 Avete mai provato
a guidare un'automobile senza mani? Usando la bocca!
Beh, certo si tratterebbe di una stravaganza piuttosto pericolosa. Ma per qualcuno questa
è l’unica maniera di muoversi autonomamente.
Si tratta di qualcuno che è costretto ad usare la bocca non solo per guidare ma anche
per scrivere, per pitturare e così via.
All’indirizzo http://www.fortunecity.com/silverstone/impala/146
possiamo navigare nel sito di un disabile che è, giustamente, molto orgoglioso di una
serie di soluzioni che ha inventato e realizzato per superare il suo problema principale:
la mancanza delle mani.
 All’interno
del sito possiamo ammirare la sua prima costruzione che risale a 20 anni fa. Aveva
cominciato con la bici, ed è arrivato all’automobile!
Per divulgare i risultati dei suoi esperimenti ha realizzato queste pagine Internet, nelle
quali ospita interventi di chi vuole dare suggerimenti o chiede aiuto per risolvere
problemi analoghi.
Certo, anche la Rete è per il nostro amico uno strumento per superare i suoi handicap.
Già altri, prima di lui, hanno escogitato delle maniere per utilizzare la tastiera senza
mani. Ma sembra che questo problema sia già stato risolto da tempo: con il computer oggi
si comunica perfino a voce. 
In questo modo anche i ciechi possono navigare in Internet. Anche se molti di loro
ancora non lo sanno.
Ed è per questo che è nata un'associazione di Ciechi telematici.
All'indirizzo http://www.geocities.com/HotSprings/Spa/5423
potete leggere il dialogo che l'autore di questo sito ha messo in linea per presentare ,
in maniera tutt'altro che noiosa la sua iniziativa.
 Altrettanto vivace e spiritosa è la
pagina di Cesare Patara. E’ uno
studente che nel suo sito parla "anche" di un problema fisico: Artrite Reumatoide Giovanile. Qualcosa che
non suona molto allarmante, ma che risulta, invece, al primo posto delle cause di
invalidità.
 Insomma, di pagine
personali in Rete ce ne sono molte, e per chi ha problemi di mobilità o di comunicazione
questo risulta uno strumento davvero miracoloso, a volte l’unico, per comunicare
quello che c’è dentro. Senza l’impedimento del corpo che, anziché aiutare, ce
la mette tutta per creare difficoltà.
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