"Il tempo
ha cessato di esistere lo spazio è svanito. Ormai viviamo in un Villaggio Globale dove
tutto accade allistante".
Queste parole di Marshall
McLuhan sembrano create, appositamente, per parlare della Rete e dei suoi abitanti, i
navigatori.
In
realtà, come racconta Benjamin Symes in un saggio che è
presente nel sito Media and Communication
Studies Site di Daniel Chandler, il testo che abbiamo letto fu scritto nel 1967, molti
anni prima che la Rete esistesse davvero.
Ma cè anche chi ricorda, come accade in un articolo di Michael
Doherty, che lidea del Villaggio Globale nasce dal paragone tra la cultura attuale
dei media e le culture tribali.
Larticolo che si intitola "McLuhan meets Gibson in
Cyberspace" mostra come su questo punto McLuhan sarebbe daccordo con uno
dei moderni guru della Rete, lo scrittore cyberpunk, William Gibson.
E mostra anche come i media visuali,
come Internet, ci riportano indietro nel tempo, quando non esisteva la scrittura e si
viveva nei villaggi. Solo che ora il villaggio è tutta la terra, appunto.
Larticolo fa parte della rivista Computer
Mediated Communication Magazine.
Il Villaggio Globale, secondo McLuhan, non permette solo la comunicazione tra persone
che stanno in posti diversi tra loro, ma anche tra persone che vivono in tempi diversi,
nel passato e nel futuro.
E, allora anche se McLuhan è morto, attraverso la Rete forse si può ancora parlare con
lui.
E quello che sembrano credere gli autori del sito "The resurrected Marshall
McLuhan" a cui ha collaborato la fondazione McLuhan. Eppure nel Gennaio 96,
per alcuni giorni, è davvero sembrato che McLuhan fosse tornato in vita.
Nel Gennaio del 1996, in effetti, 17
anni dopo la morte di McLuhan, la nota rivista Wired
pubblica una curiosa intervista,
fatta via posta elettronica a un tale che lascia messaggi in Rete e dice di chiamarsi
Marshall McLuhan.
Lintervistato parla in uno stile estremamente simile a quello del vero McLuhan,
usando metafore oscure e toni apocalittici. Lintervista si interrompe proprio quando
lintervistatore vorrebbe chiedergli cosa pensa delle tecnologie digitali.
McLuhan risorto? No, si tratta di una parodia di McLuhan ad opera di Wired e che
susciterà le ire della famiglia McLuhan contro la rivista.
Il Villaggio Globale, la Rete in questo caso, ci ha dato un nuovo modo di parlare di
McLuhan, e lo celebra, a modo suo, sfruttando la possibilità tipica della Rete di
assumere identità fittizie. Come sostiene il figlio di McLuhan, Erik, in un articolo
della rivista in Rete, McLuhan studies,
il termine Villaggio Globale andava altrettanto bene per la Radio quando è nata. Insomma
chi può dire se sono le parole di McLuhan ad essere premonitrici del nostro futuro o se
siamo noi che oggi proiettiamo in esse la realtà delle tecnologie di adesso? |
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