Oggi parliamo delle nuove professioni
affermatesi con le tecnologie digitali e delle problematiche legate alle occasioni di
lavoro che si stanno formando attorno ai nuovi media. Una prima riflessione da
fare è sul termine stesso: nuove professioni. A ben vedere ci accorgiamo che
è unespressione usata troppo spesso e in modo molto generico. La vaghezza
dell'espressione nasce dalla difficoltà di fissare un mondo che si muove molto
velocemente. Tanti cartelli per le strade, tanti annunci sui giornali, promettono
formazione per figure professionali dai titoli suggestivi e fantasiosi, di cui ben pochi
saprebbero dire con precisione il significato.
A tal proposito cè un detto divertente, quando si parla di professioni nuove:
Quandè che una professione si può definire nuova? Quando è necessario
più di un quarto d'ora a spiegare alla propria madre che cosa si fa per vivere. E spesso,
comunque, la madre non capisce. Questa battuta nasconde una verità. Le nuove
professioni sono complesse, e quindi difficili da spiegare e non solo perché si muovono
sulla frontiera della tecnologia. Lo sono anche perché ognuna di queste figure è
generalmente parte di una lunga catena di mestieri diversi. Complementari tra loro. E
tutti nuovi.
Per capire cosa sono le nuove professioni abbiamo cercato allora di identificare alcuni
elementi che tradizionalmente identificano una professione. Questi sono: la formazione, la
qualifica professionale e la tutela lavorativa. Iniziamo ad analizzare il primo punto:
quello della formazione. Come si possono formare professionisti per professioni che
cambiano?
Secondo Sebastiano Bagnara, esperto
dell'interazione uomo-macchina e presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione all'Università di Siena. Esistono oggi molte nuove
professioni che si raccolgono sotto il nome di comunicazione e altrettanti
corsi di formazione connessi, molto spesso però qualitativamente scarsissimi. Dovrebbe
essere l'università, secondo Bagnara,
a fornire una formazione di base standard ricca di contenuti e capace di 'formare' a
lavori diversi.
Cerchiamo allora di analizzare, adesso, il secondo punto, quello della qualifica
professionale. Quali sono i mestieri introdotti dalle nuove tecnologie? Fino a cinque-sei
anni fa Internet era una
parola sconosciuta ai più: adesso dà vita a una vera e propria famiglia di mestieri
differenti, ma che in molti casi si integrano fra loro. C'è chi gestisce un Internet
provider, fornendo accessi alla Rete ai privati e alle aziende. C'è chi prepara siti
a pagamento, curando la parte grafica, l'organizzazione dei testi o tutti e due. C'è poi
il webmaster,
che "gestisce" i siti, curandone
l'aggiornamento, occupandosi dei forum, affrontando i problemi quotidiani del loro
funzionamento.
Ed ancora la rete civica come presentazione della citta al mondo.
E un webmaster
è Andrea, 23 anni, laureando in Scienze della Comunicazione. Il sito che cura è un sito
un po' particolare: quello dei vigili del fuoco di Torino. Fra l'altro al Comando
Provinciale dei Vigili del fuoco di Torino, la tecnologia ha rivoluzionato il sistema
delle chiamate.
Le tecnologie digitali possono aiutare a intervenire in modo piu rapido ed efficace.
Allinterno della sala chiamate dei vigili del fuoco, non si lavora piu solo
con il telefono come in passato. Adesso chi risponde alle chiamate di soccorso, ha
imparato a usare il computer. I vigili del fuoco consultano un archivio digitale, che
permette loro di vedere che tipo di mezzi sono disponibili, ma anche di capire che
percorso fare per arrivare a destinazione. Attraverso un sistema informatico
avanzato - spiega Angelo Venuti, responsabile della sala chiamate del Comando Provinciale
dei Vigili del Fuoco di Torino - i vigili possono capire in pochi secondi se per arrivare
in un determinato posto bisogna far partire un automezzo o un elicottero. Ma il computer
da anche dati e notizie sulle risorse disponibili. Il Comando Provinciale dei Vigili
del Fuoco di Torino, e uno dei Comandi dove la tecnologia si e diffusa di
piu. Ci sono vigili con competenze tecniche molto specifiche. Fra loro
ce chi si occupa di montare i filmati realizzati durante le operazioni di
soccorso. Le immagini sono, poi, fornite ai telegiornali e trasmesse in televisione. I vigili del
fuoco di Torino hanno anche imparato a lavorare in Rete. Esiste una redazione che ha
realizzato un sito, ricco di informazioni utili per gli
utenti, ma i vigili hanno anche aperto una serie di pagine dove hanno inserito dati
sulla storia del loro Comando. Allinizio
- spiega Andrea Brugnati, webmaster
dei vigili del fuoco di Torino - i vigili del fuoco hanno dovuto seguire dei corsi di
computer per imparare a lavorare in Rete. Adesso Internet e diventato uno mezzo che
usano ogni giorno anche per comunicare tra loro, la tecnologia e diventata uno
strumento indispensabile per il loro lavoro.
Abbiamo visto quanto la tecnologia abbia cambiato il lavoro di ogni giorno all'interno di
un comando dei vigili del fuoco. Ma abbiamo anche capito in modo più concreto quali sono
i compiti di un webmaster.
Chiudiamo il nostro quadro per identificare le caratteristiche dei nuovi professionisti
tecnologici. Abbiamo visto quale dovrebbe essere la loro formazione e abbiamo identificato
alcune qualifiche professionali. Adesso affrontiamo il tema della tutela lavorativa. Le
professioni "classiche", dall'architetto al medico, si sono tutte date, e da
tempo, delle organizzazioni, gli "ordini" professionali, che debbono tra l'altro
sorvegliare e fare rispettare precisi "standard" etici e professionali anche
nell'interesse dei clienti. Sono enti di tutela, anche se a volte diventano vere e proprie
corporazioni. Con lo sviluppo delle nuove professioni, comunque, ci sono parecchie
persone, anche molto qualificate, che lavorano senza nessuna forma di tutela, senza
prospettive precise sulla durata della loro occupazione, e senza fissare regole di
comportamento. Antonio Pilati è membro dell'Autorità di garanzia per le comunicazioni, e
si occupa quindi delle regole che governano questo settore. Abbiamo chiesto a Pilati cosa
pensa della regolamentazione di queste nuove figure professionali:
Quando si discute di libertà di espressione, io ho sempre un po' paura della
parola 'regolamentazione'. Non sono favorevole agli ordini dei giornalisti e, comunque, a
delle forme chiuse di accesso a quelle professioni che hanno come compito specifico
diffondere idee e conoscenze. E credo che questo valga quanto più va avanti il progresso
delle tecnologie e quindi quanto più facile diventa lespressione del pensiero. Fare
un ordine professionale per chi diffonde idee attraverso Internet, mi sembra
effettivamente una cosa molto difficile. Più ampia è la facilità di accesso e di
diffusione delle conoscenze, tanto meno c'è bisogno di ordini professionali e di
albi. |
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