Dalla
        TV alla rete RAI
        Educational
Privacy e segreti   - Servizio del 15/02/99 

Occhi sul mondo

di Gino Roncaglia e Elena Capparelli

Navigazione
Progetto Echelon
di Elena Capparelli


Lo sviluppo dei media ha moltiplicato gli occhi, le orecchie aperti sul mondo. Il rischio di essere controllati in ogni azione e in ogni movimento, diventa ogni giorno sempre più vicino alla realtà. In questo senso i nuovi media mostrano un volto un po' inquietante, permettono controlli sull'attività e sugli spostamenti delle persone, scambio di documenti ed informazioni criptate, spionaggio, tutela della privacy personale.

Quali sono, ad esempio, le garanzie di sicurezza e privacy offerte da Internet? Davvero ogni messaggio di posta elettronica che ci scambiamo può essere intercettato e letto da altri? Davvero ad ogni navigazione in Rete lasciamo le nostre personalissime 'tracce' informatiche? E, più in generale: il sistema dei media, le reti telematiche, i satelliti, non si staranno forse trasformando, oltre che in un potente strumento di comunicazione, in un ancor più potente strumento di controllo?

La nostra esplorazione, alla ricerca degli "Occhi sul Mondo" comincia da una data, molto lontana nel tempo: il 400 a.C..

Il sito Internet realizzato dagli studenti del Liceo Foscarini di Venezia offre una vera e propria storia della crittografia. L'arte di predisporre messaggi in codice non nasce con i computer contemporanei. Già nel 400 a.C., forse anche prima, messaggi segreti erano scambiati usando dei 'cilindri crittografici': bastoni di legno di varie dimensioni, attorno ai quali si avvolgevano strisce di cuoio con il testo del messaggio. Insomma, questi cilindri crittografici erano una sorta di messaggi di posta elettronica cifrati. Cosa c'entra tutto questo col controllo e con la privacy? Ebbene, l'operazione di cifratura ha uno scopo preciso: rendere incomprensibile il messaggio agli occhi di terze persone 'troppo curiose'. In un certo senso, la cifratura è uno strumento per garantire la privacy. Ecco perché, ancor oggi, nell'era delle comunicazioni digitali, conserva tutta la sua importanza. I normali messaggi di posta elettronica assomigliano un po' a una cartolina: viaggiano "in chiaro". Se intercettati, possono essere letti senza problemi. Ma proseguiamo nell'esplorazione ritornando indietro nel tempo.

Tutto il periodo della seconda guerra mondiale è di grande importanza per le tematiche che stiamo affrontando.Alan Turing

Tutta la seconda guerra mondiale è stata una guerra di spionaggio e controspionaggio, di controllo delle comunicazioni nemiche, di frenetici tentativi per cifrare in maniera sicura le proprie comunicazioni e decifrare invece quelle nemiche. E questo è forse anche il primo periodo in cui assistiamo ad un controllo di massa delle comunicazioni, su scala globale: in tutti i fronti operano infatti le censure militari, che controllano non soltanto i giornali e le comunicazioni radiofoniche, ma anche la corrispondenza che viene scambiata fra i privati cittadini. L'occhio del censore sulla corrispondenza è già, in qualche misura, l'occhio del "Grande Fratello". Nell'ambito del periodo bellico, un anno è particolarmente importante per le tematiche che stiamo affrontando. E' nel 1943, infatti, che il logico e matematico inglese Alan Turing, uno dei padri dell'informatica, realizzò una macchina in grado di decifrare il complicatissimo codice della macchina Enigma, usata dai tedeschi. Il successo di Turing fu forse più importante di molte battaglie sul campo, e fu fra i fattori determinanti della vittoria alleata.

Durante la guerra praticamente in tutto il mondo la corrispondenza era controllata dalle censure militari. La guerra fredda fra sovietici e americani, nel ventennio dal '50 al '70 fu in gran parte un conflitto di intelligence. In questo ventennio entrano in campo in modo massiccio due nuovi protagonisti: i computer e i satelliti.
Orwell scrisse "1984" subito George Orwelldopo la guerra, nel 1949. Nel suo libro Orwell immaginava che Londra fosse una delle città dello stato di Oceania. Il sistema politico prevedeva un controllo strettissimo su ogni azione di ogni cittadino attraverso ogni forma di apparati televisivi e microfoni. Il vertice della piramide di controllo era il Grande Fratello, leader del partito al potere. Tutti i mezzi di comunicazione di massa erano un'emanazione diretta del governo, ed erano controllati dal Ministero della Verità.

L'idea del grande fratello, dell'occhio invisibile capace di vedere e sorvegliare tutto, non è un'invenzione di Orwell. Nel 1791Panopticon il filosofo inglese Jeremy Bentham suggeriva per la costruzione di prigioni, ospedali, manicomi,   un'architettura basata su una stanza di sorveglianza centrale (in genere buia), dalla quale un guardiano avrebbe potuto sorvegliare, attraverso finestre nascoste e sistemi di specchi, tutte le altre stanze dell'edificio. Era l'idea del Panopticon, il posto dal quale tutto può essere visto.

Quasi duecento anni dopo, nel 1979, un altro filosofo, il francese Michael Focault, ha sostenuto che il modello del Panopticon costituisce una sorta di metafora della vita moderna nelle società avanzate in cui tutto è visibile, sorvegliato.

Dietro le discussioni sul Panopticon, dietro l'idea orwelliana di grande fratello, c'è evidentemente il timore che la tecnologia possa trasformarsi, e in alcuni casi si sia forse già trasformata, in uno strumento di controllo.

Furio ColomboFurio Colombo, in un'intervista rilasciata a MediameMente, ridimensiona l'entità del problema in termini storici:

"Abbiamo più o meno sempre vissuto in compagnia di un "Grande Fratello". Il problema è sempre sapere quanto siamo liberi e quanto siamo grandi noi. Se noi siamo molto piccoli e molto sudditi e molto suggestionabili, allora il "Grande Fratello" è davvero molto grande. Ma questo è già accaduto nella pubblicità, è già accaduto nel rapporto dei bambini con certi cartoni animati, e certo è accaduto con la televisione. Ma, come dimostra la storia d'Europa di questo secolo, con Hitler, Stalin e Mussolini, di "Grandi Fratelli" ce ne sono stati senza bisogno di avere nessuno di questi strumenti. Quindi il problema esiste ed esisterà sempre. In che senso il computer è più promettente? Nel senso che con i suoi milioni di terminali permette una presenza e una testimonianza diretta, personale e personalizzata, che prima non esisteva. In che modo è più insidioso? Per il fatto che la circolazione nel ciberspazio è intensamente suggestionata e anche silenziosamente e fascinosamente diretta dai "facilitatori" che vengono distribuiti dentro il ciberspazio da una serie di interessi".navigazione

puntate
torna
        a calendario
torna
        a tematiche
search

back

home
        page

torna a inizio pagina