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Tecnologia - Servizio del 10/02/99 

Vita artificiale

di Tommaso Russo

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Arte e Artificial life
di Elena Capparelli


Artificial life "games" HomepageSono piccoli esserini colorati che si aggirano sullo schermo del computer. Forse a qualcuno sarà capitato di ricevere per posta elettronica una di queste piccole creature che si muovono in un ambiente artificiale nel quale mangiano e si riproducono. Sono generati da un programma che si chiama Artificial Garden.

Cristopher LangtonSembra di assistere ad un normale gioco per computer. In realtà, il programma non è, affatto, un gioco. Alla base c’è un’idea seria a cui lavorano, oggi, ricercatori di tutto il mondo: creare “forme di vita artificiale”. Il progetto concepito negli anni ’80 da uno scienziato di Los Alamos, Christopher Langton, è quello di simulare dentro i computer degli ambienti artificiali che abbiano tutte le caratteristiche degli ambienti naturali. Creare dei mondi, insomma, i cui abitanti si riproducano e si evolvano: esseri che abbiano delle mutazioni genetiche e si scontrino con un ambiente ostile proprio come succede agli esseri viventi sul nostro pianeta.
A differenza di gran parte degli studiosi che mirano a simulare con i computer, l’intelligenza umana ed i processi razionali Langton si è orientato, in una direzione diversa: ricreare dentro i computer il comportamento degli esseri viventi, anche i meno intelligenti, come, ad esempio, alcuni tipi di pesci.

Charles DarwinUna volta creato questo ambiente lo scienziato si mette ad osservare come, nel corso delle generazioni, gli organismi si evolvono. L’evoluzione della vita è, in effetti, uno dei fenomeni biologici di importanza centrale per tutte le scienze, ma non è un fenomeno facile da studiare. I processi evolutivi degli esseri viventi, secondo il fondatore della biologia moderna, Charles Darwin, possono avvenire nell’arco di milioni di anni. Come è possibile per uno scienziato osservare, davvero, ciò che avviene, in un tempo così lungo? L’abbiamo chiesto ad uno dei maggiori esperti italiani di Vita Artificiale, Domenico Parisi:

"Se si studiano gli organismi reali, effettivamente i processi evolutivi possono essere osservati soltanto in condizioni molto limitate, cioè con quegli organismi che hanno un tempo di vita, una durata della vita totale o un tempo di generazione, di riproduzione molto breve, della durata di giorni per cui io posso osservare in laboratorio, nello spazio di un esperimento, cambiamenti che avvengono generazione dopo generazione. Ma per la maggior parte degli animali la vita dura troppo a lungo per essere osservata in termini evolutivi, cioè generazione dopo generazione. Questo tipo di limitazione nella vita artificiale non c’è, nel senso che sono io che determino la durata di vita dei miei organismi artificiali. La loro vita gira sul computer, magari durante la notte; la mattina dopo vado ad osservare i risultati e posso vedere cosa è successo dopo decine, centinaia, migliaia di generazioni. Questo è uno dei vantaggi di usare la simulazione che permette di riprodurre fenomeni che in natura non sono direttamente osservabili".

Ma che tipo di creature vengono simulate e per quali fini vengono studiate?

I modelli di simulazione creati e sperimentati al computer coprono settori diversi. Fra questi la simulazione computerizzata trova un’utile applicazione nella genetica come ci spiega Domenico Parisi che da circa dieci anni è alla guida di un laboratorio del Cnr di Roma, presso l’Istituto di Psicologia: “Le popolazioni studiate possono essere molto elementari e i processi di evoluzione biologica vengono simulati sulla base di modelli che si rifanno a fenomeni esistenti in natura. Per esempio si può immaginare una popolazione di insetti che vivono in un determinato ambiente. Questi insetti hanno un colore del corpo diverso l’uno dall’altro ma si muovono su uno stesso colore nello sfondo. Su questa popolazione di insetti passa un predatore. Gli insetti che hanno un colore più simile allo sfondo sfuggono più facilmente alla predatore e quindi fanno in tempo a riprodursi. Mentre l’uccello preda con più facilità quelli che hanno un colore diverso dallo sfondo visto che si distinguono più facilmente. Quindi noi osserviamo che se all’inizio abbiamo una colorazione molto varia degli insetti dopo un po’ di generazioni tutti gli insetti, adattandosi all’ambiente, tendono a uniformare il loro colore allo sfondo riuscendo in questo modo ad evitare di essere predati dall’uccello”.
di Antonia Moro

Gli esseri che vivono all’interno di queste “serre artificiali”, generate dal computer si evolvono, in maniera imprevedibile, proprio come avviene in natura. Ma è possibile che qualcuno di questi mondi segua direzioni diverse da quelle che hanno seguito le creature del nostro mondo? E’ possibile, cioè, che si generino dei mostri, o magari delle intelligenze diverse dalle nostre ? Lo abbiamo chiesto sempre a Domenico Parisi:

"Alla prima domanda la risposta è sì; anzi è uno dei vantaggi della vita artificiale quello di creare e studiare e capire forme di vita che pur rispondendo ai principi generali della vita sono diverse da quelle che si sono realizzate sulla Terra. Alla seconda domanda - se possono venire fuori dei mostri - dipende da cosa intendiamo per mostri. Le simulazioni di vita artificiale ci danneggiano se escono fuori dal nostro controllo. Gli effetti cambiano a seconda se i cambiamenti che producono restano dentro al nostro computer oppure se vanno a controllare un robot che agisce nell’ambiente esterno. In questo secondo caso possono produrre delle modifiche pericolose e quindi, in un certo senso, in linea di principio, possono venire dei mostri dalla vita artificiale".

NavigazioneIl concetto di “vita artificiale” ormai non riguarda più solo la scienza. Molti di questi esserini simulati al computer sono belli da vedere: hanno delle qualità estetiche. Per questo c’è chi ha pensato di usare la tecnologia che è alla base delle simulazioni per delle creazioni artistiche.

L’ Artificial Life, è un campo di ricerca al confine tra molte discipline, dall’informatica, alla biologia, all’arte interattiva, alle animazioni 3d. Questa versatilità deriva, anche dal modo in cui, in questo campo, vengono sfruttate le potenzialità dei computer. In effetti, i computer, per chi si occupa di Vita Artificiale, non sono più degli strumenti utili solo a una parte del lavoro, ma delle vere porte di accesso verso nuovi tipi di mondi e di realtà.

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