Oggi entreremo insieme in un
mondo affascinante, quello dell'arte che si confronta con la scienza. Un rapporto
destinato a dare un grande impulso alla trasformazione culturale in atto nella nostra
società. Un rapporto, quello tra arte e scienza, di cui si può parlare a vari livelli.
Il primo è quello che riguarda l'elaborazione di immagini da parte del mondo scientifico
stesso. Dai grandi laboratori o dalle università arrivano spesso immagini inusuali, forme
curiose che si muovono nello spazio di un computer: altro non
sono che visualizzazioni di calcoli complessi.
I frattali
per esempio. Nel 1975 Benoit Mandelbrot,
matematico francese di origine polacca, coniò il termine frattale per
indicare quelle forme geometriche che a differenza di quelle euclidee non sono regolari. In natura ne esistono
esempi diversi: dai fiocchi di neve, alle nuvole, alle montagne, ai rami degli alberi. E
fu proprio con le immagini tridimensionali, presso i laboratori Ibm, che Mandelbrot
riuscì a dimostrare la sua nuova teoria geometrica.
E' stato il caso più lampante di convergenza tra arte e scienza. Quelle immagini hanno
sorpreso per la loro bellezza e al tempo stesso per il loro valore scientifico. Altri
ricercatori hanno dato forma a teorie sull'universo, oppure hanno visualizzato
i processi naturali. Il computer è lo
strumento che contribuisce a rendere visibile l'invisibile, permettendo infinite
variazioni, trasformazioni, punti di vista.
Il rapporto tra arte e scienza, ha dato
vita negli anni ad alcuni momenti di incontro e di riflessione significativi. Nel 1986 la
42esima Biennale di Venezia, curata da Maurizio
Calvesi, dedicò la sua edizione proprio alla tematica arte e scienza invitando i
principali esponenti di questo movimento. Si parlava delle nuove immagini generate al computer come di una
nuova tecnica paragonabile per importanza alla scoperta rinascimentale della prospettiva. Non a caso Donna Cox, artista che da anni lavora a
fianco di scienziati all'Università dell'Illinois, scrisse allora un saggio intitolato
"Rinascimento digitale", espressione ancora oggi utilizzata per definire il
rapporto fra arte e tecnologia numerica. Per comprenderne meglio il significato facciamo
un salto indietro nel tempo e andiamo a ricercare come operava l'artista che nel
Rinascimento più di tutti seppe meglio unire la ricerca scientifica all'amore per l'arte:
Leonardo da Vinci.
Le macchine e i modelli di Leonardo, esposti al Museo della Scienza di Milano, sono il punto di
partenza per la nostra ricerca. Osservando attentamente questi plastici, ricostruiti in base ai disegni del
maestro fiorentino, ci si accorge rapidamente del ruolo centrale che assume nel suo lavoro
lo studio della prospettiva. Nel Rinascimento gli artisti usano la prospettiva non solo
per rappresentare il mondo che li circonda, ma anche per assegnare all'uomo un ruolo
nuovo. La geometria e la matematica diventano un mezzo per rappresentare il mondo e per
porre chi osserva in una posizione centrale.
Accanto al Leonardo
artista cè lo scienziato, che costruisce macchine e studia la natura. Non cè
nulla, nell'ambiente che lo circonda, che non stimoli la sua curiosità. Osservando gli
insetti e gli uccelli cerca di costruire delle macchine per far volare l'uomo. Attraverso
l'esplorazione della natura, inventa un mezzo per acquisire una conoscenza approfondita
del mondo visibile. E, per Leonardo,
questo sapere e' un elemento fondamentale per compiere il suo percorso artistico. Le forme
delle nubi, lo studio dei movimenti delle acque: tutto e' oggetto di un'incessante ricerca
che per il maestro deve essere alla base dell'arte.
Leonardo e' l'artista che più
di tutti rappresenta lo spirito rinascimentale. E per molti esperti di arte digitale, come
l'artista americana Donna Cox, quello
stesso spirito può essere ritrovato nell'arte digitale. Il computer oggi, come
lo studio della prospettiva all'epoca di Leonardo, e' un mezzo per rappresentare e
ricostruire il mondo che ci circonda. Per questo si parla di Rinascimento digitale. Ma che
cosa hanno in comune epoche cosi' distanti e apparentemente diverse?
"Questa espressione" - spiega Maria Grazia
Mattei, esperta di creatività digitale- "e' nata con l'avvento del computer. E' un modo
per raccontare come la tecnologia sia entrata nel mondo della rappresentazione. Il
Rinascimento digitale ci aiuta, attraverso delle regole, a espandere la nostra
creatività, la nostra fantasia. Lo studio della prospettiva e l'uso del computer, sono
tecniche al servizio della rappresentazione. Ma il computer offre
qualche cosa in più di una semplice tecnica. Il termine Rinascimento digitale ci indica
che abbiamo un nuovo strumento che ci aiuta a leggere e a interpretare il mondo.
Rappresentiamo un mondo in cui le barriere spazio-temporali sono state abbattute E' un
mondo che rappresenta l'immediatezza e che si pone in rapporto con le scienze e
l'artificiale. Per questo mette in discussione la nostra nozione di corpo fisico. La
prospettiva di quest'epoca e' proprio il computer e il suo
potere di rappresentazione".
Che relazione c'è allora tra il processo creativo e quello scientifico?
Esemplificative sono le opere di Roger
Guillemin, Nobel per la medicina
nel 1977, conosciuto nel mondo per aver scoperto le endorfine. Guillemin e' un
personaggio che rappresenta un punto di incontro fra il mondo dell'arte e quello della
scienza. Infatti, dopo aver lavorato per anni come medico, ultimamente si sta affermando
anche come artista digitale.
Noi lo abbiamo incontrato a Milano nel corso della manifestazione "Dieci Nobel per il
futuro", organizzata dalla società Hypothesis. Sentiamo, allora, qual e', secondo
lui, il rapporto fra arte e scienza:
"E una questione molto complessa cui dare risposta, in questa forma,
anche per "gli scientifici" più incalliti, se così si può dire. E che
spesso si parla di una bella esperienza, di bei risultati, di una bella ipotesi, dunque
cè un criterio di eleganza, di bellezza se vogliamo, in tutte le forme di
costruzione dello spirito che non siano necessariamente equivalenti; e che non sono
obbligatoriamente la musica o la pittura, ma che corrispondano in qualche modo a delle
strutture e a delle risposte intellettuali che troviamo nella scienza "dura",
oserei dire. E in effetti, per continuare a rispondere a questa domanda, pur mantenendo un
approccio scientifico che mi e sempre appartenuto nella vita, sono evidentemente
sempre stato interessato allarte visiva, allarte pittorica. Ho una collezione
darte precolombiana, darte dellOceania, della Nuova Guinea, dei quadri
darte moderna, darte contemporanea. Non si vive necessariamente e interamente
di concetti della scienza quando si è degli "scientifici".
Per Roger Guillemin la
tecnologia e le sue invenzioni, e in qualche modo tutte le applicazioni della scienza,
sono vicine all'arte, in quanto si tratta di vere e proprie creazioni della mente umana.
Cosi' il computer
può essere uno strumento per fare calcoli scientifici, ma anche un mezzo per realizzare
opere d'arte. Sentiamo, allora, da Guillemin che tipo
di aiuto può dare uno strumento come il computer
all'artista:
"E proprio una delle ragioni per cui sono interessato al computer, e cioè
quella di far conoscere quello che faccio con il computer, dal punto
di vista della pittura. Va detto che non cè nulla di quello che si fa al computer che non
possa essere fatto nello studio di un artista, senza dubbio. Al contrario, quando nel suo
studio il pittore ha fissato sulla tela unimmagine e vuole modificarla, vuole
cambiarla, intervenirci di nuovo per riprodurla, per apportarvi un cambiamento qualunque,
questo può prendere delle ore, dei giorni, delle settimane, mentre con il computer si possono
fare gli stessi cambiamenti in pochi secondi e al contempo mantenere ognuna delle tappe
compiute, sia che si cambino i colori, sia per qualsiasi altro particolare si voglia
cambiare".
Anche Internet è un luogo
adatto per rendersi conto di un interesse molto diffuso nei confronti della scienza.
Addentriamoci nei meandri della Rete alla scoperta di centri di divulgazione e di
dibattito sul rapporto tra arte e scienza. Un ascoltatore ci scrive chiedendoci se
esistono, in Rete, dei siti dove sia possibile trovare delle immagini del corpo umano.
Di assoluto riferimento, da questo punto di vista e nellottica, che
ci ha accompagnato nel corso di tutta la puntata, del rendere visibile linvisibile
è il Visible Human Project.
Promosso e coordinato dalla National
Library of Medicine degli Stati Uniti e portato avanti da un pool di università
sparse per il mondo, questo progetto ha come scopo la visualizzazione e la
mappatura dellintero corpo umano
sezionato in porzioni millimetriche. Partito nel 1987, il progetto ha ormai raccolto un
patrimonio di circa 20.000 immagini fotografiche digitali dellinterno del corpo
umano e migliaia di rappresentazioni tridimensionali dellanatomia umana.
Ovviamente il primo utilizzo di questo patrimonio di immagini è
finalizzato alla ricerca scientifica, ad esempio nel campo delle simulazioni, tuttavia le
immagini sono di grande fascino anche per uno spettatore qualunque.
Collegandosi al sito del progetto - che ha un mirror anche in Italia (http://vhd-mms.cilea.it/) gestito dal Politecnico di
Milano e dal Cilea - è ad esempio possibile vedere una sezione del polmone o una del
cervello e compiere unaffascinante viaggio nellinvisibile che più ci è
vicino: linterno del corpo umano. |
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