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Handicap - Servizio del 31/12/98 

Handicap e formazione professionale

di Stefania Navacchia

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Handicap e corsi di formazione
di Moncada


Le nuove tecnologie aprono nuovi scenari occupazionali per i disabili. La domanda che ci poniamo è se gli handicappati abbiano la possibilità, attraverso l’informatica, di costruirsi un’identità professionale che li trasformi da persone passive, a soggetti attivi nel mondo produttivo, economico e sociale. Cerchiamo di capirlo attraverso una prospettiva particolare, non tanto quella diretta dell’inserimento lavorativo, ma osservando il momento subito precedente, quello della formazione professionale da cui riteniamo debba partire il cambiamento.
Parlare del rapporto tra handicap e formazione significa alla fine entrare in un universo molto vasto. Proprio su questo punto vogliamo riflettere, per capire se le nuove tecnologie offrono innovazioni interessanti in questo scenario.

Alcune ricerche di qualche anno fa hanno dimostrato che gli handicappati hanno spesso una professionalità di basso livello. A Vigorso presso Budrio in provincia di Bologna, l’ASPHI (Associazione per lo Sviluppo di Progetti Informatici per gli Handicappati) ha organizzato un corso di formazione professionale.

Progetto HorizonIl corso, che rientra nell’ambito, progetto comunitario Horizon è rivolto a disabili fisici e sensoriali e mira a formare e Information Broker e Network Engineer. Rossi uno dei cordinatori del progetto, denomiato TOP, ci ha spiegato il profilo delle figure professionali che il corso vuole formare: “Il progetto, che è un po’ una scommessa, prevede di fornire delle conoscenze rispetto alla gestione delle reti. Oggi tutti parlano di Internet e a lo si usa sempre più come strumento di lavoro. L'Information Broker è quella figura professionale che sa trovare le informazioni: le informazioni ci sono, Internet sovrabbonda di queste informazioni, ma molto spesso non si è in grado di individuarle. L'impresa oggi di che cosa ha bisogno ? Di sapere raggiungere questa informazione. Questo è quello che noi vorremmo dare nell'ambito di questo corso che organizziamo insieme ad altri partner come l’INAIL e come il LAPER. A fianco a competenze di Lapercarattere tecnologico, vogliamo fornire delle competenze, alle persone disabili che frequenteranno questo corso, delle informazioni riguardo all’imprenditorialità.

La scommessa che vogliamo fare è vedere se delle persone disabili possono intraprendere una attività imprenditoriale in proprio. La solidità delle professionalità che saranno formate - ha proseguito Rossi - è garantita da una struttura oraria delle giornate, che sarà divisa in lezioni teoriche, svolte al mattino, ed in una parte più pratica a cui sono dedicate le ore pomeridiane.” Unire questi due aspetti, anche in corso per disabili dimostra da parte degli organizzatori la volontà di fornire agli handicappati un’identità professionale solida, flessibile e complessa, che non li releghi più ai tipi di lavori di livello più basso. Crediamo che questo sia la dimostrazione che la tecnologia e le reti telematiche possano essere validi supporti all’integrazione dei disabili nella società e nel mondo del lavoro. Il corso vuole incentivare attitudini imprenditoriali nei dodici partecipanti: nella fase finale del corso verrà portata avanti e particolarmente incentivata l’idea di un corsista rivolta ad una determinata impresa; dall’idea si passerà poi alla fase di realizzazione del progetto. Accanto a questa opportunità fornita a un allievo del corso, gli altri studenti potranno usufruire di un servizio di collocamento assistito e mirato, cioè coordinato con l’azienda che sta per accogliere una determinata persona. Se il corso è pensato per incentivare lo spirito imprenditoriale nei disabili, allo stesso tempo apre anche altre prospettive all’interno del mercato del lavoro come ci ha spiegato ancora Rossi: “Per quello che riguarda la formazione alle nuove tecnologie, la proposta che noi facciamo segue in parte le indicazioni dell'Unione Europea. La CEE insiste da anni sul fatto che lo sviluppo dell'Europa sarà possibile attraverso quella che viene chiamata la società delle informazioni. Direi dunque che raggiungere questo sviluppo comporti necessariamente anche delle possibilità occupazionali, perché ci vuole qualcuno che poi sappia gestire queste informazioni.” Questo tipo di approccio nella formazione dei disabili può costituire una possibile soluzione, ma può creare a sua volta il rischio di chiudere i disabili tra i disabili, evitando così una vera integrazione. Quali sono le modalità didattiche che fanno leva sulle nuove tecnologie e che sono state pensate per la formazione dei disabili? Sono destinate solo ai disabili o sono utilizzabili anche in altri contesti di apprendimento?
Per rispondere a queste domande ci sembra interessante presentare un prodotto multimediale “Parto per un viaggio. Incontrare, conoscere accompagnare. Percorso tra autonomia e competenze sociali” che è destinato ad accompagnare ragazzi con lieve deficit mentale durante corsi di formazione. Il software è stato realizzato dall’AECA di Bologna e dalla Regione Emilia Romagna sempre nell’ambito del progetto Horizon. Lo scopo del prodotto è quello di accompagnare il ragazzo durante tutto il percorso formativo al fine di fargli prendere coscienza della sua nuova identità di lavoratore.

Il software è stato pensato tenendo conto delle recenti ricerche in materia sia di handicap sia di processi cognitivi. Il suo obiettivo è l’orientamento professionale; da questa premessa si è costruita la metafora del viaggio verso il lavoro e quindi quella della stazione che costituisce la mappa principale dell’ipertesto. Gli strumenti di navigazione sono molto semplici: l’abitudine a muoversi con chiarezza all’interno di un mondo virtuale può aiutare i disabili a orientarsi nella vita e nelle scelte professionali. Così si parte dalla conoscenza di sé, della propria famiglia, della propria storia attraverso, ad esempio, una carta d’identità, per passare alla conoscenza del centro di formazione professionale, della sua vita e delle sue regole, per arrivare infine alla conoscenza del mondo del lavoro attraverso strumenti mirati ad organizzare nella mente del ragazzo il periodo di stage e secondariamente alla conoscenza di alcuni ambienti lavorativi come quelli della cooperazione sociale.

Ma si è cercata una sperimentazione anche per quanto riguarda l’interattività: le proposte di lavoro contenute nella maggior parte degli strumenti guidano l’allievo in una attività di scrittura, di ricerca nell’ambiente circostante e di disegno: riempendo spazi vuoti egli può personalizzare la sua copia del programma, tenendo così memoria del suo percorso formativo. Si è cercato, in tal modo, di sfruttare uno dei grossi potenziali dell’ipertestualità: trovare uno strumento solido e flessibile al contempo in grado di documentare e visualizzare la storia attraverso cui si sono costruite conoscenze ed identità. Ad esempio lo strumento che sto utilizzando in questo momento, “la carta d’identità”, è proprio un modo per aiutare il ragazzo handicappato a prendere coscienza delle proprie caratteristiche personali, altri sono mirati più sugli aspetti professionali. In questo modo possiamo tornare alla nostra domanda iniziale e verificare se formazione e nuove tecnologie aiutano a consolidare l’identità professionale dei disabili.

NavigazioneAbbiamo rivolto il quesito a due delle autrici del CD ROM, Marina Maselli e Giovanna di Pasquale di Context: "Le nuove tecnologie - ci hanno detto - sono una risorsa importante per i ragazzi disabili, anche se non risolvono tutti i loro problemi. E' molto importante che ci sia sempre un progetto formativo mirato, ben studiato dai docenti. Ulteriore risorsa è poi il fatto che utilizzando uno strumento come il computer che è utilizzato in diversi ambiti lavorativi e formativi da persone diverse, il disabile riesce ad avere una percezione di sé che non è solo quella del 'diverso'. La costruzione dell'identità si basa infatti fortemente sull'apertura verso gli altri. E se le tecnologie riescono a facilitare questa apertura allora sono una grossa risorsa".

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