Le nuove tecnologie aprono nuovi
scenari occupazionali per i disabili. La domanda che ci poniamo è se gli handicappati
abbiano la possibilità, attraverso linformatica, di costruirsi unidentità
professionale che li trasformi da persone passive, a soggetti attivi nel mondo produttivo,
economico e sociale. Cerchiamo di capirlo attraverso una prospettiva particolare, non
tanto quella diretta dellinserimento lavorativo, ma osservando il momento subito
precedente, quello della formazione professionale da cui riteniamo debba partire il
cambiamento.
Parlare del rapporto tra handicap e formazione significa alla fine entrare in un universo
molto vasto. Proprio su questo punto vogliamo riflettere, per capire se le nuove
tecnologie offrono innovazioni interessanti in questo scenario.
Alcune ricerche di qualche anno fa hanno dimostrato che gli handicappati hanno spesso
una professionalità di basso livello. A Vigorso presso Budrio in provincia di Bologna,
lASPHI (Associazione per lo Sviluppo
di Progetti Informatici per gli Handicappati) ha organizzato un corso di formazione
professionale.
Il corso, che rientra nellambito,
progetto comunitario Horizon è
rivolto a disabili fisici e sensoriali e mira a formare e Information Broker e Network
Engineer. Rossi uno dei cordinatori del progetto, denomiato TOP, ci ha spiegato il
profilo delle figure professionali che il corso vuole formare: Il progetto, che è
un po una scommessa, prevede di fornire delle conoscenze rispetto alla gestione
delle reti. Oggi tutti parlano di Internet e a lo si usa sempre più come strumento di lavoro. L'Information
Broker è quella figura professionale che sa trovare le informazioni: le informazioni
ci sono, Internet sovrabbonda di queste informazioni, ma molto spesso non si è in grado
di individuarle. L'impresa oggi di che cosa ha bisogno ? Di sapere raggiungere questa
informazione. Questo è quello che noi vorremmo dare nell'ambito di questo corso che
organizziamo insieme ad altri partner come lINAIL e come il LAPER. A fianco a competenze di carattere tecnologico, vogliamo fornire delle competenze, alle
persone disabili che frequenteranno questo corso, delle informazioni riguardo
allimprenditorialità.
La scommessa che vogliamo fare è vedere se delle persone disabili possono
intraprendere una attività imprenditoriale in proprio. La solidità delle
professionalità che saranno formate - ha proseguito Rossi - è garantita da una struttura
oraria delle giornate, che sarà divisa in lezioni teoriche, svolte al mattino, ed in una
parte più pratica a cui sono dedicate le ore pomeridiane. Unire questi due aspetti,
anche in corso per disabili dimostra da parte degli organizzatori la volontà di fornire
agli handicappati unidentità professionale solida, flessibile e complessa, che non
li releghi più ai tipi di lavori di livello più basso. Crediamo che questo sia la
dimostrazione che la tecnologia e le reti telematiche possano essere validi supporti
allintegrazione dei disabili nella società e nel mondo del lavoro. Il corso vuole
incentivare attitudini imprenditoriali nei dodici partecipanti: nella fase finale del
corso verrà portata avanti e particolarmente incentivata lidea di un corsista
rivolta ad una determinata impresa; dallidea si passerà poi alla fase di
realizzazione del progetto. Accanto a questa opportunità fornita a un allievo del corso,
gli altri studenti potranno usufruire di un servizio di collocamento assistito e mirato,
cioè coordinato con lazienda che sta per accogliere una determinata persona. Se il
corso è pensato per incentivare lo spirito imprenditoriale nei disabili, allo stesso
tempo apre anche altre prospettive allinterno del mercato del lavoro come ci ha
spiegato ancora Rossi: Per quello che riguarda la formazione alle nuove tecnologie,
la proposta che noi facciamo segue in parte le indicazioni dell'Unione Europea. La CEE insiste da anni sul fatto che lo
sviluppo dell'Europa sarà possibile attraverso quella che viene chiamata la società
delle informazioni. Direi dunque che raggiungere questo sviluppo comporti necessariamente
anche delle possibilità occupazionali, perché ci vuole qualcuno che poi sappia gestire
queste informazioni. Questo tipo di approccio nella formazione dei disabili può
costituire una possibile soluzione, ma può creare a sua volta il rischio di chiudere i
disabili tra i disabili, evitando così una vera integrazione. Quali sono le modalità
didattiche che fanno leva sulle nuove tecnologie e che sono state pensate per la
formazione dei disabili? Sono destinate solo ai disabili o sono utilizzabili anche in
altri contesti di apprendimento?
Per rispondere a queste domande ci sembra interessante presentare un prodotto multimediale
Parto per un viaggio. Incontrare, conoscere accompagnare. Percorso tra autonomia
e competenze sociali che è destinato ad accompagnare ragazzi con lieve deficit
mentale durante corsi di formazione. Il software è stato realizzato dallAECA di Bologna e dalla Regione Emilia Romagna sempre
nellambito del progetto Horizon.
Lo scopo del prodotto è quello di accompagnare il ragazzo durante tutto il percorso
formativo al fine di fargli prendere coscienza della sua nuova identità di lavoratore.
Il software è stato pensato tenendo conto delle recenti ricerche in materia sia di
handicap sia di processi cognitivi. Il suo obiettivo è lorientamento professionale;
da questa premessa si è costruita la metafora del viaggio verso il lavoro e quindi quella
della stazione che costituisce la mappa principale dellipertesto. Gli strumenti di
navigazione sono molto semplici: labitudine a muoversi con chiarezza
allinterno di un mondo virtuale può aiutare i disabili a orientarsi nella vita e
nelle scelte professionali. Così si parte dalla conoscenza di sé, della propria
famiglia, della propria storia attraverso, ad esempio, una carta didentità, per
passare alla conoscenza del centro di formazione professionale, della sua vita e delle sue
regole, per arrivare infine alla conoscenza del mondo del lavoro attraverso strumenti
mirati ad organizzare nella mente del ragazzo il periodo di stage e secondariamente alla
conoscenza di alcuni ambienti lavorativi come quelli della cooperazione sociale.
Ma si è cercata una sperimentazione anche per quanto riguarda linterattività:
le proposte di lavoro contenute nella maggior parte degli strumenti guidano lallievo
in una attività di scrittura, di ricerca nellambiente circostante e di disegno:
riempendo spazi vuoti egli può personalizzare la sua copia del programma, tenendo così
memoria del suo percorso formativo. Si è cercato, in tal modo, di sfruttare uno dei
grossi potenziali dellipertestualità: trovare uno strumento solido e flessibile al
contempo in grado di documentare e visualizzare la storia attraverso cui si sono costruite
conoscenze ed identità. Ad esempio lo strumento che sto utilizzando in questo momento,
la carta didentità, è proprio un modo per aiutare il ragazzo
handicappato a prendere coscienza delle proprie caratteristiche personali, altri sono
mirati più sugli aspetti professionali. In questo modo possiamo tornare alla nostra
domanda iniziale e verificare se formazione e nuove tecnologie aiutano a consolidare
lidentità professionale dei disabili.
Abbiamo rivolto il quesito a due delle autrici del CD ROM, Marina Maselli e
Giovanna di Pasquale di Context: "Le nuove tecnologie - ci hanno detto - sono una
risorsa importante per i ragazzi disabili, anche se non risolvono tutti i loro problemi.
E' molto importante che ci sia sempre un progetto formativo mirato, ben studiato dai
docenti. Ulteriore risorsa è poi il fatto che utilizzando uno strumento come il computer
che è utilizzato in diversi ambiti lavorativi e formativi da persone diverse, il disabile
riesce ad avere una percezione di sé che non è solo quella del 'diverso'. La costruzione
dell'identità si basa infatti fortemente sull'apertura verso gli altri. E se le
tecnologie riescono a facilitare questa apertura allora sono una grossa risorsa". |
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