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Ritratti - Navigazione del 02/02/99 

Il Villaggio Globale

di Elena Capparelli

Servizio
McLuhan
di Tommaso Russo


Marshall McLuhan"Il tempo ha cessato di esistere lo spazio è svanito. Ormai viviamo in un Villaggio Globale dove tutto accade all’istante".
Queste parole di Marshall McLuhan sembrano create, appositamente, per parlare della Rete e dei suoi abitanti, i navigatori.

Media and Communication StudiesIn realtà, come racconta Benjamin Symes in un saggio che è presente nel sito Media and Communication Studies Site di Daniel Chandler, il testo che abbiamo letto fu scritto nel 1967, molti anni prima che la Rete esistesse davvero.

William GibsonMa c’è anche chi ricorda, come accade in un articolo di Michael Doherty, che l’idea del Villaggio Globale nasce dal paragone tra la cultura attuale dei media e le culture tribali.
L’articolo che si intitola "McLuhan meets Gibson in Cyberspace" mostra come su questo punto McLuhan sarebbe d’accordo con uno dei moderni guru della Rete, lo scrittore cyberpunk, William Gibson.
CMCE mostra anche come i media visuali, come Internet, ci riportano indietro nel tempo, quando non esisteva la scrittura e si viveva nei villaggi. Solo che ora il villaggio è tutta la terra, appunto.
L’articolo fa parte della rivista Computer – Mediated Communication Magazine.

Il Villaggio Globale, secondo McLuhan, non permette solo la comunicazione tra persone che stanno in posti diversi tra loro, ma anche tra persone che vivono in tempi diversi, nel passato e nel futuro.
E, allora anche se McLuhan è morto, attraverso la Rete forse si può ancora parlare con lui.

E’ quello che sembrano credere gli autori del sito "The resurrected Marshall McLuhan" a cui ha collaborato la fondazione McLuhan. Eppure nel Gennaio ’96, per alcuni giorni, è davvero sembrato che McLuhan fosse tornato in vita.

WiredNel Gennaio del 1996, in effetti, 17 anni dopo la morte di McLuhan, la nota rivista Wired pubblica una curiosa intervista, fatta via posta elettronica a un tale che lascia messaggi in Rete e dice di chiamarsi Marshall McLuhan.

L’intervistato parla in uno stile estremamente simile a quello del vero McLuhan, usando metafore oscure e toni apocalittici. L’intervista si interrompe proprio quando l’intervistatore vorrebbe chiedergli cosa pensa delle tecnologie digitali.
McLuhan risorto? No, si tratta di una parodia di McLuhan ad opera di Wired e che susciterà le ire della famiglia McLuhan contro la rivista.

Il Villaggio Globale, la Rete in questo caso, ci ha dato un nuovo modo di parlare di McLuhan, e lo celebra, a modo suo, sfruttando la possibilità tipica della Rete di assumere identità fittizie. Come sostiene il figlio di McLuhan, Erik, in un articolo della rivista in Rete, McLuhan studies, il termine Villaggio Globale andava altrettanto bene per la Radio quando è nata. Insomma chi può dire se sono le parole di McLuhan ad essere premonitrici del nostro futuro o se siamo noi che oggi proiettiamo in esse la realtà delle tecnologie di adesso?

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