Nel nostro secolo sono aumentate
notevolmente le possibilità di comunicazione e di relazione tra gli individui. Questo è
avvenuto in un primo tempo attraverso le reti di trasporto, attraverso le autostrade o le
ferrovie e, attualmente, avviene anche attraverso le reti telematiche, Internet o i
terminali Bancomat. Cerchiamo allora di sviluppare un confronto tra questi due mondi, tra
questi due tipi di "rete", quella dei trasporti e quella delle
telecomunicazioni.
Entrambe hanno come obiettivo rendere possibili e aumentare le relazioni e gli scambi
tra le persone. La prima, quella dei trasporti, in una dimensione reale, la seconda,
quella telematica, in una dimensione più astratta e immateriale.
La relazione tra le due diverse reti di
connessione è, dunque, forte. Non è un caso, infatti, che il linguaggio del mondo
telematico faccia uso continuo di analogie con il mondo dei trasporti: si
"naviga" su Internet, si "viaggia" sulle autostrade
dellinformazione, si visitano dei "siti" in Rete. Lobiettivo delle
due reti è lo stesso: comunicare, aumentare le possibilità di interazione tra gli
uomini.
Nel corso del nostro secolo i mezzi di trasporto (treno, automobile, metropolitana,
aereo) hanno creato un aumento notevole dei flussi di beni materiali, cioè delle merci, e
di persone e quindi delle possibilità di incontro fisico e di comunicazione tra gli
individui. A Parigi nel 1996 è nato Arep, un progetto
mirato a sviluppare, in Francia e allestero, la progettazione dei Poli di Scambio,
cioè di architetture per linterconnessione e la distribuzione di flussi di ogni
tipo, intese come punti nodali di incrocio e smistamento delle differenti reti di
trasporto urbane, metropolitane e regionali.
Al di là delle reti tradizionali di comunicazione, oggi è il momento delle nuove
reti, le reti di telecomunicazione, cioè di comunicazione a distanza che estendono
allinfinito le modalità di interazione tra individui, trasferendole in una
dimensione astratta e virtuale.
Unesperienza molto interessante è stata condotta negli U.S.A. da due architetti
americani, riuniti sotto la sigla di Asymptote: il New York
Stock Exchange (N.Y.S.E.). Si tratta del primo progetto di Borsa virtuale, dove al
posto di beni o merci materiali, si incrociano esclusivamente
informazioni e dati immateriali in uno spazio virtuale. Fenomeni come questo stanno
trasformando il nostro rapporto con lo spazio reale annullando la nozione di distanza: è
questa la rivoluzione urbana di fine secolo.
In futuro, dunque, potremo scegliere di abitare in qualunque parte del mondo poiché
essere al centro di una rete di connessione dipenderà non più soltanto da dove ci
troviamo fisicamente ma soprattutto dal nostro potenziale informatico di connessione e
comunicazione.
Stanno cambiando proprio quei canoni fondamentali che hanno caratterizzato per secoli le
città storiche, teatro dello scambio e della comunicazione, secondo i quali la differenza
tra città e campagna, tra centro e periferia indicava esclusivamente una differenza di
opportunità e di esperienze ed era chiaramente misurabile in termini di distanza fisica.
Nel prossimo millennio la centralità sarà data dalla capacità di connettersi ad una
rete informatica proprio come in passato era data dalla capacità di connessione ad una o
più reti di trasporto.
Di fronte al trasferimento su di un piano astratto e virtuale delle nostre esperienze e
del nostro interagire "a distanza" con il mondo e con la società, cè
chi, come il filosofo francese Paul
Virilio,
annuncia la presenza di una "minaccia" incombente, la minaccia della perdita di
realtà: "Limpatto delle nuove tecnologie e della realtà virtuale potrebbe
assumere unimportanza considerevole al punto da farci perdere i nostri punti di
riferimento nello spazio reale, proprio come succede con la stereofonia: cè uno
spazio attuale, lo spazio della presenza concreta, e cè uno spazio virtuale. Trovo
che queste due dimensioni spaziali interagiscano luna con laltra, e che lo
spazio virtuale non sia semplicemente come una scena teatrale o unimmagine
fantastica, o un sogno. Si tratta di luoghi di azione nonché di interazione: per questo
è essenziale che spazio attuale e spazio virtuale funzionino come i bassi e gli acuti in
stereofonia o come accade nella stereoscopia, per il fatto che esiste una unità di
percezione del reale. Oggi, dinanzi allaffermazione delle nuove tecnologie, si
rischia di perdere la realtà, di precipitare nel disordine, di arrivare a uno
sdoppiamento dellidentità del reale".
Per difendersi dalla "minaccia della perdita di realtà" è necessario
trovare un equilibrio tra le due dimensioni del nostro vivere contemporaneo. Da un lato,
quella reale della nostra esistenza corporale articolata allinterno di reti
materiali e, dallaltro, quella virtuale del nostro interagire a distanza
nelluniverso illimitato delle reti telematiche.
Continuando nel nostro parallelismo tra reti, possiamo allora paragonare la stazione
ferroviaria e ogni altro tipo di polo di scambio alla nostra postazione informatica, cioè
al nostro computer, luogo di incrocio e di interconnessione di flussi immateriali, dati,
informazioni, messaggi di ogni tipo. E quello che accade nella rete internet, dove
esistono diverse forme di luoghi virtuali.
La rivoluzione urbana generata dallo sviluppo delle reti tecniche sembra dunque aver
prodotto una perdita di valore del luogo come fonte di certezza e di identificazione di
sé stessi: una scomparsa di senso dei luoghi nei quali esercitare unazione, una
pratica sociale integrata ad uno spazio urbano. La rete internet sta già da oggi
generando alcune forme di luoghi con queste caratteristiche. Se si pensa al valore di
autoidentificazione del luogo sacro di una chiesa per l'esercizio della pratica religiosa
o del luogo di una piazza per gli incontri sociali, oggi questi spazi vengono quasi del
tutto soppiantati dalla pratica quotidiana ed individuale della telecomunicazione e
dell'interazione digitale tra gli individui in rete.
Se in futuro grazie allavvento delle reti telematiche sarà possibile fare tutto
"a distanza" (operazioni bancarie, acquisti, certificati, lavoro) che senso
avrà ancora costruire delle città, cioè progettare, costruire e vivere in un
determinato spazio fisico, in un determinato luogo? La realtà sembra allora destinata a
scomparire in uno "schermo totale", come afferma un altro filosofo francese,
Jean Baudrillard: "Sì, certo, la realtà è già scomparsa in certo modo, ma perché
essa in fin dei conti, a mio avviso, non è mai altro che leffetto di uno stimolo,
di un modello. Cè un modello di realtà, un principio di realtà, che è stato
costruito e che si può scomporre molto rapidamente. E in effetti una sorta di
costruzione quella che si è sgretolata sotto la spinta delle tecnologie moderne, delle
nuove tecnologie in particolare. La cosiddetta realtà virtuale ha senza dubbio un
carattere generale e in qualche modo ha assorbito, fin quasi a sostituirla, la realtà,
nella misura in cui nella virtualità tutto è il risultato di un intervento, è oggetto
di varie operazioni. Insomma tutto si può realizzare di fatto, anche cose che in
precedenza si opponevano luna allaltra: in passato, da una parte cera il
mondo reale e, dallaltra, c'erano lirrealtà, limmaginario, il sogno.
Nella dimensione virtuale tutto questo viene assorbito in egual misura, tutto quanto viene
realizzato, iper-realizzato. A questo punto la realtà in quanto tale viene a perdere ogni
fondamento: non vi sono più riferimenti al mondo reale e tutto vi si trova in qualche
modo programmato o promosso dentro una super formula che è, appunto, quella del virtuale,
delle tecnologie digitali e di sintesi".
Il nostro secolo, grazie allo sviluppo delle reti tecniche, ha segnato
unaccelerazione nel processo di liberazione progressiva dalla nozione di limite
spazio temporale. Con lo sviluppo dei mezzi e delle reti di trasporto (treno, automobile,
aereo, fino ad arrivare allalta velocità o alla velocità supersonica del Concorde),
luomo ha cercato progressivamente di superare il limite della dimensione spaziale,
della distanza fisica, cercando di ridurre al minimo possibile il tempo di percorrenza
materiale tra due luoghi reali e distinti, distanti nello spazio.
Con lo sviluppo delle telecomunicazioni (radio, telefono, televisore, computer ed
infine Internet), luomo è riuscito a superare il limite fisico dello spazio,
trasferendo la propria esistenza in una dimensione "live", in tempo reale,
annientando ogni sorta di distanza fisica. Luomo contemporaneo, Prometeo di fine
millennio, ha cercato di superare, grazie alluso della tecnica, il limite stesso
della sua esistenza corporea e materiale. |
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