Dalla
        TV alla rete RAI
        Educational
Scuola e Media - Servizio del 25/03/99 

Scuola e
nuove tecnologie
seconda puntata

di Michele Fabbri

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I siti degli istituti di ricerca
di Giampiero Moncada


Ministero della Pubblica istruzioneQuando si parla di diffusione delle nuove tecnologie multimediali nella scuola, si pensa immediatamente a quello che fa il Ministero della Pubblica Istruzione. Ci si chiede, cioè, se il Ministero metta a disposizione delle scuole abbastanza computer e se gli insegnanti siano abbastanza aggiornati. Ma, per fortuna, non c’è solo il Ministero. Anche perché sarebbe impossibile per una sola istituzione trovare tutte le risorse necessarie per un cambiamento così vasto e profondo.
E infatti numerosi enti e imprese "aiutano" la scuola in questo difficile passaggio.Luigi Berlinguer Anche la Rai è uno di questi enti e, ovviamente, il suo compito è soprattutto quello di fornire contenuti.
Grazie a un recente accordo tra Rai e Ministero infatti verranno fornite 5000 parabole gratis ad altrettante scuole. In questo modo televisione ed Internet si integrano a vicenda nel fornire contenuti multimediali alle scuole. Come ci spiega il Ministro Luigi Berlinguer:
"Si tratta di una convenzione attraverso la quale collaboriamo per realizzare i nostri obiettivi comuni. Questa operazione delle 5000 parabolaparabole rientra nell'accordo. La Rai regala 5000 parabole a 5000 scuole nei prossimi mesi e noi, Ministero, stiamo finanziando l’acquisto per altre scuole di vari mezzi telematici o informatici. È molto importante che, attraverso questo strumento, si possa accedere ai programmi dei canali dedicati, dei canali satellitari. La Rai ha un canale satellitare in chiaro, cioè gratuito, dove ci sono almeno due programmi importanti, che si svolgono in determinate ore del mattino. Uno è "Scuola in diretta" dove gli stessi studenti producono i programmi in collaborazione con la Rai e l'altro è Rai"Mosaico" che è un archivio, un insieme di documenti - 3500 titoli di prodotti multimediali - attraverso i quali è possibile arricchire la dotazione delle scuole perché le scuole possono richiedere, "on demand" questi prodotti che vengono loro inviati attraverso appunto la telematica".

Torino 2000A questo proposito vale la pena di parlare dell'esperienza di Torino, una città che si sta muovendo molto per portare la tecnologia nelle scuole. La collaborazione che si instaurata fra scuola e istituzioni nell'ambito del progetto "Torino 2000" è emblematica. Cerchiamo, allora, di vedere che cosa succede in concreto nelle scuole di Torino che hanno aderito al progetto. Una di queste è la scuola Media Benedetto Croce.

Pennelli e carta per disegnare immagini ricche di colori. Si incomincia così a preparare le scene dello spettacolo teatrale di fine anno. Alla scuola media Benedetto Croce di Torino, ogni elemento della scenografia è realizzato dagli allievi.
Tagliando la carta, si realizzano lettere o maschere. La gommapiuma, invece, serve da base per un pallone o per un orologio.
Per preparare lo spettacolo, i ragazzi si trasformano in ballerini e attori. All'interno della palestra, si provano passi e movimenti. E il ballo diventa, così, un mezzo per vincere timidezze e paure, per socializzare con i propri compagni.
In aula si ripetono le battute dello spettacolo. I ragazzi hanno scelto un testo che ha come tema centrale "Il tempo".
Televisione, telecamera e computer, sono strumenti con cui lavorare e divertirsi. I ragazzi realizzano filmati e immagini, che verranno inseriti nello spettacolo. Molti di loro si avvicinano per la prima volta al mondo delle nuove tecnologie.
La tecnologia inoltre è anche un mezzo per creare scenografie virtuali per lo spettacolo. I disegni realizzati durante l'ora di educazione artistica sono rielaborati al computer. I ragazzi utilizzano lo scanner per acquisire le immagini e poi modificarle a proprio piacimento.
di Valeria Pini

Abbiamo visto a quali risultati può portare una collaborazione in sede locale, cosa significa una "comunità locale intelligente".
Esistono però anche accordi e interventi a livello nazionale, a cui tutte le scuole possono collegarsi.
EneaIl caso Enea è un caso particolarmente interessante. È uno dei primi enti ad aver stipulato una convenzione con il Ministero e promuove molte iniziative utili per stimolare le scuole e metterle in contattato fra di loro.navigazione

Fino ad ora abbiamo visto il contributo che danno i grandi enti pubblici. Ma anche imprese private hanno scoperto la scuola e incominciano a muoversi in questa direzione.
Enti pubblici e imprese private tendono sempre più a coinvolgere un certo numero di scuole in progetti didattici. Ma non c’è il pericolo che restino, tutto sommato, casi isolati? O peggio che le scuole vengano schiacciate da questi colossi, che diventino troppo dipendenti dalle loro strutture o dai loro finanziamenti?
Di questo pericolo si è parlato molto all’inizio di queste collaborazioni, quando si temeva che l’autonomia scolastica potesse significare che ogni scuola avrebbe dovuto trovarsi degli sponsor per sopravvivere o per realizzare i propri progetti. Per fortuna non è stato così. Anzi si è capito che la cultura della rete permette a molti soggetti diversi di collaborare tutti sullo stesso piano. È l’idea su cui si basano le cosiddette "smart communities". Del resto il decreto legge sull’autonomia, uscito in questi giorni, fornisce ampie garanzie in questo senso.

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