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Scuola e Media - Servizio del 26/03/99 

Scuola e
nuove tecnologie
terza puntata

di Michele Fabbri

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Scuole italiane on line
di Giampiero Moncada


Ministero della Pubblica IstruzioneQuando hanno cominciato ad entrare i computer nella scuola c'è stato un forte dibattito: ci si chiedeva se l'informatica dovesse essere una nuova materia da affiancare alle altre o se invece si trattava di una trasformazione culturale di carattere generale. Una trasformazione che investiva tutti i campi. Il Ministero ha scelto la seconda ipotesi, un'ipotesi molto più impegnativa e che ha suscitato molti dubbi. Ma sicuramente chiara è l'idea del Ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer sull'importanza di queste trasformazioni per gli studenti:

"Gli studenti con le tecnologie fanno un salto in alto. Perché? Prima di tutto, sono molto più disponibili, i bambini, gli alunni e gli scolari ancora più degli studenti delle scuole superiori, hanno la mente più fresca, più degli stessi insegnanti. Per la loro vita professionale e culturale la conoscenza della tecnologia è una necessità assoluta. Secondo: con le tecnologie si possono fare una serie di cose importantissime che arricchiscono la funzione degli studenti.
Prima gli studenti che cosa facevano? Mettevano su una 'pièce' di teatro e facevano gli attori, oppure organizzavano un'attività sportiva, ma adesso possono produrre, come io ho potuto constatare in vari casi, degli atti e dei fatti di cultura e questo è un grande arricchimento. Mi ricordo quando ero ragazzo, studente, mio padre mi consigliò di imparare a scrivere a macchina. I miei compagni di scuola non lo facevano e si mettevano a ridere e mi dicevano: "Che bisogno c'è? Noi studiamo con la penna". Mi sono ritrovato questo vantaggio di aver imparato a scrivere a macchina. Poiché studiavo il latino e il greco, potevo anche avere in odio la tecnologia, ma non è stato così. L'idea di avere un approccio a questi strumenti arricchisce. Oggi nessun professionista, fino a una certa età, nessun operatore è in grado di svolgere il suo lavoro se non ha dimestichezza col computer".

La scelta operata dal ministero appare quindi piuttosto netta, ma non è una posizione indolore tant'è che da più parti si sono espresse posizioni opposte. C'è infatti chi ritiene che puntando sulla creatività del linguaggio multimediale si perda il rigore del linguaggio scientifico. E' l'opinione che il professore Lucio Russo ha espresso in un libro che un anno fa ha suscitato grande scalpore "Segmenti e bastoncini":

"Il titolo si riferisce al fatto che la scienza è nata creando dei modelli astratti degli oggetti concreti. Ad esempio si può creare un modello astratto dei bastoncini introducendo il concetto di segmento e dimostrando teoremi di geometria sui segmenti. Ora la tendenza è quella di espellere il concetto astratto dalla scuola eliminando, in particolare, come dicevo prima, il metodo dimostrativo della matematica, questo è abbastanza chiaro, anche se implicito, dai documenti della Commissione dei Quaranta Saggi, ed eliminando una serie di altri strumenti concettuali. Il punto fondamentale è, credo, che noi viviamo in un mondo estremamente complesso, viviamo a contatto con una tecnologia molto raffinata, che è basata su concetti scientifici elaborati nel corso di secoli, ed il punto è quali informazioni dobbiamo trasmettere su questo mondo tecnologico: dobbiamo insegnare anche i principi scientifici alla base della tecnologia, o dobbiamo insegnare solo ad usare la tecnologia? La tesi fondamentale del mio libro é che la tendenza vincente all'interno della Commissione dei Saggi e delle intenzioni del ministro sia di fatto, anche se probabilmente in modo inconsapevole, quella di formare una scuola in cui si usi soltanto a consumare prodotti tecnologici senza fornire nessuna idea dei principi scientifici e della razionalità scientifica che è alla base della possibilità stessa di costruire la tecnologia; questo mi sembra il punto essenziale, cioè una scuola, io scrivo nel mio libro, di avviamento al consumo".

Sul tema di scuola e nuove tecnologie ci sono posizioni divergenti. Si va da opposizioni radicali (Russo) a opinioni più articolate come quella di Franco Conti (Normale di Pisa) E proprio a Pisa siamo andati per vedere come lavora Conti, professore di docente di analisi matematica alla scuola Normale di Pisa.

Cerchi, cicloidi, frattali, ellissi e parabole racchiuse in una mostra itinerante e interattiva organizzata dal professor Franco Conti. Scopo della mostra è stato quello di dimostrare che la matematica, vissuta dai più come un incubo, in realtà grazie all'ausilio delle nuove tecnologie può risultare facilmente comprensibile. In realtà il computer entrato in maniera così preponderante nella vita quotidiana e scolastica, per alcune applicazioni si rivela quasi una sovrastruttura, ed il ruolo dei docenti soprattutto quelli di matematica, si rivela anche quello di mostrare i limiti della macchina per poi saper interagire con essa. La posizione di Conti è quindi quella di mostrare che l'ausilio del computer è importante, ma da solo non basta assolutamente, anzi l'oggettualità a volte si rivela più importante. La mostra, allestita a Pisa negli arsenali medicei, in particolare vuole condurre il visitatore in questo mondo di oggetti geometrici e forme concrete, coniugando la corporeità degli oggetti con l'astrattezza del pensiero matematico.
Dunque in alcuni casi il computer rappresenta addirittura una sovrastruttura, un qualcosa in più che può essere addirittura evitato, di cui si può fare a meno.
di Cristina Bigongiali

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