Oggi
grazie al digitale si riescono a ottenere copie perfette degli oggetti.
Cominciamo allora vedendo come viene realizzata la copia digitale di un oggetto speciale,
anzi straordinario: il David di
Michelangelo.
La scansione del David di
Michelangelo consiste essenzialmente nella riproduzione digitale e
tridimensionale dell'opera tramite uno strumento di altissima tecnologia che arriva
direttamente dallUniversità di Stanford.
Questo progetto è stato nominato Digital Michelangelo
Project ed è diretto da Marc Levoy.
Scopo: costruire un archivio digitale di immagini tridimensionali delle opere principali
di Michelangelo conservate a Firenze e a Roma.
Dal 1873 loriginale di uno dei capolavori del nostro patrimonio artistico, il
David di Michelangelo, è collocato in una tribuna
all'interno della Galleria dell'Accademia
di Firenze appositamente costruita per tenerlo al riparo da intemperie e aggressioni
esterne.
Per
realizzare la scansione
digitale dell'opera, di fronte alla statua, è stata eretta una torre di ferro.
"Abbiamo impiegato circa due anni a progettare questa torre - ha detto Levoy - e
abbiamo anche costruito alcuni prototipi. La difficoltà maggiore è consistita nel fatto
che il David è alto un metro in più rispetto a quanto indicato nei libri di storia
dellarte, e per questo inizialmente avevamo costruito una torre alta a sufficienza
per una statua di quattro metri, più i due metri di piedistallo. Poi però abbiamo
scoperto, una volta entrati nella galleria, che la statua era alta più di cinque metri, e
di conseguenza abbiamo dovuto ridisegnare la torre e aggiungere un pezzo".
La torre è provvista di un braccio meccanico che è comandato a distanza da un
computer e ha alle sue estremità uno scanner
laser e una telecamera digitale a colori.
Lo scanner
laser è in grado di misurare tridimensionalmente le forme della superficie di
marmo. Il laser, spostandosi sulla superficie della statua, registra elettronicamente le
incisioni lasciate sul marmo dallo scalpello di Michelangelo, con un margine di errore di
appena un quarto di millimetro. La curva rossa del laser che si appoggia sulla superficie
della statua, viene ripresa dalla telecamera digitale e inviata ad un computer che
memorizza e raccoglie tutti i punti della statua illuminati dal laser. Si stima che per
giungere al risultato completo, alla scansione di tutta la statua, sia necessario
raccogliere circa un miliardo di punti.
"In sostanza dirigendo un raggio laser contro loggetto - ha spiegato
Levoy - e riprendendo la striscia segnata dal laser di lato sulla superficie, facciamo una
triangolazione che ci consente di determinare lesatta posizione di ciascun punto
della statua. Mentre il laser si sposta ripetiamo loperazione, e collochiamo la
torre in diverse posizioni. Confrontando le informazioni raccolte otteniamo una maglia di
triangoli che ricoprono interamente la statua. Per unopera come il David ci vogliono
oltre un miliardo di triangoli".
Tutta questa sofisticata strumentazione è costata quasi mezzo miliardo di lire ed è
stata finanziata dalla Paul Allen Foundation per
scopi esclusivamente scientifici. Il David così come le altre statue di Michelangelo
verranno riprodotte virtualmente. Attraverso il computer sarà dunque possibile esaminare
le sculture da tutte le angolazioni.
Abbiamo appena visto strumenti da centinaia di milioni costruiti per fare delle copie.
Eppure "non copiare" è una delle prime regole che ci insegnano a scuola. A
volte si sottovaluta che ottenere copie precise di sculture, di immagini, di scritti o di
suoni è sempre stata una questione molto importante. Gran parte delleredità del
passato è giunta fino a noi grazie al lavoro certosino di abilissimi, chiamiamoli così,
copiatori.
Conosciamo molte delle statue
dellantica Grecia solo grazie alle copie che ne fecero i romani. La scrittura ebbe
una diffusione molto più rapida dopo che Gutenberg inventò la stampa. Insomma,
in qualche caso la copia è importante quanto loriginale. E questo è uno dei motivi
che ha decretato il successo del mondo digitale. E spiega come mai, ogni volta che è
possibile, le cose vengono convertite in sequenze di bit, digitalizzate. Infatti il mondo
digitale è il regno delle copie perfette.
Nel mondo reale, ricopiare è un'arte difficile e laboriosa. Per esempio, la semplice
duplicazione di una fotografia richiede un procedimento abbastanza complesso: camera
oscura, filtri, bagni di sviluppo e così via. In altri casi nella duplicazione si perde
una parte delle qualità delloriginale, come nella registrazione di
un'audiocassetta.
Invece nel mondo digitale tutto cambia. Le infinite sfumature e le delicate
sfaccettature che rendono difficile costruire una copia nel mondo reale, vengono
trasformate in bit: lunghissime catene di 0 e 1. A questo punto fare una copia non
significa più riprodurre i colori di un disegno o i toni di un suono, ma solo ricopiare
una sequenza di 0 e di 1, che è unoperazione molto più semplice e, alla fine, più
precisa. Naturalmente tutto il problema sta nellottenere una buona sequenza di 0 e
1, cioè una buona digitalizzazione di unimmagine, di una canzone o di una statua.
E appunto ciò che stanno facendo Marc Levoy e la sua squadra a Firenze.
Costruire la copia digitale accurata e precisa di un oggetto non è semplice. Negli anni
Ottanta, i primi scanner tridimensionali usavano un sensore che sfiorava la superficie da
scansionare trasformando in bit le sue forme. Era un procedimento molto lungo, poco
preciso e ancor meno versatile.
Da allora si sono fatti progressi enormi e oggi i ricercatori di Stanford che lavorano
sul David usano, come abbiamo visto, uno scanner laser accoppiato a una telecamera che
riproduce loggetto originale con una precisione di meno di un quarto di millimetro.
"I punti
acquisiti dallo scanner - ha precisato Levoy - vengono trasmessi a un computer, dove un
membro della mia squadra allineerà i segmenti ottenuti dalle diverse angolazioni, e
stabilirà se abbiamo dei buchi o se dobbiamo rifare una scansione da un altro angolo. In
tal modo lavoriamo tutta la notte. Io ho il comando dello scanner, e un mio collaboratore
mette insieme i vari pezzi e cerca eventuali vuoti".
Dunque oggi si ottengono immagini tridimensionali molto precise. E una volta
immagazzinate nella memoria di un computer queste immagini si possono ruotare, ingrandire,
rimpicciolire. La computer grafica utilizza sempre più spesso le scansioni
tridimensionali di oggetti reali.
Alcune applicazioni sono piuttosto ludiche, come nei videogiochi. Per esempio, in alcune
gare automobilistiche virtuali di ultima generazione, le automobili sono state costruite a
partire dalla scansione di un modellino molto accurato. Un sistema più economico e che
garantisce tra laltro un risultato assai più realistico.
Una delle applicazioni più interessanti della scansione 3D, sperimentata
ancora una volta dal gruppo di Levoy, è il fax tridimensionale.
Limmagine digitale di un oggetto può essere inviata, diciamo così, via fax.
Lapparecchio ricevente riesce poi a ricostruire loggetto reale usando resine
speciali. Per ora loperazione è un po lunga: scansionare, faxare e riscolpire
una statuetta di
Buddha alta circa venti centimetri ha richiesto circa dieci ore.
Levoy ha anche un altro progetto: ricostruire la Forma Romae Urbis. Si tratta di un
muro su cui era scolpita la pianta della Roma antica. Il muro andò distrutto e ora giace
in circa un migliaio di pezzi che nessuno è mai riuscito a rimettere assieme. Levoy
intende scansionarli e poi affidare a un computer il compito di ricostruire questo
gigantesco puzzle tridimensionale.
Insomma, da quanto abbiamo visto,le applicazioni della scansione 3-D sono tante dal
gioco, alla tutela e conservazione dei beni storici e artistici, alla medicina. |