Bologna, sin dalla fine degli anni
Settanta, ha offerto esperienze davanguardia nel campo della comunicazione. Un tipo
di comunicazione provocatoria, ironica e con una forte carica di rinnovamento sociale. Il
caso più clamoroso fu senzaltro quello di Radio Alice, che cambiò il modo di fare
radio in Italia e la cui chiusura forzata scatenò proteste e accesi dibattiti.
Uno dei più interessanti laboratori di comunicazione della
città emiliana è il Link.
Il Link nasce
nel 94 come esperimento relativamente nuovo in Italia su due presupposti: quello di
formare un network tra strutture e persone della scena indipendente bolognese e non solo
bolognese e come esperimento organizzativo per la costruzione di un centro non
istituzionale che si occupasse di culture della contemporaneità. Oggi il Link è riuscito sostanzialmente a
raggiungere alcuni obiettivi sulla differenziazione delle sue attività. Si occupa sia di
produzione che di divulgazione intesa come costruzione di un palinsesto, di un cartellone
di attività pubbliche legate ai vari settori culturali.
Tra i laboratori del Link che si avvalgono anche di
collaborazioni internazionali va segnalato quello telematico, chiamato Hg - una sigla di
un composto chimico - che si propone di lavorare sullelaborazione linguistica come
ci spiega Lella Mascio, una delle coordinatrici del laboratorio:
"Hg lavora alla sperimentazione di nuovi linguaggi di comunicazione e, nel campo
della produzione multimediale, come osservatorio delle dinamiche di Rete. Cerchiamo
di realizzare eventi in connessione con altre realtà presenti al Link e cerchiamo anche
di attivare contatti con organizzazioni esterne al Link residenti sul territorio europeo.
Abbiamo già lavorato con un gruppo di Manchester e abbiamo rapporti attivi con Amsterdam.
Lultimo evento che abbiamo organizzato qui al Link la notte di Capodanno è stato
cooprodotto con Protein-tv di Londra.
Lesperimento, realizzato la notte di Capodanno, consisteva nel trasmettere
attraverso Internet la serata live del Link. La Protein
tv era in collegamento diretto da Londra.
In parallelo a questo esperimento in diretta sul web è stato effettuato un collegamento
punto a punto tra Bologna e una sala di Londra in cui tramite linea Isdn veniva spedito
laudio in formato alta qualità. Questo ha reso possibile lascolto anche
allinterno di una sala e non ad una semplice utenza Internet".
Uno dei laboratori più attivi del Link è lOpificio Ciclope,
un laboratorio video che produce edizioni in tecnologia video a basso costo.
Ce ne parla Lucio, uno dei tre ragazzi che si occupa di questo laboratorio:
"Fondamentalmente usiamo due tipi di tecnologie quelle che ci permettono di essere
nel mercato e quindi fare in modo che i nostri prodotti abbiano le caratteristiche
quantitative del broadcast.
Fortunatamente il secondo tipo di tecnologie che usiamo ha origine più personale,
individuale. Nella maggior parte dei casi sono feticci. Utilizziamo attrezzature desuete,
di altri tempi, come possono essere camere monotubo da studio anni 70 o cineprese
super 8. Utilizziamo ad esempio la miga una tecnologia che in teoria non dovrebbe
avere né mercato, né spazio nel mondo del broadcast eppure un colpetto per volta
qualcosa siamo riusciti a piazzare. Lo stesso si dica per il super 8, per camere da
studio, camere di controllo o comunque tutto quello che dà la possibilità di essere
utilizzato in modo sovversivo o feticistico". |
di Tiziana Alterio
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Lintegrazione
tra radio e telematica è ormai un dato di fatto, come dimostrano le tante radio che hanno
siti Internet o trasmettono su Internet.
Ma anche il tradizionale modo di fare radio può attirare lattenzione degli
appassionati di computer.
Robin Benatti è conduttore di Cyberthrilla, una seguitissima trasmissione di argomento
cyber sulle frequenze di Radio
Città del Capo, unemittente privata bolognese.
"Cyberthrilla - ha detto Benatti - nasce da alcuni avvenimenti del 1998, in
particolare dal sequestro del server Isole nella rete e
dai mezzi di comunicazione di massa che davano di queste notizie una visione del tutto
criminalizzante. Ci siamo proposti di fare una trasmissione che si dedicasse alla
controinformazione.
Cyberthrilla non aderisce
allottimismo tecnologico. Riteniamo che lidea di progresso, di salvezza legato
alle tecnologie siano una grande illusione ed è per questo che noi tentiamo di farne una
lettura politica soprattutto legata ai movimenti di protesta, a situazioni legate alla
censura oppure a una critica alla cosiddetta emergenza pedofilia". |
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