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Tecnologia - Navigazione del 09/04/99 

Mpeg e lo Cselt

di Michele Alberico

Servizio
Cselt, il centro di ricerca del gruppo Telecom
di Valeria Pini


Che cosa hanno in comune le trasmissioni televisive satellitari, i piccoli file video che è possibile scaricare via Internet, la battaglia delle major discografiche contro la violazione del copyright in Rete? Una sigla, mpeg che indica il più utilizzato standard di codificazione audiovideo al mondo.

Mpeg

Il Moving Picture Experts Group che dà il nome alla sigla mpeg è statoLeonardo Chiariglione fondato nel 1988 per iniziativa di Leonardo Chiariglione già collaboratore dello Cselt. Nell'ambito dell'Iso, l'Organizzazione internazionale per la standardizzazione, l'Mpeg si è occupato dello sviluppo di nuovi standard di codifica di suoni e immagini in movimento.

Fin dall'inizio il lavoro dell'Mpeg si è sviluppato in tre direzioni distinte definite attraverso tre sigle numeriche. Mpeg 1, 2, 3. Ciascuna delle sigle indicava un diverso standard corrispondente a una diversa velocità di trasferimento.

Mpeg 1 è il primo standard di codifica digitale elaborato dal gruppo. Il suo ambito di Mpeg1applicazione è essenzialmente quello dei dischi contenenti informazione video da riprodurre in locale. Grazie alla parte audio di questo standard sono stati creati i celebri file in mp3 che per la loro versatilità e facilità di trasferimento hanno messo in crisi l'intera normativa sul copyright musicale.

Mpeg2Con Mpeg 2 (che ha poi inglobato anche lo standard successivo mpeg3) si voleva rendere disponibile la codifica digitale per un trasferimento a distanza aggiungendo anche alcune funzioni nuove come il trasferimento in parallelo di più canali audio o lo zapping tra diversi flussi video. Mpeg2 è lo standard più utilizzato al mondo per la trasmissione televisiva via satellite. Nel 1995 lo Cselt è stato il primo istituto al mondo a dimostrare la capacità dell'Mpeg 2 di trasferire a distanza informazioni audiovideo ad alta qualità.

La nuova sfida dell'interattività che le possibilità della Rete hanno portato in primo piano è stata raccolta da Mpeg 4 (gli obiettivi del 3 sono stato raggiunti da semplici modifiche dello stesso mpeg2). Questo nuovo standard, da poco disponibile, sconvolge il concetto classico di audiovisivo, perchè più che trasferire una serie di quadri successivi si occupa di codificare degli "oggetti Mpeg4audiovisuali" definendo per ciascuno di questi il suo comportamento. Ciascuno di questi oggetti può essere composto tanto da immagini di sintesi quanto da immagini tradizionali ma quello che più conta è che essendo una struttura di cui è descritto il comportamento esso può diventare oggetto di interazioni.
Per fare un esempio più che codificare una successione di immagini che descrivono il comportamento di una persona all'interno di una stanza, mpeg4 codifica l'intera stanza e l'intera azione della persona al suo interno rendendo così possibile all'utente di scegliere il proprio punto di visuale o decidere della presenza o assenza di certi elementi. Il grado di interattività deve venire di volta in volta definito.

Da Mpeg4 si passerà poi al futuribile Mpeg7 in cui gli elementi di ricerca e le possibilità di interazione aumenteranno a dismisura grazie ad un sistema di classificazione dell'immagine molto complesso. Detto in altre parole mpeg7 sarà uno standard per la ricerca, l'archiviazione, la manipolazione e la processazione di informazioni multimediali. Per capire esattamente di cosa si tratti dovremo aspettare la sua data di uscita prevista per il luglio del 2001.

Mpeg.orgEsistono anche formati rivali dell'mpeg, quasi tutti nati e cresciuti all'interno della Rete ma nessuno dotato della stessa autorevolezza. Sul sito mpeg.org, curato da uno dei membri storici del gruppo ne trovate un'ottima lista.
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