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Tecnologia - Servizio del 06/11/98

L’era dei telefonini satellitari

di Antonio Leonardi

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Satelliti e telefonia cellulare: Iridium e Globalstar
di Elena Capparelli


In questa puntata parleremo di una rivoluzione che nei prossimi anni potrebbe cambiare il mondo dei telefoni. Alzeremo la cornetta e comporremo il numero proprio come facciamo oggi. Ma dall’altra parte potrebbe risponderci qualcuno che si trova sulla cima dell’Everest, o su una barca a vela in mezzo all’Atlantico, o nelle immense estensioni del deserto.

Il satellite Mariner 10 Protagonista di questa rivoluzione è una vera e propria flotta di piccoli satelliti. Decine e decine di questi oggetti stanno già orbitando sulle nostre teste pronti al ricevere, smistare e trasmettere le nostre telefonate nei quattro angoli del pianeta; e le società che li gestiscono inizieranno presto a vendere gli abbonamenti.Peter Arnett

Ricordate Peter Arnett che durante la Guerra del Golfo trasmetteva i suoi servizi dal tetto di un albergo di Baghdad? Arnett usava anche un telefono satellitare. Ma era un aggeggio ingombrante, pesante, con una grande antenna parabolica e soprattutto costava un sacco di soldi. Insomma, roba da super-giornalisti della Cnn. Invece i telefoni di cui parleremo noi saranno piccoli come i cellulari che usiamo tutti i giorni, comodi, facili da usare e soprattutto molto, molto più economici. Ma cominciamo a vedere cosa si trova in Rete sulla telefonia cellulare satellitare.Globalstar

IridiumIridium e Globalstar  sono le prime due reti a lanciarsi nel business dei telefoni satellitari di nuova generazione. Vediamo come sono nate e come funzionano.

 

Iridium è nata dalla telefonata di una signora. Anzi: da una telefonata mancata. Karen Bertiger è la moglie di un ingegnere della Motorola, Bary Bertiger. Nel 1985 sta passando una vacanza con il marito su un’isoletta dei Caraibi. Sebbene in ferie, la signora Bertiger deve cellulare.jpg (11697 byte)comunicare con il suo ufficio negli Stati Uniti. Ma tra le palme e le spiagge candide non ci sono linee terrestri e, soprattutto, il cellulare rimane perfettamente muto.

Isolata su un’isola caraibica, Karen Bertiger convince il marito che creare una rete per telecomunicazioni in grado di coprire davvero l’intero pianeta sarebbe proprio una buona idea. Mister Bartiger si mette al lavoro assieme a due suoi colleghi, Ray Leopold e Ken Peterson. I problemi da risolvere non mancano certo.

Per cominciare i satelliti per telecomunicazioni normali sono molto costosi e soprattutto orbitano molto alti. Per raggiungerli con un segnale radio serve una grossa antenna e molta potenza, insomma nulla che si possa portare tranquillamente in tasca come un cellulare.

La soluzione è quindi usare satelliti che orbitano più bassi, anche se così per coprire tutta la superficie della Terra ne servono molti di più. All’inizio gli ingegneri della Motorola fissano il numero a 77, e a questo numero si deve anche il nome della rete, Iridium. Infatti l’iridio è un elemento il Un satellitecui atomo è circondato proprio da 77 elettroni.

Perfezionando il sistema il numero di satelliti si è poi abbassato a 66 e buona parte di questa vera e propria costellazione di antenne sta già volando sopra le nostre teste a una quota di circa 800 chilometri.

Quando parte una chiamata il segnale raggiunge il satellite più vicino in quel momento. Questo satellite è molto più di un semplice specchio che riflette il segnale al suolo, è una vera e propria centralina telefonica nello spazio: tra i satelliti della rete e le stazioni di terra inizia un frenetico scambio di messaggi per verificare la validità dell’abbonamento di chi ha chiamato e soprattutto per stabilire dove si trova il destinatario.antenna per telecomunicazioni

E’ un vortice di bit che in pochi secondi inoltra la comunicazione da un satellite all’altro fino a quello più vicino a chi riceve la chiamata. Se la telefonata è destinata a un apparecchio fisso, essa viene passata a una delle 12 stazioni sparse sui cinque continenti e arriva a destinazione attraverso i cari vecchi cavi telefonici.

E’ vero che ormai da parecchi anni noi abitanti dei paesi avanzati siamo abituati a considerare il mondo un po’ come il giardino dietro casa: la televisione trasmette di continuo immagini dai posti più sperduti o ci fa ascoltare le interviste con un navigatore solitario in mezzo al Pacifico. Ma in pratica, realizzare davvero questi collegamenti è stata finora una operazione per pochi.

La promessa di reti come Iridium o Globalstar, invece, è di rendere presto tutto ciò semplicissimo, alla portata di chiunque, normale quanto appunto alzare la cornetta del telefono. Insomma, se la Terra è diventata già da qualche tempo un Villaggio Globale, ormai anche i confini di questo Villaggio Globale iniziano a restringersi.

Ma veramente tra qualche anno dovremo mettere in soffitta i nostri telefonini per passare ai satellitari? Per la verità c’è anche chi nutre qualche dubbio. Per esempio: Bertiger e i suoi colleghi hanno iniziato a immaginare Iridium quando la telefonia mobile era appena una neonata. Poco più di dieci anni fa si pensava che i telefonini cellulari si sarebbero sviluppati soprattutto nelle città.

Previsioni clamorosamente smentite: oggi i cellulari coprono comunque una buona percentuale del pianeta, garantiscono comunicazioni facili e veloci a 240 milioni di persone e permettono di fare e ricevere telefonate da un paese all’altro. Insomma c’è chi sostiene che le reti satellitari nascono già vecchie.

Forse per questo Globalstar, concorrente principale di Iridium, ha scelto una strategia un po’ diversa. Anziché sostituire la rete Gsm attuale, i 48 satelliti di Globalstar puntano piuttosto ad affiancarla. Dove la rete Gsm oggi è sorda e muta, ecco che domani arriverà il satellite.

Ma c’è ancora un punto che rende queste imprese interessanti e a loro modo rivoluzionarie. Sia Iridium che Globalstar sono iniziative private e sopravviveranno solo se, dopo aver risucchiato miliardi di dollari di investimenti, si trasformeranno in business redditizi.

Lo Shuttle in fase di lancioFinora le attività nello spazio erano così care che in pratica solo alcuni governi potevano impegnarvisi seriamente. Tutti i satelliti, anche quelli commerciali, erano pezzi unici, servivano anni per costruirli, ed erano costosissimi sia da lanciare che da mantenere. Iridium e Globalstar hanno dovuto abbattere queste spese.

La soluzione? La stessa che adottò Henry Ford quasi unIl primo stabilimento di produzione della Ford secolo fa con le automobili: i satelliti si costruiscono in serie. Devono essere economici, piccoli e leggeri in modo da lanciarne molti con un razzo solo.

Una Alenia Aerospaziodi queste catene di montaggio del terzo millennio è proprio alle porte di Roma. E’ il Centro piccoli satelliti della Alenia, la fabbrica super-tecnologica dove sono nati i satteliti Globalstar.

Va sottolineato che nel consorzio Globalstar sono presenti anche alcune aziende italiane tra cui la Telital che dopo aver fabbricato telefoni Gsm sarà presente sul mercato anche con i telefoni satellitari.

 

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