Oggi parliamo di
quegli straordinari strumenti per la conservazione ed il riordinamento dei dati che sono
gli archivi digitali.Uno dei motivi per cui i processi di archiviazione sembrano
diventare, sempre più, di importanza vitale deriva dal fatto che ognuno di noi ha a che
fare, ogni giorno, con una grande mole di informazioni. La radio, la televisione, Internet
ci investono, di continuo, con un flusso inarrestabile di dati in cui, spesso, è molto
difficile orientarsi. Se la nostra attenzione viene improvvisamente attirata da una
notizia in particolare, di frequente non sappiamo quali strumenti utilizzare per
approfondire e arricchire la nostra conoscenza in proposito. A volte può risultare
difficile persino ricordarsi di che notizia si trattava.
In questa
intricata foresta dellinformazione, siamo tentati di seguire ora una direzione ed
ora unaltra, rischiando di smarrirci e di perdere lobiettivo della nostra
ricerca. La questione non e nuova. In tutte le epoche, i filosofi hanno affrontato
il problema di trovare un metodo per mettere ordine nelle proprie conoscenze.
Nel 1600, ad esempio, il filosofo francese Cartesio,
si chiedeva quale fosse il metodo per fare ordine nelle conoscenze e rispondeva con una
metafora. Chi è smarrito in una foresta non deve aggirarsi ora di qua ora di là, e
tanto meno fermarsi, ma camminare sempre nella stessa direzione perchè, così, anche se
non va proprio dove desidera - scriveva Cartesio - arriverà alla fine in qualche luogo,
dove probabilmente si troverà meglio che nel fitto della boscaglia.
Il
ragionamento cartesiano esemplifica il procedimento che da secoli e alla base della
classificazione: per non perdersi nellintricata foresta dellinformazione, i
dati vanno ordinati secondo un unico filoconduttore. Vediamo, allora, da che punto di
vista gli archivi possono aiutarci a trovare questo filo conduttore.
Ogni archivio è un deposito, una raccolta di dati, organizzata secondo un ordine che ne
favorisce la consultazione. Prendiamo, ad esempio, un archivio manuale in metallo, di
quelli che fino a poco tempo fa erano presenti negli uffici su ogni scrivania. Funziona
catalogando il materiale su base alfabetica, secondo argomenti o nomi, oppure scegliendo
un criterio numerico, ad esempio per date o progressivo. Sono proprio questi criteri a
stabilire un ordine ed a fare da filo conduttore per la nostra futura ricerca. La
controparte informatica di questo tipo di archivio è una base di dati, un cosidetto data
base: un insieme di informazioni che sono contenute in un supporto digitale, come
lhard disk di un computer.
Quella che vedete, è limmagine di una
tabella generata da uno dei tanti programmi database di uso domestico. Cè una
griglia con delle righe orizzontali e delle colonne verticali. Le righe orizzontali, che
sono chiamate record, sono numerate e rappresentano i singoli documenti che si vogliono
archiviare. Le colonne verticali rappresentano i vari tipi di dati che ci interessano a
proposito del record analizzato, e si chiamano campi. Ad esempio lautore,
ledizione e lanno sono tipi di campi di uso comune, se i nostri record sono
dei libri.
Basta cliccare con il mouse su un tasto perchè tutti i record, e, quindi, nel nostro
caso tutti i libri archiviati siano ordinati per autore o per titolo in ordine alfabetico.
Naturalmente, posso anche trasformare questa tabella in una scheda di facile
consultazione: se chiudo questa schermata, clicco su scheda e poi su
monografia in questo modo posso leggere le notizie attinenti al documento
selezionato.
Cè un altra importante conseguenza legata allarchiviazione digitale. Un tempo
si ordinavano e si catalogavano solo documenti scritti. Oggi, qualsiasi prodotto
mediatico, dai libri, ai filmini amatoriali, alla musica e ai cartoni animati, può essere
trasformato in un documento digitale e tradotto in un flusso di bit, ovvero in una serie
di 0 e di 1.
Disponiamo, quindi, grazie allinformatica, di strumenti di ordinamento e gestione
dei dati sempre più potenti. Ed è proprio attraverso questi strumenti, gli archivi
digitali, che il flusso dinamico e caotico dellinformazione può essere fermato e
trasformato in un insieme ordinato. Sentiamo da un esperto del rapporto tra media e nuove
tecnologie, Giovanni Cesareo, in che modo:
Il vantaggio dell'archiviazione digitale consiste nell'avere una elevata
quantita' di informazioni diverse (visive,documentali etc) disponibili in un unico
supporto e in uno spazio molto ristretto; lo svantaggio, in un certo senso, e' quello che
dobbiamo cercare le informazioni da soli e cio' implica dei saperi, delle competenze che
dobbiamo acquisire a livello individuale che prima erano invece affidate alla figura
dell'archivista.
Rapidita di accesso, facilita nella consultazione, vasta documentazione
disponibile in uno spazio ristretto sono quindi i vantaggi piu cospicui
dellarchiviazione digitale su quella tradizionale. A tutto ciò va aggiunto,
naturalmente, luso multimediale in senso tecnico che questo tipo di catalogazione ci
offre: la possibilita di rendere utilizzabile, dentro un unico supporto,
lintera attivita di un medium, dalle sue origini ad oggi. Un esempio può
essere quello che sta succedendo per i programmi della tv e della radio pubbliche in
Italia, con la realizzazione delle Teche Rai.
Dopo quasi 50 anni di attivita'
nell'etere, la Rai, Radio Televisione Italiana, ha messo a
punto un complesso sistema di archiviazione digitale del materiale radiofonico e
televisivo prodotto per dare Finalmente all'archivio Rai dignita' di "patrimonio
vivo". Le audiovideoteche della Rai sono infatti una direzione di recente
costituzione che per la prima volta affronta la conservazione, la catalogazione e la
documentazione dei programmi realizzati , sia quelli gia' in archivio, sia quello che si
va' archiviando giorno per giorno. E' stato creato anche un sito internet : www.teche.rai.it su cui e' possibile trovare in tempo
reale documenti, foto, immagini e registrazioni radio che hanno fatto la nostra storia
televisiva. Oltre all'utilizzazione del Digital Audio Broadcasting o Dab, cosi' si chiama
il sistema multimediale di tipo diffusivo usato per la radiofonia e facilmente fruibile
via Internet, le teche digitali hanno come obiettivo quello di favorire una produzione
televisiva sempre piu' veloce nei tempi, alimentata da prodotti di archivio trattati con
precisione e tempestivita'. Il progetto di archiviazione digitale delle Teche della RAI
appare molto ambizioso e in linea con le piu' importanti linee progettuali delle maggiori
TV di tutto il mondo.
L'intento e' quello di contribuire attivamente allo sviluppo di una tv interattiva. Da
una televisione generalista a un'azienda che si pone il problema di diversificare
l'attuale fornitura di servizi e canali in modo da comprendere tutte le altre forme di
diffusione, come i canali tematici, le Pay Tv, il video on demand, la web television.
Paolo Donati responsabile delle Teche Radio, della direzione teche e servizi tematici
educativi della Rai, descrivendo l'entita' dell'operazione, 350.000 ore di radio
archiviate, illustra l'importanza della possibilita' di conservazione, accesso e
riutilizzazione del materiale sia per gli interni che per gli utenti. I cambiamenti
diventano cruciali nella produzione dei programmi radiofonici: il computer che gestirà la
regia sarà collegato con l'archivio centrale da cui attingera' tutte le immagini
necessarie. Il cambiamento interessera' dunque anche la confezione dei programmi stessi, e
il montaggio. Infine il catalogo multimediale delle teche rai che comprende oltre alla
parte radiofonica, 400.000 ore di televisione offrirà la possibilita' di attingere a
documenti scritti, foto, programmi radio e immagini. L'archivio digitalizzato che potrà
essere utilizzato anche dal pubblico sarà particolarmente utile per le ricerche di chi
lavora allinterno della RAI. Con precisione e tempestivita' sarà possibile
scegliere e importare una determinata immagine. Inoltre in questo modo le sedi locali
potranno giovarsi di un ricco patrimonio cui poter attingere in tempo reale.
Al contrario di quello che accade in un mondo dominato dalla scrittura nellera
digitale linformazione torna ad essere insieme visuale e sonora. La parola riprende
ad avere quel rapporto con limmagine che la scrittura aveva cancellato.
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