In questa puntata parleremo di una rivoluzione che nei prossimi anni potrebbe cambiare
il mondo dei telefoni. Alzeremo la cornetta e comporremo il numero proprio come facciamo
oggi. Ma dallaltra parte potrebbe risponderci qualcuno che si trova sulla cima
dellEverest, o su una barca a vela in mezzo allAtlantico, o nelle immense
estensioni del deserto.
Protagonista di questa rivoluzione è una vera e propria flotta di piccoli satelliti.
Decine e decine di questi oggetti stanno già orbitando sulle nostre teste pronti al
ricevere, smistare e trasmettere le nostre telefonate nei quattro angoli del pianeta; e le
società che li gestiscono inizieranno presto a vendere gli abbonamenti.
Ricordate Peter
Arnett che durante la Guerra del Golfo
trasmetteva i suoi servizi dal tetto di un albergo di Baghdad? Arnett usava anche un
telefono satellitare. Ma era un aggeggio ingombrante, pesante, con una grande antenna
parabolica e soprattutto costava un sacco di soldi. Insomma, roba da super-giornalisti
della Cnn. Invece i telefoni di cui parleremo noi saranno
piccoli come i cellulari che usiamo tutti i giorni, comodi, facili da usare e soprattutto
molto, molto più economici. Ma cominciamo a vedere cosa si trova in Rete sulla telefonia cellulare satellitare.
Iridium e Globalstar
sono le prime due reti a lanciarsi nel business dei telefoni satellitari di nuova
generazione. Vediamo come sono nate e come funzionano.
Iridium è nata dalla telefonata di una signora.
Anzi: da una telefonata mancata. Karen Bertiger è la moglie di un ingegnere della Motorola, Bary
Bertiger. Nel 1985 sta passando una vacanza con il marito su unisoletta dei Caraibi.
Sebbene in ferie, la signora Bertiger deve comunicare con il suo ufficio negli Stati Uniti. Ma tra le
palme e le spiagge candide non ci sono linee terrestri e, soprattutto, il cellulare rimane
perfettamente muto.
Isolata su unisola caraibica, Karen Bertiger convince il marito che creare una
rete per telecomunicazioni in grado di coprire davvero lintero pianeta sarebbe
proprio una buona idea. Mister Bartiger si mette al lavoro assieme a due suoi colleghi,
Ray Leopold e Ken Peterson. I problemi da risolvere non mancano certo.
Per cominciare i satelliti per telecomunicazioni normali sono molto costosi e
soprattutto orbitano molto alti. Per raggiungerli con un segnale radio serve una grossa
antenna e molta potenza, insomma nulla che si possa portare tranquillamente in tasca come
un cellulare.
La soluzione è quindi usare satelliti che orbitano più bassi, anche se così per
coprire tutta la superficie della Terra ne servono molti di più. Allinizio gli
ingegneri della Motorola
fissano il numero a 77, e a questo numero si deve anche il nome della rete, Iridium.
Infatti liridio è un elemento il cui atomo è circondato proprio da 77 elettroni.
Perfezionando il sistema il numero di satelliti si è poi abbassato a 66 e buona parte
di questa vera e propria costellazione di antenne sta già volando sopra le nostre teste a
una quota di circa 800 chilometri.
Quando parte una chiamata il segnale raggiunge il satellite più vicino in quel
momento. Questo satellite è molto più di un semplice specchio che riflette il segnale al
suolo, è una vera e propria centralina telefonica nello spazio: tra i satelliti della
rete e le stazioni di terra inizia un frenetico scambio di messaggi per verificare la
validità dellabbonamento di chi ha chiamato e soprattutto per stabilire dove si
trova il destinatario.
E un vortice di bit che in pochi secondi inoltra la comunicazione da un satellite
allaltro fino a quello più vicino a chi riceve la chiamata. Se la telefonata è
destinata a un apparecchio fisso, essa viene passata a una delle 12 stazioni sparse sui
cinque continenti e arriva a destinazione attraverso i cari vecchi cavi telefonici.
E vero che ormai da parecchi anni noi abitanti dei paesi avanzati siamo abituati
a considerare il mondo un po come il giardino dietro casa: la televisione trasmette
di continuo immagini dai posti più sperduti o ci fa ascoltare le interviste con un
navigatore solitario in mezzo al Pacifico. Ma in pratica, realizzare davvero questi
collegamenti è stata finora una operazione per pochi.
La promessa di reti come Iridium o Globalstar, invece, è di rendere presto tutto ciò
semplicissimo, alla portata di chiunque, normale quanto appunto alzare la cornetta del
telefono. Insomma, se la Terra è diventata già da qualche tempo un Villaggio Globale,
ormai anche i confini di questo Villaggio Globale iniziano a restringersi.
Ma veramente tra qualche anno dovremo mettere in soffitta i nostri telefonini per
passare ai satellitari? Per la verità cè anche chi nutre qualche dubbio. Per
esempio: Bertiger e i suoi colleghi hanno iniziato a immaginare Iridium quando la
telefonia mobile era appena una neonata. Poco più di dieci anni fa si pensava che i
telefonini cellulari si sarebbero sviluppati soprattutto nelle città.
Previsioni clamorosamente smentite: oggi i cellulari coprono comunque una buona
percentuale del pianeta, garantiscono comunicazioni facili e veloci a 240 milioni di
persone e permettono di fare e ricevere telefonate da un paese allaltro. Insomma
cè chi sostiene che le reti satellitari nascono già vecchie.
Forse per questo Globalstar, concorrente
principale di Iridium, ha scelto una strategia un
po diversa. Anziché sostituire la rete Gsm attuale, i 48 satelliti di Globalstar puntano piuttosto ad affiancarla. Dove la
rete Gsm oggi è sorda e muta, ecco che domani arriverà il satellite.
Ma cè ancora un punto che rende queste imprese interessanti e a loro modo
rivoluzionarie. Sia Iridium che Globalstar sono iniziative private e sopravviveranno
solo se, dopo aver risucchiato miliardi di dollari di investimenti, si trasformeranno in
business redditizi.
Finora le attività nello
spazio erano così care che in pratica solo alcuni governi potevano impegnarvisi
seriamente. Tutti i satelliti, anche quelli commerciali, erano pezzi unici, servivano anni
per costruirli, ed erano costosissimi sia da lanciare che da mantenere. Iridium e Globalstar
hanno dovuto abbattere queste spese.
La soluzione? La stessa che adottò Henry Ford
quasi un
secolo fa con le automobili: i satelliti si costruiscono in serie. Devono essere
economici, piccoli e leggeri in modo da lanciarne molti con un razzo solo.
Una di queste catene di
montaggio del terzo millennio è proprio alle porte di Roma. E il Centro piccoli
satelliti della Alenia, la fabbrica super-tecnologica dove sono nati i satteliti Globalstar.
Va sottolineato che nel consorzio Globalstar
sono presenti anche alcune aziende italiane tra cui la Telital
che dopo aver fabbricato telefoni Gsm sarà presente sul mercato anche con i telefoni
satellitari.
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