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Città, Creatività- Servizio del 01/01/99 

Città underground: Firenze

di Gomma

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Firenze nella Rete
di Bifo


Strano NetworkCominciamo oggi il nostro viaggio nelle "cybercittà", un viaggio che ci porterà in diverse città italiane alla scoperta di personaggi, gruppi movimenti che fanno parte delle culture alternative legate alle nuove forme della comunicazione tecnologica. La prima tappa è Firenze, dove abbiamo incontrato due esponenti della scena artistica, i Giovanotti Mondani Meccanici, Massimo Cittadini, e un gruppo sperimentale, Strano Network, che opera sul fronte della ricerca tecnologica e dell'azione politica militante.


Alcuni di loro, già dalla metà degli anni Ottanta, hanno creato a Firenze una precoce quanto avanzatissima scena cyber. Cerchiamo di capire come era il clima storico e culturale di quegli anni col primo gruppo di cui parliamo oggi, i Giovanotti Mondani Meccanici.
Ma se chiediamo di rintracciare siti nei quali compaiano entrambe, il numero si riduce drasticamente.
Segno, evidentemente, che ad aiutare a studiare le persone che hanno difficoltà a muoversi o a comunicare e prepararsi, quindi, ad un eventuale inserimento nel mondo del lavoro, sono davvero in pochi.

I Giovanotti Mondani Meccanici, o più in breve GMM, sono nati nel 1984 grazie ad Andrea Zingoni e Antonio Glessi. I lettori della mitica rivista "Frigidaire" se li ricorderanno per il loro fumetto interamente costruito al computer, ormai più di 15 anni fa, che aveva scatenato un feroce dibattito tra i cultori dell'argomento. Ma come nacque l'idea di creare, alla metà degli anni Ottanta,un gruppo che lavorasse con i computer. Lo abbiamo chiesto ad Antonio Glessi: “Io sono un grafico e all'epoca avevo tentato per scommessa e per curiosità l'idea di portare il mio lavoro sul computer. Però a quell'epoca i PC erano assolutamente inadeguati rispetto a quelli odierni. Di conseguenza dopo i primi esperimenti assunsi un atteggiamento opposto, tentai cioè di vedere cosa il computer fosse in grado di fare per me. Firenze in quegli anni era una città molto ricettiva. La scena di movimento degli anni '80 era interessante. Firenze era una città estremamente viva, non sentivi alcun tipo di differenza anche se emigravi in città molto grandi come Parigi o Londra. A Firenze si è concentrato questo mix di utilizzo di nuove tecnologie e creatività che ha portato molti frutti.

Gino the ChickenI GMM si definiscono una “fabbrica mobile” dove designer, videomaker, musicisti e artisti del computer lavorano insieme su differenti progetti. Una delle loro realizzazioni, è Gino the Chicken. Il pollo digitale è stato un recente successo popolare dei GMM, che attualmente sono impegnati su diversi fronti e riescono a far convivere sperimentazione creativa con una ricerca che interessa anche un pubblico più ampio. Lavorano infatti per musei e spazi d’arte italiani e stranieri. Un altro sperimentatore fiorentino è Massimo Cittadini che nel '94 ha vinto il Premio Signorini sulla Computer Art. Anche lui, come i Giovannotti Mondani Meccanici, ha cominciato a lavorare con i computer alla fine degli anni Ottanta, dopo aver avuto una lunga esperienza nelle “fanzine”. E proprio questo legame col mondo delle fanzine ci interessa per capire meglio se c’è un rapporto tra forme espressive tradizionali e quelle legate alle tecnologie digitali:
Questi prodotti, poi, vengono messi a disposizione e sperimentati nelle altre scuole che fanno capo a questo provveditorato.
Si tratta, in questo caso, di iniziative dedicate alla scuola dell’obbligo. Che a volte, per un disabile, è quasi un lusso.

E non parliamo solo di chi vive su una carrozzina.
C'è un rapporto - ci ha detto Cittadini - per lo meno nel mio caso. Mi sono trovato a lavorare con il mondo delle fanzine perché mi piaceva farmi domande sulla realtà in cui viviamo, sulle tecnologie che ci troviamo intorno. La tecnologia che ci permette di fare le fotocopie è una tecnologia in un certo senso già interattiva e mi interessa perché cambia la visione del mondo. Il passo fra lavorare le immagini e il suono al computer e l'interattività è stato breve.”
Un altro artista è Massimo Contrasto che dal 1991 si occupa di realtà virtuale e artificiale. Lavora soprattutto con il Mandala System, un sistema che coinvolge direttamente lo spettatore facendo interagire la sua immagine con oggetti virtuali generati dal computer:


Il Mandala mi ha sempre interessato perché lo vedo come una tela di un quadro. Così come nella tela vuota abbiamo progettato visioni differenti allo stesso modo con il Mandala possiamo ipotizzare applicazioni in campo medico, in campo ludico, in campo creativo di vario tipo.

La scena fiorentina è molto complessa e ricca anche sul versante dell'attivismo telematico.

I membri del gruppo degli Strano Network lavorano da molti anni sulle tematiche del digitale. Uno dei loro punti forti è la lotta per il diritto all'accesso all'informazione. Hanno anche realizzato degli interventi concreti, come ci spiega Tommaso Tozzi:

Abbiamo promosso delle iniziative per fornire l'hardware e il software, tra queste la prima postazione di accesso pubblico gratuito ad Internet nel '95. Inoltre abbiamo prodotto ipertesti sia su floppy che in Rete. Per noi questo materiale non era semplicemente informazione ma rappresentava anche uno strumento per un uso liberato della Rete. Se il diritto all'accesso - ha proseguito Tozzi - equivale ad un diritto alla libera espressione allora è necessario garantire il diritto alla protesta. In questo senso abbiamo inventato una forma di protesta di corteo in Rete che abbiamo definito net-strike. Il “corteo” deve valere come garanzia per il cittadino di incontrarsi e di difendere in Rete i propri diritti.

Il netstrike, cioè lo “sciopero della Rete”, organizzato dagli Strano Network, dimostra in realtà che questi gruppi non sono soltanto movimenti di semplice contestazione. L’operazione di Strano Network anche se nata nelle associazioni di base punta a sollecitare un coinvolgimento diretto delle amministrazioni su temi di interesse comune. Come ci spiega il presidente di Strano Network, Stefano Sansavini.

Per garantire universalmente il diritto ai nuovi strumenti della comunicazione - ci ha detto Sansavini - sono necessari alcuni presupposti. Innanzi tutto la premessa per svolgere qualsiasi attività è quella di avere software disponibile. Questo non può essere realizzato soltanto con l'impegno di innumerevoli realtà che mettono a disposizione, attraverso la Rete, le loro opere di ingegno. Secondo noi, è necessario avviare dei progetti finanziati da enti pubblici, dal consiglio di quartiere alla Comunità Economica Europea. Questi progetti - ha concluso Sansavini - devono essere finalizzati alla realizzazione di software di pubblico dominio necessario per il collegamento telematico, per l'inserimento di contenuti in Rete e per la realizzazione di una comunicazione orizzontale e interattiva che riesca a organizzare i contenuti acquisiti.

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