Cominciamo oggi il nostro viaggio nelle
"cybercittà", un viaggio che ci porterà in diverse città italiane alla
scoperta di personaggi, gruppi movimenti che fanno parte delle culture alternative legate
alle nuove forme della comunicazione tecnologica. La prima tappa è Firenze, dove abbiamo
incontrato due esponenti della scena artistica, i Giovanotti Mondani Meccanici, Massimo
Cittadini, e un gruppo sperimentale, Strano
Network, che opera sul fronte della ricerca tecnologica e dell'azione politica
militante.
Alcuni di loro, già dalla metà degli anni Ottanta, hanno creato a Firenze una precoce
quanto avanzatissima scena cyber. Cerchiamo di capire come era il clima storico e
culturale di quegli anni col primo gruppo di cui parliamo oggi, i Giovanotti Mondani
Meccanici.
Ma se chiediamo di rintracciare siti nei quali compaiano entrambe, il numero si riduce
drasticamente.
Segno, evidentemente, che ad aiutare a studiare le persone che hanno difficoltà a
muoversi o a comunicare e prepararsi, quindi, ad un eventuale inserimento nel mondo del
lavoro, sono davvero in pochi.
I Giovanotti Mondani Meccanici, o più in
breve GMM, sono nati nel 1984 grazie ad Andrea Zingoni e Antonio Glessi. I lettori della
mitica rivista "Frigidaire" se li ricorderanno per il loro fumetto interamente
costruito al computer, ormai più di 15 anni fa, che aveva scatenato un feroce dibattito
tra i cultori dell'argomento. Ma come nacque l'idea di creare, alla metà degli anni
Ottanta,un gruppo che lavorasse con i computer. Lo abbiamo chiesto ad Antonio Glessi:
Io sono un grafico e all'epoca avevo tentato per scommessa e per curiosità
l'idea di portare il mio lavoro sul computer. Però a quell'epoca i PC erano assolutamente
inadeguati rispetto a quelli odierni. Di conseguenza dopo i primi esperimenti assunsi un
atteggiamento opposto, tentai cioè di vedere cosa il computer fosse in grado di fare per
me. Firenze in quegli anni era una città molto ricettiva. La scena di movimento degli
anni '80 era interessante. Firenze era una città estremamente viva, non sentivi alcun
tipo di differenza anche se emigravi in città molto grandi come Parigi o Londra. A
Firenze si è concentrato questo mix di utilizzo di nuove tecnologie e creatività che ha
portato molti frutti.
I GMM si definiscono una fabbrica
mobile dove designer, videomaker, musicisti e artisti del computer lavorano insieme
su differenti progetti. Una delle loro realizzazioni, è Gino
the Chicken. Il pollo digitale è stato un recente successo popolare dei GMM, che
attualmente sono impegnati su diversi fronti e riescono a far convivere sperimentazione
creativa con una ricerca che interessa anche un pubblico più ampio. Lavorano infatti per
musei e spazi darte italiani e stranieri. Un altro sperimentatore fiorentino è
Massimo Cittadini che nel '94 ha vinto il Premio Signorini sulla Computer Art. Anche lui,
come i Giovannotti Mondani Meccanici, ha cominciato a lavorare con i computer alla fine
degli anni Ottanta, dopo aver avuto una lunga esperienza nelle fanzine. E
proprio questo legame col mondo delle fanzine ci interessa per capire meglio se cè
un rapporto tra forme espressive tradizionali e quelle legate alle tecnologie digitali:
Questi prodotti, poi, vengono messi a disposizione e sperimentati nelle altre scuole che
fanno capo a questo provveditorato.
Si tratta, in questo caso, di iniziative dedicate alla scuola dellobbligo. Che a
volte, per un disabile, è quasi un lusso.
E non parliamo solo di chi vive su una carrozzina.
C'è un rapporto - ci ha detto Cittadini - per lo meno nel mio caso. Mi
sono trovato a lavorare con il mondo delle fanzine perché mi piaceva farmi domande sulla
realtà in cui viviamo, sulle tecnologie che ci troviamo intorno. La tecnologia che ci
permette di fare le fotocopie è una tecnologia in un certo senso già interattiva e mi
interessa perché cambia la visione del mondo. Il passo fra lavorare le immagini e il
suono al computer e l'interattività è stato breve.
Un altro artista è Massimo Contrasto che dal
1991 si occupa di realtà virtuale e artificiale. Lavora soprattutto con il Mandala
System, un sistema che coinvolge direttamente lo spettatore facendo interagire la sua
immagine con oggetti virtuali generati dal computer:
Il Mandala mi ha sempre interessato perché lo vedo come una tela di un quadro.
Così come nella tela vuota abbiamo progettato visioni differenti allo stesso modo con il
Mandala possiamo ipotizzare applicazioni in campo medico, in campo ludico, in campo
creativo di vario tipo.
La scena fiorentina è molto complessa e ricca anche sul versante dell'attivismo
telematico.
I membri del gruppo degli Strano Network lavorano da molti anni sulle tematiche del
digitale. Uno dei loro punti forti è la lotta per il diritto all'accesso
all'informazione. Hanno anche realizzato degli interventi concreti, come ci spiega Tommaso
Tozzi:
Abbiamo
promosso delle iniziative per fornire l'hardware e il software, tra queste la prima
postazione di accesso pubblico gratuito ad Internet nel '95. Inoltre abbiamo prodotto
ipertesti sia su floppy che in Rete. Per noi questo materiale non era semplicemente
informazione ma rappresentava anche uno strumento per un uso liberato della Rete. Se il
diritto all'accesso - ha proseguito Tozzi - equivale ad un diritto alla libera espressione
allora è necessario garantire il diritto alla protesta. In questo senso abbiamo inventato
una forma di protesta di corteo in Rete che abbiamo definito net-strike. Il
corteo deve valere come garanzia per il cittadino di incontrarsi e di
difendere in Rete i propri diritti.
Il netstrike, cioè lo sciopero della Rete, organizzato dagli Strano Network, dimostra in realtà che
questi gruppi non sono soltanto movimenti di semplice contestazione. Loperazione di Strano Network anche se nata nelle
associazioni di base punta a sollecitare un coinvolgimento diretto delle amministrazioni
su temi di interesse comune. Come ci spiega il presidente di Strano Network, Stefano
Sansavini.
Per garantire universalmente il diritto ai nuovi strumenti della
comunicazione - ci ha detto Sansavini - sono necessari alcuni presupposti. Innanzi tutto
la premessa per svolgere qualsiasi attività è quella di avere software disponibile.
Questo non può essere realizzato soltanto con l'impegno di innumerevoli realtà che
mettono a disposizione, attraverso la Rete, le loro opere di ingegno. Secondo noi, è
necessario avviare dei progetti finanziati da enti pubblici, dal consiglio di quartiere
alla Comunità Economica Europea. Questi progetti - ha concluso Sansavini - devono essere
finalizzati alla realizzazione di software di pubblico dominio necessario per il
collegamento telematico, per l'inserimento di contenuti in Rete e per la realizzazione di
una comunicazione orizzontale e interattiva che riesca a organizzare i contenuti
acquisiti. |
|