Quando
si parla di diffusione delle nuove tecnologie multimediali nella scuola, si pensa
immediatamente a quello che fa il Ministero della
Pubblica Istruzione. Ci si chiede, cioè, se il Ministero
metta a disposizione delle scuole abbastanza computer e se gli insegnanti siano abbastanza
aggiornati. Ma, per fortuna, non cè solo il Ministero.
Anche perché sarebbe impossibile per una sola istituzione trovare tutte le risorse
necessarie per un cambiamento così vasto e profondo.
E infatti numerosi enti e imprese "aiutano" la scuola in questo difficile
passaggio.
Anche la Rai è uno di questi enti e, ovviamente, il suo
compito è soprattutto quello di fornire contenuti.
Grazie a un recente accordo tra Rai e Ministero infatti verranno fornite 5000 parabole
gratis ad altrettante scuole. In questo modo televisione ed Internet si integrano a
vicenda nel fornire contenuti multimediali alle scuole. Come ci spiega il Ministro Luigi Berlinguer:
"Si tratta di una convenzione attraverso la quale collaboriamo per realizzare i
nostri obiettivi comuni. Questa operazione delle 5000 parabole rientra nell'accordo. La Rai regala 5000 parabole a
5000 scuole nei prossimi mesi e noi, Ministero,
stiamo finanziando lacquisto per altre scuole di vari mezzi telematici o
informatici. È molto importante che, attraverso questo strumento, si possa accedere ai
programmi dei canali dedicati, dei canali satellitari. La Rai
ha un canale satellitare in chiaro, cioè gratuito, dove ci sono almeno due programmi
importanti, che si svolgono in determinate ore del mattino. Uno è "Scuola in
diretta" dove gli stessi studenti producono i programmi in collaborazione con la Rai e l'altro è "Mosaico" che è un archivio, un insieme
di documenti - 3500 titoli di prodotti multimediali - attraverso i quali è possibile
arricchire la dotazione delle scuole perché le scuole possono richiedere, "on
demand" questi prodotti che vengono loro inviati attraverso appunto la
telematica".
A questo proposito vale la pena di parlare dell'esperienza di
Torino, una città che si sta muovendo molto per portare la tecnologia nelle scuole. La
collaborazione che si instaurata fra scuola e istituzioni nell'ambito del progetto "Torino 2000" è emblematica. Cerchiamo,
allora, di vedere che cosa succede in concreto nelle scuole di Torino che hanno aderito al
progetto. Una di queste è la scuola Media Benedetto Croce.
Pennelli e carta per disegnare immagini ricche di colori. Si incomincia così a
preparare le scene dello spettacolo teatrale di fine anno. Alla scuola media Benedetto
Croce di Torino, ogni elemento della scenografia è realizzato dagli allievi.
Tagliando la carta, si realizzano lettere o maschere. La gommapiuma, invece, serve da base
per un pallone o per un orologio.
Per preparare lo spettacolo, i ragazzi si trasformano in ballerini e attori. All'interno
della palestra, si provano passi e movimenti. E il ballo diventa, così, un mezzo per
vincere timidezze e paure, per socializzare con i propri compagni.
In aula si ripetono le battute dello spettacolo. I ragazzi hanno scelto un testo che ha
come tema centrale "Il tempo".
Televisione, telecamera e computer, sono strumenti con cui lavorare e divertirsi. I
ragazzi realizzano filmati e immagini, che verranno inseriti nello spettacolo. Molti di
loro si avvicinano per la prima volta al mondo delle nuove tecnologie.
La tecnologia inoltre è anche un mezzo per creare scenografie virtuali per lo spettacolo.
I disegni realizzati durante l'ora di educazione artistica sono rielaborati al computer. I
ragazzi utilizzano lo scanner per acquisire le immagini e poi modificarle a proprio
piacimento.di Valeria Pini
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Abbiamo visto a quali risultati può portare una collaborazione in sede locale, cosa
significa una "comunità locale intelligente".
Esistono però anche accordi e interventi a livello nazionale, a cui tutte le scuole
possono collegarsi.
Il caso Enea è un caso particolarmente
interessante. È uno dei primi enti ad aver stipulato una convenzione con il Ministero e promuove molte iniziative utili per
stimolare le scuole e metterle in contattato fra di loro.
Fino ad ora abbiamo visto il contributo che danno i grandi enti pubblici. Ma anche
imprese private hanno scoperto la scuola e incominciano a muoversi in questa direzione.
Enti pubblici e imprese private tendono sempre più a coinvolgere un certo numero di
scuole in progetti didattici. Ma non cè il pericolo che restino, tutto sommato,
casi isolati? O peggio che le scuole vengano schiacciate da questi colossi, che diventino
troppo dipendenti dalle loro strutture o dai loro finanziamenti?
Di questo pericolo si è parlato molto allinizio di queste collaborazioni, quando si
temeva che lautonomia scolastica potesse significare che ogni scuola avrebbe dovuto
trovarsi degli sponsor per sopravvivere o per realizzare i propri progetti. Per fortuna
non è stato così. Anzi si è capito che la cultura della rete permette a molti soggetti
diversi di collaborare tutti sullo stesso piano. È lidea su cui si basano le
cosiddette "smart communities". Del resto il decreto legge sullautonomia,
uscito in questi giorni, fornisce ampie garanzie in questo senso. |
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