Molte organizzazioni, come ad esempio le
pubbliche amministrazioni, stanno considerando il telelavoro come un mezzo per accrescere
la produttività e la flessibilità del personale.
Alcune agenzie di sviluppo stanno valutando la possibilità di servirsene per agevolare lo
sviluppo socio-economico di territori disagiati o mal collegati al tessuto produttivo;
infine molte singole persone, per lo più lavoratori autonomi, lo stanno adottando nella
loro vita quotidiana per cercare di ottenere un migliore equilibrio tra lavoro, famiglia e
vita personale.
In riferimento a
questultima possibilità abbiamo raccolto la testimonianza di una telelavoratrice.
Silvia Menghini lavora per una casa editrice di Milano vivendo a Novara e si occupa
autonomamente della vendita di spazi pubblicitari su alcune riviste. Pur essendo un lavoro
che in teoria la obbligherebbe ad essere spesso fuori casa, grazie alle apparecchiature di
cui si è fornita, riesce a lavorare quasi esclusivamente da casa. Infatti visita i suoi
clienti personalmente solo la prima volta, per farsi conoscere, e poi mantiene i contatti
telefonicamente mettendo i clienti a conoscenza delle varie iniziative tramite
comunicazioni via posta elettronica. La qualità del suo tempo è sensibilmente migliorata
da quando si è organizzata a casa perché evita di dover andare tutti i giorni presso la
sede della casa editrice e autonomamente decide come impostare la sua giornata di lavoro e
quando prendersi degli intervalli a seconda delle sue necessità. Non sente assolutamente
la mancanza del luogo di lavoro soprattutto perché le sue amicizie sono sempre state al
di fuori dellambiente professionale, ed inoltre gli strumenti tecnologici le
consentono di preparare documenti, inviare fax, mandare e-mail anche in orari
completamente disgiunti dallorario canonico d ufficio, quando magari le linee
sono più libere e anche il collegamento ad Internet costa meno. La sua esperienza è
quindi sostanzialmente molto positiva, soprattutto per la grande autonomia nella gestione
del suo tempo sia libero che professionale.
Grande autonomia nella gestione del
proprio tempo, sia libero che professionale, sembra quindi essere laspetto positivo
maggiormente sentito. In Italia, però lo sviluppo del telelavoro è ancora piuttosto
limitato, dato che al momento solo 250 mila persone sono coinvolte in questa modalità di
lavoro, il che rappresenta percentualmente poco più dell1% dellintera forza
lavorativa; dati piuttosto irrisori se si pensa ad esempio alla realtà del fenomeno in
Europa dove i telelavoratori sono circa quattro milioni e mezzo e quasi due milioni solo
in Gran Bretagna, paese in cui i telelavoratori rappresentano circa il 10% della forza
lavoro globale.
Ma quante persone
sarebbero veramente disposte a cambiare? A questo proposito Patrizio de Nicola, sociologo
delluniversità la Sapienza di Roma e coordinatore del progetto European Telework Development,
ha svolto una ricerca fra i dipendenti dellamministrazione provinciale di Perugia,
cercando di capire la loro predisposizione ad accettare una modalità di telelavoro, per
quali motivi e con quali dubbi e paure:
"Sul telelavoro noi abbiamo uno stereotipo che viene dagli anni '70, dal primo
grande shock petrolifero, quando era urgentissimo ridurre gli spostamenti e il consumo di
benzina. Lo stereotipo dellepoca era quello di lavorare in casa, e quindi il
telelavoro era visto come uno strumento per ridurre i consumi energetici, per disinquinare
le città e così via. In realtà oggi abbiamo scoperto, da qualche anno, che il
telelavoro è soprattutto un modo per rendere la flessibilità la vita delle persone e per
desincronizzare i loro tempi. Con il telelavoro noi potremmo evitare non tanto gli spostamenti in generale
quanto gli spostamenti simultanei di migliaia di persone che si recano nelle grandi città
tutti insieme, al lavoro, nello stesso orario. Nellambito dellapprovazione
della legge Bassanini sulla riforma del pubblico impiego, attraverso la distribuzione di
questionari nella città di Perugia, abbiamo scoperto alcune cose interessanti come, ad
esempio, che tra i dipendenti pubblici gli uomini sono più propensi al telelavoro che non
le donne anche se sono propensi entrambi i sessi, quasi nel 50% dei casi. Tuttavia la
percentuale degli uomini favorevole al telelavoro è superiore al 30% mentre quella delle
donne arriva appena al 12%.
La seconda domanda che abbiamo posto riguarda le motivazioni: abbiamo chiesto per quale
motivo l'intervistato vorrebbe telelavorare. Le motivazioni sono molto diverse. Le donne
telelavorerebbero più volentieri per avere più tempo da dedicare alla famiglia e anche
per avere un lavoro più gratificante, per poter ricostruire un rapporto di lavoro più
piacevole con la pubblica amministrazione. Per gli uomini invece quello che importa è
ridurre il tempo e anche i soldi spesi in spostamenti. La terza domanda che abbiamo fatto
riguardava i rischi del telelavoro. In questo caso le differenze di genere contano poco,
in linea di massima dicono ambeduei sessi che il grande rischio sia quello
dellisolamento dai colleghi, anche se gli uomini mettono un po più
laccento sulle difficoltà di fare carriera e le donne invece sui rischi di entrare
in attrito con la famiglia stando più tempo in casa. Da ultimo abbiamo chiesto se il
telelavoro dovesse essere unesperienza totalizzante, cioè quali conseguenze fossero
legate al passaggio dallandare sempre in ufficio allo stare sempre in casa. Qui
circa il 70% degli uomini e l80% delle donne rispondono che non dovrebbe essere
così: il telelavoro, per essere piacevole, dovrebbe alternarsi con il lavoro in ufficio,
quindi la condizione ideale sarebbe quella di lavorare due o tre giorni in casa e due o
tre giorni tornare in ufficio per vedere i colleghi, parlare con il capo, informarsi sulle
novità".
Chiediamo allora a Patrizio de Nicola quali conclusioni si possono trarre dai dati
raccolti durante questa ricerca a Perugia:
"A me sembra che i dipendenti pubblici abbiano colto, o stiano cogliendo,
loccasione del telelavoro come un meccanismo per riconciliarsi con il proprio
impiego. Sappiamo che il pubblico impiego è stato un lavoro storicamente poco
gratificante per i dipendenti e percepito come molto rigido. Il telelavoro permette di
flessibilizzare questo rapporto con notevolissimi vantaggi non solo per il telelavoratore
ma anche per la pubblica amministrazione, che potrebbe essere più snella, più flessibile
e soprattutto per gli utenti. Basti pensare alla possibilità di far telelavorare, dai
propri paesi di orgine, i telelavoratori per esempio, della provincia di Perugia, che
operando a casa loro o vicino casa loro, ad esempio in un centro di telelavoro situato nel
proprio paese, potrebbero contemporaneamente non solo lavorare per la provincia ma anche
offrire servizi. Questo è poi lo scopo di tutte le leggi di riforma del Ministro
Bassanini: portare la Pubblica amministrazione verso il cittadino. A mio avviso il
telelavoro è unoccasione da non perdere per andare in questa direzione".
Il telelavoro, concepito come un modo potenziale per lavorare nel luogo e
nel momento ideale per ciascun lavoratore, non va però visto solo come lavoro svolto da
casa. Un po ovunque nel mondo ci si sta già attrezzando per creare centri pensati
appositamente per rendere possibile a vari individui non attrezzati singolarmente nelle
loro case o che non vogliono isolarsi troppo fra quattro mura l'utilizzazione di strutture
fornite con tutte le adeguate tecnologie di comunicazione a cui appoggiarsi per
telelavorare. A Roma esiste il più grande centro in Europa per numero di posti di lavoro
offerti.
Il centro di
telelavoro RomaNexus realizzato da Telecom
Italia in accordo con il Comune di Roma, è attualmente fra i più importanti centri
telematici operativi in Europa, sia per tecnologie disponibili, che per dimensioni, dato
che offre oltre cento postazioni di lavoro. La realtà che il centro ospita è piuttosto
variegata: vi sono piccole imprese o aziende sul nascere che desiderano avvalersi di un
luogo dotato di tutte le infrastrutture della tecnologia senza caricarsi di costi di
investimento iniziali, vi sono poi strutture in fase di espansione, che intendono
sviluppare progetti particolari e che vi appoggiano occasionalmente dipendenti o
collaboratori, ed infine anche lavoratori autonomi e liberi professionisti che vi trovano
servizi, e supporti adeguati per lo svolgimento delle loro attività. La testimonianza
delle persone al lavoro presso il centro ci fa capire quanto possa essere stimolante per
alcuni lavorare vicino a professionisti che si occupano di settori differenziati, ed in
aziende diverse e quanto il lavoratore si sensibilizzi sul proprio senso di
responsabilità professionale se collocato al di fuori del suo ambiente di lavoro.
Prenotare una postazione di lavoro è semplice. Sia telefonicamente che attraverso il sito
del centro Telenexus.telecomitalia.it
chiunque può reperire tutte le informazioni necessarie e riservare una postazione di
lavoro anche da un giorno allaltro, eventualmente anche per un solo pomeriggio,
scegliendo il luogo di maggiore gradimento, che può variare dall ufficio singolo
allisola multimediale, e prenotando i vari servizi che il centro offre, dal recapito
telefonico o postale, alla sala riunioni, allorganizzazione di una video conferenza.
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