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Scuola e Media - Servizio del 23/03/99 

La settimana della scienza

di Michele Fabbri

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La settimana della scienza on line
di Fabio Panti


Da nove anni il nostro paese dedica una serie di giornate alla divulgazione scientifica. Durante la Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica, dal 22 al 28 marzo 1999, in tutta l'Italia si svolgeranno numerose iniziative.

MediaMente dedica una Il sole 24 oreserie di puntate a questo evento ed è possibile rivederne il contenuto nelle pagine del nostro sito. Anche Il Sole 24 ORE ospita, nelle proprie pagine on line dedicate alla scuola, la registrazione digitale di queste puntate.

L’ingegnere Antonino Cuffaro, sottosegretario al Ministero della Ricerca tecnologica e scientifica, ci aiuta a capire meglio come è nata l’iniziativa e come si svolge quest’anno:

Antonino Cuffaro“La settimana della cultura scientifica promossa dal Ministero dell’ Università e della Ricerca si svolgerà in tutta Italia. Dalle trecento iniziative della prima edizione di questo importante appuntamento, si è giunti a circa 1300 negli ultimi anni. Ci sono molte scuole già investite di questa responsabilità e vediamo di anno in anno crescere l’interesse attorno a questa iniziativa. L’abbiamo promossa anche perché esiste una legge votata dal Parlamento nel 199: legge che si è preoccupata della frattura esistente tra cultura umanistica e cultura scientifica nel nostro Paese. Un vecchio retaggio della scuola gentiliana che speriamo di superare: la scienza considerata come fatto utilitario e non come grande fatto culturale, che, diciamo, interessa complessivamente la cultura del nostro Paese”.

Ministero dell’ Università e della Ricerca ScientificaNegli ultimi anni Internet è andata assumendo un ruolo sempre più importante. Al punto che oggi non si pubblica nemmeno più il catalogo su carta della manifestazione. Tutto avviene in Rete. Chi vuol proporre un'iniziativa, come ad esempio un laboratorio, lo può fare semplicemente compilando il modulo elettronico presente sul sito del Murst, il sito ufficiale della settimana della scienza.

navigazioneChi vuol proporre un'iniziativa, come ad esempio un laboratorio, lo può fare semplicemente compilando il modulo elettronico presente sul sito del Murst, il stio ufficiale della settimana della scienza.

Allo stesso modo, chi vuol sapere quali iniziative ci sono deve solo interrogare l’archivio on line della manifestazione.

Giovanni CesareoMolti enti fanno un grande sforzo per “aprire le porte” della scienza ai cittadini. Questo è il motivo per cui è nata la Settimana della scienza. Capire cosa succede nei laboratori e nel mondo della scienza non serve però solo a soddisfare una legittima curiosità; è anche un diritto fondamentale dei cittadini delle società tecnologicamente avanzate. Ma come è nata la consapevolezza di questo diritto dei cittadini ad essere informati e a controllare gli aspetti sociali della scienza? Giovanni Cesareo ci fornisce una testimonianza in questo senso ricordando la figura di Giulio Alfredo Maccacaro:

Giulio Alfredo MaccacaroGiulio Alfredo Maccacaro era un biologo, anzi un biometrista, cioè uno scienziato che adoperava i metodi della statistica per calcolare leggi e fenomeni del sistema biologico. Era molto noto anche a livello internazionale e aveva insegnato a Cambridge. Negli anni ‘70, esattamente nel ‘74, cominciammo insieme un’avventura che era la creazione della nuova serie di una rivista che aveva già decenni di vita alle spalle, "Sapere". Si trattava di una rivista scientifica operante sul versante politico della scienza. Era cioè un periodico che fondamentalmente non voleva divulgare la scienza, ma portare a conoscenza dei cittadini le ricerche e i risultati della scienza in chiave critica. Questo perché, diceva Maccacaro “di scienza è ormai fatto il potere e di potere gli uomini vivono e muoiono. Cosicché, fare scienza, vuol dire oggi e in ogni caso, lavorare per o contro l’uomo, e ogni uomo è oggi raggiunto dalla scienza per esserne fatto più libero o più oppresso”. Mi pare che in questa frase ci sia chiarissimamente tutto ciò che pensava Giulio Maccacaro. Il tema della divulgazione è molto importante. Prima di tutto perché anche quando si divulga la scienza, si divulgano soltanto i risultati, mentre è fondamentale che anche l’uomo comune si renda conto di come si è arrivati a quel determinato risultato, di come si è arrivati a quelle determinate scoperte, ovvero di conoscerne il processo. Giulio Maccacaro era uno studioso che, andando avanti nella carriera accademica, diventava sempre più disponibile e sempre più democratico. Attorno a "Sapere" c’erano alcune decine di giovani scienziati che lavoravano con noi e tutti volevano fare in modo che i lavoratori, i cittadini, fossero partecipi, sul versante della conoscenza, del processo della ricerca scientifica”.

E per vedere come la lezione di Maccacaro abbia lasciato buoni frutti, siamo andati a visitare a Ferrara un centro che porta il suo nome. È una struttura per la cura intensiva dei malati di mente nata in alternativa all’ospedale psichiatrico.

"Il centro di salute mentale Maccacaro - spiega Francesca Cigala Fulgosi, la psichiatra del centro - prende il suo nome dallo stesso Maccacaro, elemento di spicco per quello che riguarda il rinnovamento della psichiatria. Con lui si è infatti giunti alla legge 180 che ha sancito la chiusura dei manicomi. Il centro convenzionato con la Usl di Ferrara, prevede un sistema di cura avanzato strutturato in vari laboratori: dalla corniceria, al disegno su vetri, alla sperimentazione di varie forme espressive come il cinema. Si fonda sulla concreta partecipazione del paziente a tutte le tappe del proprio processo di cura, allo scopo di renderlo consapevole del proprio disagio e attivo al suo potenziale di crescita".
di Valeria Pini

Giovanni Cesareo ci ha dunque spiegato come Giulio Maccacaro abbia lavorato affinché nascesse una scienza più vicina alle esigenze dei cittadini. Ma sono soprattutto le nuove tecnologie della comunicazione che possono avere un ruolo importante nel facilitare questo avvicinamento consapevole e critico dei cittadini alla scienza come spiega Silvano Tagliagambe, professore ordinario di Filosofia della Scienza presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Roma La Sapienza, in un’intervista rilasciata a MediaMente:

Silvano Tagligambe“Pensiamo a che cosa ha rappresentato il passaggio dal manoscritto alla carta stampata. Si è passati dalla figura del saggio, come qualcuno dotato di capacità e poteri, più che umani, che si elevava al di sopra della media degli altri uomini a un’idea, invece, dell’uguaglianza dell’intelligenza grazie alla quale tutti hanno la possibilità, il potere di arrivare a conoscere. Ecco, da questo punto di vista, Internet, può segnare una svolta epocale dello stesso genere in quanto ci libera dal peso e dall’ossessione dell’accesso e della ricerca dell’informazione che non sono più un problema per noi, e concentra la nostra attenzione sul controllo critico dell’informazione, sulla selezione dell’informazione e sulla capacità di collegare tra di loro informazioni che appartengono a media e a campi d’interesse differente diversi”.

 

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