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Media e scuola - Servizio del 06/01/99 

Università e nuove tecnologie

di Tommaso Russo

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Università a distanza
di Elena Capparelli


L’insegnamento universitario sta cambiando attraverso l’utilizzazione di Internet. Basti pensare, ad esempio, che ormai ben ottantaquattro università italiane hanno un loro sito Internet.
Ma come vengono coinvolti gli studenti all’interno dei nuovi progetti didattici legati alle tecnologie della Rete?
Quali sono le nuove attività che svolgono rispetto ai corsi tradizionali?

L’anno passato MediaMente ha collaborato ad un seminario dedicatoUniversità degli studi della Tuscia allo studio degli ipertesti che si è svolto presso l’Università della Tuscia, a Viterbo.

Vincenzo De Caprio, direttore del laboratorio linguistico, ci ha spiegato perché e come l’Università ha investito in questo seminario:
"L’Università della Tuscia è un’università relativamente piccola, e questo permette un contatto diretto fra docenti e studenti. Il seminario sugli ipertesti nasce infatti dalla collaborazione fra strutture dell’Università, la Facoltà di lingue, la Facoltà di beni culturali, il Laboratorio linguistico, il Centro di calcolo, il Museolab e una organizzazione studentesca nata proprio per approfondire le tematiche legate ai nuovi media e alle nuove tecnologie, che si chiama Project Two.

Seminario di Teoria e Pratica degli Ipertesti dell'Università della TusciaL’università eroga un finanziamento a questa associazione che lo ha utilizzato per acquistare parte delle attrezzature informatiche per il seminario, soprattutto per l’acquisto di programmi necessari. Siamo arrivati quest’anno al terzo anno di un’iniziativa che mi pare molto vitale anche per il contributo diretto degli studenti."

Andiamo allora a vedere cosa ha prodotto il seminario nell’anno passato. Innanzitutto c’è un sito Internet, piuttosto ricco, che è in Rete all’indirizzo www.merzweb.com.Seminario di Teoria e Pratica degli Ipertesti dell'Università della Tuscia

Tutto il sito è stato poi riversato dai ragazzi anche su un CD-ROM. Rispetto alla versione in Rete, il CD-ROM prevede una variazione importante: dato che l’accesso al CD-ROM è molto più veloce di quello alla Rete, gli inserti video possono essere di qualità molto migliore.

Che cosa prevede il corso di quest’anno?
Gino Roncaglia, che ha condotto il seminario presso l’Università della Tuscia, lo ha chiesto per noi direttamente a uno dei partecipanti al corso:
"Il programma di quest’anno – ha detto una ragazza - nasce da una collaborazione fra il seminario e la cattedra di letterature moderne comparate della prof.ssa Petrocchi. L’idea è quella di partire dall’argomento affrontato nel corso della professoressa Petrocchi – i viaggi in Africa di Alberto Moravia – per realizzare un ipertesto da inserire in Rete. Partiremo dai testi dei libri di viaggio di Moravia, che prima convertiremo in formato elettronico, e poi renderemo ipertestuali, collegandoli a una cartina con gli spostamenti di Moravia e con le informazioni aggiuntive sui paesi e le località da lui visitate. In Africa Moravia ha realizzato anche dei documentari per la RAI, e speriamo di poter utilizzare nel nostro lavoro anche quelle immagini. Naturalmente occorrerà chiedere l’autorizzazione alla RAI, e anche alla Bompiani, che detiene i diritti dei libri di Moravia. Ma speriamo che per una iniziativa di questo tipo le autorizzazioni possano essere concesse."

Abbiamo dunque visto un progetto di didattica universitaria legato all’uso delle nuove tecnologie.
Le trasmissioni di introduzione all’informatica per le scienze umane, nate dalla collaborazione fra MediaMente e l’Università della Tuscia e convertite in RealVideo dagli studenti del seminario, costituiscono il primo ciclo di trasmissioni prodotte dalla RAI ad essere disponibili integralmente, sia in video che in audio, su Internet.
Ma i modi in cui le nuove tecnologie possono essere usate per assistere gli studenti all’interno dei corsi universitari non finiscono qui.

George LandowGeorge Landow uno dei massimi esperti sull’uso degli ipertesti nell’insegnamento universitario ne individua almeno tre:
"Ci sono tre modi in cui ho usato e continuo a usare l’ipertesto nell’insegnamento – ha detto Landow intervistato da Mediamente.
Il primo è quello di utilizzare l’ipertesto come per creare una grande biblioteca elettronica o comunque uno strumento di riferimento con cui gli studenti possano inserire nel giusto contesto una determinata opera e scoprire cosa succedeva nella società, nella teoria politica, nella critica letteraria, nell’economia, a quel tempo.
Il secondo modo è quello di usare l’ipertesto nella sua forma più dinamica come un ambiente di lavoro di collaborazione che cambia continuamente: ogni studente può aggiungere il proprio testo alla biblioteca elettronica, cosicché gli studenti diventano automaticamente parte del testo.
L’ultimo modo di usare l’ipertesto nell’insegnamento è per sviluppare modi di scrittura, moduli retorici, per imparare come argomentare e come scrivere sia una prosa creativa e discorsiva nell’ambiente elettronico sia in maniera ipertestuale ma con altre forme di testo digitale."
Quindi le tecnologie legate alla Rete sono, da una parte, degli strumenti, che servono a migliorare l’insegnamento delle materie tradizionali.
Contemporaneamente, come abbiamo visto, attraverso l’esperienza di Viterbo, le nuove tecnologie diventano esse stesse materia di studio.
Infatti un seminario sugli ipertesti è un modo per insegnare come si costruisce un testo che andrà in Rete, ma anche un modo per studiare alcuni testi classici e mostrare come si possono analizzare in modo nuovo.
L’insegnamento con le nuove tecnologie è, allo stesso tempo un insegnamento delle nuove tecnologie. Navigazione

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