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Archivi e database - Servizio del 28/12/98 

Archivi digitali 

di Tommaso Russo

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Archivi in Rete
di Fabio Panti


Oggi parliamo di quegli straordinari strumenti per la conservazione ed il riordinamento dei dati che sono gli archivi digitali.Uno dei motivi per cui i processi di archiviazione sembrano diventare, sempre più, di importanza vitale deriva dal fatto che ognuno di noi ha a che fare, ogni giorno, con una grande mole di informazioni. La radio, la televisione, Internet ci investono, di continuo, con un flusso inarrestabile di dati in cui, spesso, è molto difficile orientarsi. Se la nostra attenzione viene improvvisamente attirata da una notizia in particolare, di frequente non sappiamo quali strumenti utilizzare per approfondire e arricchire la nostra conoscenza in proposito. A volte può risultare difficile persino ricordarsi di che notizia si trattava.

In questa intricata foresta dell’informazione, siamo tentati di seguire ora una direzione ed ora un’altra, rischiando di smarrirci e di perdere l’obiettivo della nostra ricerca. La questione non e’ nuova. In tutte le epoche, i filosofi hanno affrontato il problema di trovare un metodo per mettere ordine nelle proprie conoscenze.


Nel 1600, ad esempio, il filosofo francese Cartesio, si chiedeva quale fosse il metodo per fare ordine nelle conoscenze e rispondeva con una metafora. Chi è smarrito in una foresta “non deve aggirarsi ora di qua ora di là, e tanto meno fermarsi, ma camminare sempre nella stessa direzione perchè, così, anche se non va proprio dove desidera - scriveva Cartesio - arriverà alla fine in qualche luogo, dove probabilmente si troverà meglio che nel fitto della boscaglia.”


Il ragionamento cartesiano esemplifica il procedimento che da secoli e’ alla base della classificazione: per non perdersi nell’intricata foresta dell’informazione, i dati vanno ordinati secondo un unico filoconduttore. Vediamo, allora, da che punto di vista gli archivi possono aiutarci a trovare questo filo conduttore.


Ogni archivio è un deposito, una raccolta di dati, organizzata secondo un ordine che ne favorisce la consultazione. Prendiamo, ad esempio, un archivio manuale in metallo, di quelli che fino a poco tempo fa erano presenti negli uffici su ogni scrivania. Funziona catalogando il materiale su base alfabetica, secondo argomenti o nomi, oppure scegliendo un criterio numerico, ad esempio per date o progressivo. Sono proprio questi criteri a stabilire un ordine ed a fare da filo conduttore per la nostra futura ricerca. La controparte informatica di questo tipo di archivio è una base di dati, un cosidetto data base: un insieme di informazioni che sono contenute in un supporto digitale, come l’hard disk di un computer.

Tabella generata con AccessQuella che vedete, è l’immagine di una tabella generata da uno dei tanti programmi database di uso domestico. C’è una griglia con delle righe orizzontali e delle colonne verticali. Le righe orizzontali, che sono chiamate record, sono numerate e rappresentano i singoli documenti che si vogliono archiviare. Le colonne verticali rappresentano i vari tipi di dati che ci interessano a proposito del record analizzato, e si chiamano campi. Ad esempio l’autore, l’edizione e l’anno sono tipi di campi di uso comune, se i nostri record sono dei libri.

Basta cliccare con il mouse su un tasto perchè tutti i record, e, quindi, nel nostro caso tutti i libri archiviati siano ordinati per autore o per titolo in ordine alfabetico. Naturalmente, posso anche trasformare questa tabella in una scheda di facile consultazione: se chiudo questa schermata, clicco su “scheda” e poi su “monografia” in questo modo posso leggere le notizie attinenti al documento selezionato.


C’è un altra importante conseguenza legata all’archiviazione digitale. Un tempo si ordinavano e si catalogavano solo documenti scritti. Oggi, qualsiasi prodotto mediatico, dai libri, ai filmini amatoriali, alla musica e ai cartoni animati, può essere trasformato in un documento digitale e tradotto in un flusso di bit, ovvero in una serie di 0 e di 1.

Disponiamo, quindi, grazie all’informatica, di strumenti di ordinamento e gestione dei dati sempre più potenti. Ed è proprio attraverso questi strumenti, gli archivi digitali, che il flusso dinamico e caotico dell’informazione può essere fermato e trasformato in un insieme ordinato. Sentiamo da un esperto del rapporto tra media e nuove tecnologie, Giovanni Cesareo, in che modo:

“Il vantaggio dell'archiviazione digitale consiste nell'avere una elevata quantita' di informazioni diverse (visive,documentali etc) disponibili in un unico supporto e in uno spazio molto ristretto; lo svantaggio, in un certo senso, e' quello che dobbiamo cercare le informazioni da soli e cio' implica dei saperi, delle competenze che dobbiamo acquisire a livello individuale che prima erano invece affidate alla figura dell'archivista.”

Rapidita’ di accesso, facilita’ nella consultazione, vasta documentazione disponibile in uno spazio ristretto sono quindi i vantaggi piu’ cospicui dell’archiviazione digitale su quella tradizionale. A tutto ciò va’ aggiunto, naturalmente, l’uso multimediale in senso tecnico che questo tipo di catalogazione ci offre: la possibilita’ di rendere utilizzabile, dentro un unico supporto, l’intera attivita’ di un medium, dalle sue origini ad oggi. Un esempio può essere quello che sta succedendo per i programmi della tv e della radio pubbliche in Italia, con la realizzazione delle Teche Rai.

Teche Dopo quasi 50 anni di attivita' nell'etere, la Rai, Radio Televisione Italiana, ha messo a punto un complesso sistema di archiviazione digitale del materiale radiofonico e televisivo prodotto per dare Finalmente all'archivio Rai dignita' di "patrimonio vivo". Le audiovideoteche della Rai sono infatti una direzione di recente costituzione che per la prima volta affronta la conservazione, la catalogazione e la documentazione dei programmi realizzati , sia quelli gia' in archivio, sia quello che si va' archiviando giorno per giorno. E' stato creato anche un sito internet : www.teche.rai.it su cui e' possibile trovare in tempo reale documenti, foto, immagini e registrazioni radio che hanno fatto la nostra storia televisiva. Oltre all'utilizzazione del Digital Audio Broadcasting o Dab, cosi' si chiama il sistema multimediale di tipo diffusivo usato per la radiofonia e facilmente fruibile via Internet, le teche digitali hanno come obiettivo quello di favorire una produzione televisiva sempre piu' veloce nei tempi, alimentata da prodotti di archivio trattati con precisione e tempestivita'. Il progetto di archiviazione digitale delle Teche della RAI appare molto ambizioso e in linea con le piu' importanti linee progettuali delle maggiori TV di tutto il mondo.

L'intento e' quello di contribuire attivamente allo sviluppo di una tv interattiva. Da una televisione generalista a un'azienda che si pone il problema di diversificare l'attuale fornitura di servizi e canali in modo da comprendere tutte le altre forme di diffusione, come i canali tematici, le Pay Tv, il video on demand, la web television. Paolo Donati responsabile delle Teche Radio, della direzione teche e servizi tematici educativi della Rai, descrivendo l'entita' dell'operazione, 350.000 ore di radio archiviate, illustra l'importanza della possibilita' di conservazione, accesso e riutilizzazione del materiale sia per gli interni che per gli utenti. I cambiamenti diventano cruciali nella produzione dei programmi radiofonici: il computer che gestirà la regia sarà collegato con l'archivio centrale da cui attingera' tutte le immagini necessarie. Il cambiamento interessera' dunque anche la confezione dei programmi stessi, e il montaggio. Infine il catalogo multimediale delle teche rai che comprende oltre alla parte radiofonica, 400.000 ore di televisione offrirà la possibilita' di attingere a documenti scritti, foto, programmi radio e immagini. L'archivio digitalizzato che potrà essere utilizzato anche dal pubblico sarà particolarmente utile per le ricerche di chi lavora all’interno della RAI. Con precisione e tempestivita' sarà possibile scegliere e importare una determinata immagine. Inoltre in questo modo le sedi locali potranno giovarsi di un ricco patrimonio cui poter attingere in tempo reale.

Al contrario di quello che accade in un mondo dominato dalla scrittura nell’era digitale l’informazione torna ad essere insieme visuale e sonora. La parola riprende ad avere quel rapporto con l’immagine che la scrittura aveva cancellato.
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