole che il
femminile abbia delle caratteristiche, ma che interpreta e rivede completamente una
struttura, sia fisica che mentale. Orlan ha sempre lavorato sul corpo, ha un passato di
body artist. Le prime azioni di Orlan sono fortemente legate ad una denuncia
politica, mentre le ultime operazioni di Orlan sono più rivolte ad un universo mediale
che guarda più al futuro, che guarda quindi anche ad un corpo che si smaterializza in
Rete. Non è un caso appunto che Orlan faccia accedere nelle camere operatorie, dove lei
modifica il suo corpo, delle videocamere e spesso vengono trasmesse sia in Internet che
via satellite, in diversi luoghi contemporaneamente ai suoi interventi. La cosa che crea
molto scandalo, non è tanto la trasformazione corporale, ma il processo con cui vi si
arriva. Il materiale che è in esubero dei suoi interventi chirurgici finisce su delle
opere di Orlan. Orlan dice che finché avrà un pezzettino di carne o di cellule, sarà
disseminato sulle sue opere. Il suo progetto finale è quello di far mummificare il suo
corpo per metterlo in un museo, perché il suo lavoro è il suo corpo, la sua mutazione è
una mutazione c he non è semplicemente una mutazione genetica o semplicemente una
mutazione umana verso unaltra condizione, ma è una trasformazione artistica, è una
trasformazione che alla fine tende a dimostrare quanto il concetto di umano può essere
manipolato, possa essere sofisticato e può essere agito come qualsiasi altro
materiale.
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