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Nuove professioni - Servizio del 03/12/98 

Imprenditoria e nuove tecnologie 

di Peppino Ortoleva

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Quale lavoro su Internet?
di Giampiero Moncada


Oggi parleremo del rapporto fra lavoro e nuove tecnologie. Cercheremo di approfondire alcuni aspetti interessanti dell'impatto che la rivoluzione tecnologica ha avuto sul mondo del lavoro.
I giovani che si affacciano oggi sul mercato del lavoro si trovano spesso di fronte a due luoghi comuni contrastanti.
Da una parte si sentono sempre dire che nel nuovo contesto tecnologico sono avvantaggiati: il lavoro del futuro richiede in misura sempre crescente competenze informatiche e telematiche, e queste competenze è molto più facile le abbiano le persone cresciute col computer.
Dall'altra parte, si sente dire correntemente che siamo alla "fine del lavoro", o almeno, alla fine del lavoro come è stato concepito per più di un secolo: un insieme di posti stabili che danno da vivere a gran parte delle famiglie. L'innovazione tecnologica viene generalmente presentata come la principale responsabile di questa trasformazione.

Corriere LavoroResta da capire se l'informatica è un'occasione per il lavoro dei giovani o è la loro condanna? O forse rappresenta un cambiamento di rotta, verso scenari imprevisti? Sergio Bologna, un intellettuale che ha fatto il '68, oggi dirige una società di consulenza sul settore dei trasporti, e ha pubblicato con Andrea Fumagalli, un libro sulle nuove dimensioni del lavoro "Lavoro autonomo di seconda generazione". Tesi principale è che una delle maggiori novità del nostro tempo è lo sviluppo di nuove forme di lavoro autonomo e tra i campi in cui questa forma di lavoro si sta sviluppando, c'è proprio la nuova economia della comunicazione. Ma qual è, allora, il rapporto fra il cambiamento tecnologico in corso e la figura del lavoratore autonomo? E’ lo stesso Sergio Bologna aIl sole 24 ore spiegarcelo: "Direi che senza il cambiamento tecnologico in corso, mi riferisco, ovviamente, soprattutto alle tecnologie dell'informazione, oggi il lavoro autonomo non sarebbe possibile. O meglio, sarebbe possibile un lavoro autonomo, ma non un lavoro autonomo in grado di dare tali e tanti servizi come oggi esso dà. Quindi, il rapporto, diciamo, tra sviluppo del lavoro autonomo e sviluppo delle nuove tecnologie è assolutamente stretto e inscindibile. A questo va aggiunto il fatto che il lavoratore autonomo passa la metà della sua giornata, in quelle che chiamiamo le ‘pratiche relazionali’: la passa a telefonare, la passa a parlare con le persone, la passa a comunicare. Quindi questa altissima intensità del lavoro relazionale dentro la giornata lavorativa del lavoratore autonomo, ovviamente, ha bisogno di tecnologie e di strumenti per comunicare. Quanto più sono efficienti questi strumenti, tanto meglio".

Per favorire lo sviluppo delle imprese, e soprattutto per favorire la cooperazione tra loro che è ormai strategica, non bastano finanziamenti generici. Occorre creare ambienti tecnologici e culturali che stimolino i lavoratori. Per questo motivo si stanno diffondendo gli "incubator", vere e proprie incubatrici delle nuove imprese. Qui le imprese trovano, o dovrebbero trovare, servizi adeguati, e incontrare quotidianamente i loro possibili partner, e forse anche i futuri concorrenti.
Un "contenitore" di questo tipo è il Centro Multimediale sorto a Terni, già capitale dell'acciaio, e specializzato nelle imprese di comunicazione e cultura.Centro Multimediale di Terni

All'interno del Centro Multimediale di Terni si sperimenta quello che potrebbe diventare l'impresa del futuro. In più di 17.000 metri quadri, convivono una trentina di aziende all'avanguardia nel settore della multimedialità. Ma la novità di questo Centro sta nell' organizzazione del lavoro. Qui ci si abitua a convivere con i propri concorrenti, ma si trovano anche spazi dove incontrare clienti e creare collaborazioni con altre imprese.  Centro Multimediale di Terni"Le imprese", spiega Enzo Favaretto, amministratore delegato del Centro Multimediale di Terni, "imparano a lavorare insieme. Il fatto stesso di trovarsi in uno stesso edificio da' loro la possibilità di confrontarsi e di scambiare idee. Inoltre il nostro centro mette a disposizione una serie di attrezzature tecnologiche molto utili ai professionisti del settore".

Nelle enormi stanze del Centro Multimediale si creano cartoni animati al computer, filmati, contenuti destinati alla Rete, oppure cd-rom. Fra l'altro c'è anche un ampio spazio dedicato ai corsi di formazione, per preparare in modo adeguato i professionisti del domani.
In poco tempo il centro ha dato lavoro a più di 150 persone. "Lavorare qui", spiega Alberto Cecchi, responsabile della DD Bunch, una ditta che produce contenuti per Internet, "ci ha dato opporunità molto interessanti. In questo centro si possono incontrare clienti che altrove non avremmo potuto incontrare e possono nascere anche nuove forme di collaborazione con ditte che lavorano nel settore".La vita e' bella

All'interno del Centro Multimediale di Terni sono state girate alcune scene del film di Roberto Benigni "La vita e' bella". Per chi fa cinema o televisione, a Terni, ci sono una serie di tecnologie all'avanguardia. Il Set Virtuale di Terni e' uno dei più grandi d' Europa. Si tratta di un ambiente simulato al calcolatore nel quale e' possibile immergere attori reali. In questo modo, durante le riprese, i personaggi e l'ambiente circostante si integrano fra loro in modo perfetto.

Ma a Terni si lavora anche utilizzando trucchi cinematografici tradizionali. Carlo Rambaldi, famoso in tutto il mondo per aver realizzato effetti speciali in film come King Kong ha aperto all'interno di questo centro una un laboratorio per insegnare ai giovani a creare effetti speciali. "Ho deciso di venire qui - dice Carlo Rambaldi - perché alcune ditte americane si erano interessate a Terni come centro di lavoro. Qui insegniamo ai ragazzi a modellare e a dipingere mostri e personaggi di legno o di gomma. Ma imparano anche a lavorare creando effetti al computer".King Kong

La formazione dei giovani e' uno degli obiettivi principali del Centro Multimediale di Terni. I giovani possono contattare le imprese tecnologiche del Centro, conoscere professionisti del settore e, a volte, trovare un'occupazione.
E forse questo e' uno degli aspetti più interessanti del nuovo modello di impresa, nato all'interno del Centro Multimediale di Terni.

Esistono tante piccole imprese che producono comunicazione e cultura. Possono essere concentrate insieme in ambienti appositamente progettati, come nel caso del Centro di Terni, o essere sparpagliate sul territorio. Per guidarle è necessario avere una serie di competenze che non sono facili da trovare tutte insieme. Bisogna avere conoscenze tecnologiche, ma anche contenuti culturali più "classici". Inoltre bisogna sapersi destreggiare tra le leggi e sapere gestire la contabilità dell'azienda. Come si impara tutto questo?

Ci sono i corsi universitari di comunicazione che cercano di preparareUniversita' di Sienanuove figure professionali che dovrebbero rispondere a queste esigenze. Sentiamo da Sebastiano Bagnara, esperto dell'interazione uomo-macchina e presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione all'Università di Siena, se crede giusto che questi nuovi professionisti abbiano anche competenze umanistiche:
"Debbono avere componenti umanistiche molto forti, ma non solo quelle. Devono avere componenti tecnologiche e componenti conoscitive di tipo economico. Sapere inoltre quale valore trarre da questa combinazione e avere competenze dal punto di vista del diritto, delle norme. Si stanno sostanzialmente toccando degli argomenti molto importanti che vanno dal diritto alla proprietà intellettuale al diritto alla privacy, al diritto dell’informazione. Quindi sono almeno questi quattro i componenti fondamentali".
Si e' spesso rimproverato all'università italiana di non offrire agli studenti la possibilità di avere esperienze nel mondo lavorativo. Sentiamo ancora da Sebastiano Bagnara in che modo si può integrare la formazione di base con la concreta esperienza lavorativa e con le competenze tecnologiche:Cyberlauree di Siena

"Le esperienze tecnologiche vanno innanzitutto studiate all’università. L’esperienza lavorativa dovrebbe essere una componente necessaria della formazione universitaria. La componente ‘stage’, ovvero lo ‘stare nel lavoro’ in qualche maniera dovrebbe essere una parte fondamentale della formazione universitaria. Per almeno 3 o 4 mesi si dovrebbe affrontare un lavoro in cui si usano le tecnologie, altrimenti quello tra scuola e lavoro diventa sempre più un passaggio difficile. L’università deve garantire agli studenti la possibilità di fare esperienze lavorative o dentro ai propri laboratori, oppure, ancora meglio all’esterno, nelle imprese, nelle istituzioni".

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