Oggi parliamo del lavoro dei ricercatori informatici che lavorano allo sviluppo della
rete Internet. Storicamente c'è
una precisa relazione tra ricerca e Internet. Internet come rete di computer è
nata negli Stati Uniti. Ma la tecnologia che ha permesso a Internet , il "World Wide Web" di
affermarsi, è nata altrove, come spiega Guido Martinotti,
professore di sociologia
urbana allUniversita degli studi di Milano: "La cosa interessante
è che originariamente questo modo di andare alla ricerca delle cose, ordinare i materiali
che si chiama "World
Wide Web", che fa parte appunto del sistema Internet, non è stato inventato
dagli Americani, ma è stato inventato da alcuni scienziati fisici di un laboratorio
europeo, il CERN di Ginevra, che, essendo uno dei
grandi laboratori di fisica, ha grandi problemi di accumulazione di dati e di trasmissione
delle informazioni. Per questo i fisici del CERN hanno
pensato di mettere a punto un sistema per distribuire, archiviare queste informazioni su
scala mondiale e hanno inventato il "World Wide Web".
Questa invenzione in realtà era stata pensata per degli accademici e doveva servire a
poche migliaia di fisici. Finché un giovane
"softwarista" americano ha pensato che la stessa cosa si potesse fare non
solo per i fisici ma per tutte le persone interessate. Quindi dalle poche migliaia di
fisici, da un mondo molto ristretto, si è passati immediatamente a un potenziale mercato
di alcune decine di milioni di utilizzatori."
Oggi sono sempre più diffuse le strutture di "delivery" o laboratori di
servizio, che si occupano di progetti specifici su commissione. Per citare un caso tutto
italiano, il laboratorio di Milano dell'IBM si occupa
proprio di progetti relativi a Internet.
Ari Sabbadini, responsabile del laboratorio, spiega che tre le attività del
laboratorio si svolgono ricerche di punta, come ad esempio la trasmissione di immagini in
movimento sulla Rete e la convergenza di televisione e computer che si può considerare la
sfida attuale di Internet. Un
altro importante campo di ricerca sviluppato nei laboratori di "delivery" IBM e quello del commercio elettronico, che e poi
uno dei temi caldi dellevoluzione futura della Rete. Qui in particolare i
ricercatori si sono concentrati su un aspetto fondamentale del commercio elettronico che e quello
della sicurezza dei pagamenti in Rete. Le soluzioni pensate per questo, ancora critico
problema di sicurezza, possono ritenersi per certi versi sorprendenti. A questo proposito
è stato intervistato Maurizio Sartori, responsabile della sicurezza dei web server:
"A One Web cerchiamo di fare in modo che i
server che noi ospitiamo siano sicuri. Per fare questo utilizziamo tutta una serie di
tecniche. Abbiamo dei controlli di tipo hardware, quindi dei file word che vengono
configurati ed amministrati da personale addetto; ma abbiamo anche dei controlli fatti da
personale esterno all IBM stessa, dai
nostri "emergency responces services", che sono dei centri specializzati in
controlli di sicurezza che si trovano in Germania ed in America. Questi team,
periodicamente, nel nostro caso ogni settimana, verificano che tutte le nostre macchine
siano sicure da eventuali attacchi da agenti esterni. Noi stessi facciamo questi controlli
quotidianamente sulle nostre macchine utilizzando una serie di "tools", strumenti
sviluppati sia internamente che presi da Internet. Infatti su Internet, oggi, esiste qualsiasi tipo
di tool per fare le scansioni; esistono dei siti di hackers dedicati
apposta a questo tipo di scopo. Quando si parla di sicurezza, si parla di qualcosa che va
portata avanti giorno per giorno; non si puo dire: oggi configuro una macchina, la
lascio li e la macchina e sicura per sempre. Ogni giorno bisogna verificare,
proprio perche si installano nuovi programmi, se vengono scoperti bug di programmi gia installati, se vengono
utilizzate nuove tecniche di attacco alla macchina. Uno compito fondamentale della persona
che si occupa di sicurezza e quello di mantenersi aggiornato ed informato; per
questo deve continuare lui stesso ad andare sui siti degli hackers, sui siti di
amministratori di sistema e vedere quali sono i nuovi strumenti con i quali applicare le
correzioni prima ancora che gli hackers possano agire sulle macchine prese di mira."
Internet sta anche trasformando
le comunicazioni all'interno delle aziende. Infatti la rapida condivisione di informazioni
sta diventando una esigenza strategica della produzione. Abbiamo chiesto a Matteo Adami, architetto di soluzioni
di commercio elettronico
all'interno dei laboratori di delivery dell'IBM, cosa
sono le "intranet"
e le " " e qual e in questo
campo lobiettivo della ricerca:
"Ci siamo mossi in questa direzione, dei sistemi Intranet o Extranet, perchè forse oggi rappresentano una
grande opportunità, per le aziende, di utilizzare la tecnologia internet, in unottica di
riduzione dei costi, di globalizzazione del proprio mercato e di possibilità di
raggiungere i propri utenti con una modalità che non e mai stata disponibile in
questa maniera. Il tutto in un contesto di sicurezza e affidabilità. Ad esempio, in
questo caso, per la Piaggio, abbiamo sviluppato una
soluzione con cui si rende disponibile ai concessionari e funzionari Piaggio laccesso ad alcune funzionalità di
gestione del loro parco veicoli.
Questo processo, fino ad oggi, non era stato automatizzato nellambito di Piaggio; ha consentito una notevole riduzione dei
costi, uno snellimento delle attività, con uno sgravio anche per gli stessi concessionari
che quindi si trovano ad usufruire anche di un servizio ulteriore. Lobiettivo della
nostra attività, in genere, e sempre quello di individuare le esigenze del cliente
e capire quale sia la modalità migliore per portare questi processi aziendali, per
renderli disponibili su Internet,
ovviamente in un contesto che garantisca la sicurezza e laffidabilità della
soluzione che si va a costruire."
L'avanzamento tecnologico è oggi così complesso che necessita di grandi investimenti,
sia che si tratti di soldi pubblici che di privati. E proprio sull'evoluzione di Internet stiamo assistendo allo
scontro tra due filosofie: quella che vuole la ricerca svincolata da interessi privati e
quella che invece li ammette. Ma in definitiva, la domanda, rispetto alla ricerca resta
sempre la stessa: può una nazione permettersi di investire miliardi e miliardi su
obiettivi non immediati? E, dall'altra parte: in mancanza di ricerca pubblica non
vincolata a finalità produttive saranno possibili grandi svolte come quella di Arpanet e del World Wide Web, utili poi per
la stessa industria?. |
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