Il telelavoro è una modalità di
lavoro abbastanza nuova per la cultura italiana. Il problema è spesso quello di
intendersi sulle parole. Tanto più se si tratta di un argomento di cui si parla da poco
tempo. E specialmente se vogliamo trovare notizie sulla Rete.
In uno dei siti di riferimento sul telelavoro in Italia troviamo un glossario. Il sito
è curato dal sociologo Patrizio Di Nicola, che ha fondato un'associazione per la promozione del telelavoro.
In un altro glossario, ospitato sul sito di Logos, una società di
traduzioni on line, scopriamo in quali maniere si possa definire una società di
servizi in cui un'azienda può affittare delle postazioni nelle quali far lavorare dei
propri collaboratori.
Con un po' di pazienza, scopriamo che il termine giusto in italiano è Telecentro, che
proviene dall'inglese Telecentre. A questo punto proviamo ad
utilizzare un motore di ricerca. Già che ci siamo, sperimentiamone uno nato di recente Google. La lista di
indirizzi che ci viene restituita digitando la parola "telecentro" è
incoraggiante. Seguendo il link "Per saperne di più sul telelavoro", torniamo
al sito creato da Di Nicola. In una pagina troviamo un'indicazione molto utile: il telecentro di Castelnovo né Monti.
Si tratta, in effetti, di un telecentro operativo, realizzato da un piccolo Comune di
montagna dell'Emilia Romagna, per incoraggiare - si legge nella presentazione - la
popolazione a non emigrare. Dalla pagina di presentazione, comunque, è possibile accedere
ad una descrizione più dettagliata del progetto. E' qui che troviamo, insieme alle
informazioni generali sul perché è stato realizzato, chi l'ha finanziato e gli scopi
sociali, anche le caratteristiche tecniche e le modalità con cui le aziende possono
usufruirne.
Sempre dal motore di ricerca Google, possiamo rimbalzare al sito di una società che dice di offrire, tra gli altri suoi
servizi, anche quello di telecentro. Però manca qualunque documentazione. Non ci sono
descrizioni di questi telecentri, non si dice dove si trovano né, tantomeno, ci sono
delle immagini. Ma è possibile che sia così difficile trovare un telecentro? Sì, ma
solo in Italia.
Se torniamo sulla pagina chiamata "Per saperne di più",
troviamo, ad esempio, la Tca una "associazione
inglese dei telecottage e telecentri". Giusto per curiosità, diamo un'occhiata. E
scopriamo che al suo interno, c'è perfino una mappa dei telecentri esistenti in tutta la
Gran Bretagna. Una mappa attiva, come viene definita sulla quale basta cliccare nel punto
più vicino al telecentro che ci interessa e compare la descrizione del centro servizi
vicino a quella località.
Possibile che in Italia non esista nulla del genere? Facciamo ancora un tentativo,
questa volta con il motore di ricerca Altavista.
Proprio in cima alla lista che ci viene suggerita con la parola telecentri, troviamo un
sito promettente: Telecentri in Europa.
Si tratta anche qui di una mappa, ma non attiva. Riguarda tutta l'Europa, quindi anche
l'Italia. E il confronto è piuttosto sconfortante: contro i 160 telecentri attivi in Gran
Bretagna, solo cinque sono quelli in funzione nel nostro Paese. Ma anche solo questi
cinque italiani, dove sono? Non è possibile riuscire a trovare nemmeno quello che abbiamo
appena citato!
Beh, con un po' di pazienza, e qualche rimbalzo da un motore di ricerca
all'altro, troviamo uno strano sito, chiamato Dadascanner. Ci ritroviamo
direttamente dentro una pagina dedicata interamente al telelavoro, dove, tra l'altro, si
parla del telecentro di Castelnovo né Monti e quello di Nexus oltre ad una struttura
analoga, collegata a quella romana, inaugurata a Sesto San Giovanni, vicino Milano.
Cliccando, però, sopra queste parole non si arriva da nessun'altra parte. Si va solo a
leggere un'altra parte del testo che descrive i telecottage e i telecentri. Non si può
dire, insomma, che il Web italiano ignori l'argomento Telelavoro. Ma si tratta, quasi
sempre, solo di dissertazioni e di progetti ambiziosi, tutti da realizzare. |
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