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Futuro - Servizio del 04/11/98

Tecnologie emergenti
Il futuro prossimo e i Future Studies

di Fabio Cleto

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Jini e Millenium
di Michele Alberico


George Washington UniversityUno specifico settore di studi, quello dei “Futures Studies” o “futurologia”, si interessa del "futuro prossimo". Con il termine “Futures Studies” si descrive un variegato insieme di pratiche multidisciplinari (tra le quali l’analisi sociologica, la psicologia, la demografia, l’economia) che si propone di studiare metodi per rendere indagabile e prevedibile il futuro prossimo e remoto.

Oltre a essere, soprattutto negli Stati Uniti, una vera e propria disciplina accademica, questo insieme di pratiche disegna, per conto di enti governativi o grandi aziende, gli scenari futuri di sviluppo probabile, oppure di sviluppo possibile, oppure ancora di sviluppo preferibile, di uno stato di cose nel presente.

George Washington ForecastWilliam Halal dirige il George Washington University Forecast of Emerging Technologies. La cosiddetta Previsione sulle Nuove Tecnologie da lui preparata presso la George Washington University è un progetto che a partire dal 1988 coordina le previsioni di cinquanta esperti nelle varie aree di sviluppo tecnologico e che, in base a un confronto fra queste previsioni, offre un rapporto biennale su quali siano le aree di innovazione tecnologica che probabilmente troveranno una diffusione di rilievo nei prossimi vent’anni. All'interno di questo progetto è stato sviluppato un sito Web, al momento ancora in fase sperimentale, che consente a chiunque di accedere al rapporto e di offrire suggerimenti o possibilità d'analisi differenti, e che può essere raggiunto all'indirizzo Internet.

La ricerca della George Washington University non si interessa degli scenari possibili o preferibili ma solo di quelli probabili; all’interno del solo settore tecnologico, Halal sceglie come quadro temporale della propria indagine sul futuro probabile i prossimi vent’anni: una previsione a brevissimo termine, diciamo per i prossimi tre-cinque anni, è abbastanza scontata, tanto da rientrare più nelle indagini di mercato che in un’analisi del futuro, mentre le previsioni a lungo termine, oltre i 25 anni, sembrano soggette a un maggior impressionismo. E' proprio in ragione di queste premesse, che il rapporto non offre previsioni sconvolgenti. L’obiettivo primario è definire i tempi di diffusione alla gran parte della popolazione di tecnologie che sono già oggi prefigurate come oggetti di ricerca o come scoperte recentissime e che, in quanto tali, sono apparse nelle riviste di divulgazione scientifica, che hanno riscosso l’attenzione dei mass media o che sono state promosse dalle aziende produttrici spesso come strumento pubblicitario. Niente di sorprendente nei prossimi vent’anni, dunque? Beh, non proprio.

2001 Odissea nello spazio

Vi ricordate la fantascienza degli anni '70, e gli innumerevoli film sui viaggi interspaziali che prospettavano il nuovo millennio in chiave di vita extraterreste? Nella famosa scena di "2001 Odissea nello spazio" di Kubrick, il lancio di un oggetto da parte di un primate diventa una metafora della nascita della tecnologia e della possibilità di esplorare mondi completamente diversi dal nostro. Ebbene, in base al rapporto di William Halal, abbandonate, almeno per un po’, l’idea della colonizzazione dello spazio. Le tecnologie che segneranno il primo scorcio del duemila saranno infatti molto più vicine a noi e, anzi, coinvolgeranno direttamente le nostre relazioni quotidiane, l’esplorazione e la manipolazione del nostro corpo, delle nostre strutture cognitive e sensoriali. La navicella di Kubrick fa ritorno, per così dire, “a casa” e la tecnologia riguarda non l’Altro ma noi stessi e quella mano che scaglia l’oggetto.

Le tecnologie di maggior impatto che sono state isolate dal più recente rapporto della George Washington University si condensano in tre aree, che trovano un minimo comune denominatore proprio nell’organizzarsi attorno alla nostra quotidianità: Information Technology, Biotecnologie e Tecnologie di Trasporto.

William HalalNon è necessario enfatizzare il ruolo della Information Technology quale fattore di cambiamento prossimo venturo, dato che si è assistito a una esplosione di attenzione da parte, oltre che degli utenti, dei mass media nei confronti ad esempio di Internet. In effetti, al di là della retorica su Internet che ne fa il motore di ogni possibile sviluppo, la tecnologia dell’informazione sembra destinata a mobilitare una mole di investimenti, di ricerca e, dunque, di risultati e di cambiamento, senza precedenti, come spiega proprio William Halal: “entro dieci anni o forse meno, le nazioni sviluppate come Stati Uniti, Giappone e gli Stati europei, dovrebbero avere la possibilità di condurre praticamente ogni interazione in via elettronica. Dovremmo essere in grado, attraverso Internet e altri sistemi, di fare la spesa regolarmente, di lavorare e studiare a distanza e di condurre attività particolari come prender parte a una cerimonia religiosa”.

Tutto ciò pone la nostra vita in una prospettiva affascinante e anche funzionale per certi aspetti; ma non si corre proprio nessun rischio di ritrovarsi poi, connessi sì, ma isolati ognuno nella propria "solitudine telematica" tre le pareti domestiche o in ufficio?

Lo scenario che ci si prospetta si disegna ovviamente a partire dal presente di Internet, oltre che dei sistemi satellitari di comunicazione in via di sviluppo. Nei prossimi dieci anni i Paesi industrializzati dovrebbero verosimilmente adottare un comune sistema digitale e avranno tutti accesso a una autostrada dell’informazione. Attraverso un supporto informatico sarà non solo possibile ma comune studiare, assistere a una conferenza, condurre operazioni bancarie, acquistare prodotti e lavorare. Entro il 2020 si prevede che l’80% degli acquisti negli Stati Uniti sarà effettuato in via elettronica, da casa e che da casa “telelavorerà”, se non altro in parte, l’80% dei lavoratori; parallelamente, la robotizzazione del lavoro produrrà un crollo del lavoro operaio al 10%: all’uomo sarà richiesto in definitiva solo un intervento altamente qualificato, di gestione delle macchine.

Queste applicazioni ci dicono che la Information Technology non si esaurisce con Internet, la quale a breve sarà considerata solo la progenitrice di un sistema integrato di telecomunicazione. La Information Technology è a sua volta suddivisa in quattro campi: 1) computer hardware, 2) computer software, 3) comunicazioni, ossia le tecnologie e le infrastrutture che consentono di comunicare in via digitale 4) information services, i servizi quali l’accesso a forme di intrattenimento personalizzate e on-demand, le teleconferenze, il commercio elettronico e lo studio a distanza. In tutti questi campi assisteremo a una notevole espansione, sulla scorta di una varietà di fattori, fra cui ad esempio l’incremento esponenziale di potenza dei computer, che è nell’ordine del 100% ogni 18-24 mesi e la progressiva miniaturizzazione dei componenti (con la nanotecnologia).

occhiali digitaliSarà proprio la minaturizzazione dei componenti, di pari passo con lo sviluppo dei sistemi integrati di comunicazione, che diffonderà le nuove tecnologie nel quotidiano. Entro una decina d’anni, si prevede infatti una presenza capillare dei “personal digital assistants”, microcomputer palmari in grado di operare come segretari personali nella gestione della nostra giornata. Il computer stesso, oltre a diventare il centro multimediale della nostra abitazione entro il 2006, allargherà nel 2007 il proprio spettro di linguaggi e si avvicinerà all’utente comune, interagendo in modo vocale, grafico e visivo. Si potrà dialogare con il computer senza tastiera e mouse, scrivendo a mano, parlando e muovendo il corpo come facciamo nella normale comunicazione interpersonale. Entro la fine del primo decennio i processori miniaturizzati saranno incorporati negli abiti e negli oggetti che circondano la nostra vita quotidiana. Ad esempio, è stato annunciato che la Sony metterà in commercio a breve un monitor per computer di nome Pc Glasstron da indossare sotto forma di occhiali. Entro il 2009 la nanotecnologia consentirà di installare lo hardware nelle stanghette e sarà possibile rendere gli occhiali dei veri e propri sistemi di comunicazione che visualizzano l’interlocutore sullo schermo all’interno della lente e che stabiliranno attraverso comando vocale il collegamento

Jini e Millennium Questi sono solo alcuni esempi di tecnologia dell’informazione che, attraverso la sua estesa diffusione, risulterà sempre più acquisita nel nostro vivere quotidiano e che dilaterà enormemente le nostre capacità di condivisione dell’informazione in tempi infinitamente più rapidi rispetto a oggi. Nello scenario di telecomunicazione integrata che è attualmente in corso di sviluppo, è interessante rivolgere lo sguardo al confronto fra “Jini” e “Millennium” (argomento approfondito nella navigazione di oggi) due sistemi creati per fornire le basi di un nuovo network planetario che colleghi qualsiasi oggetto elettronico dotato di un chip, dal frullatore al più grande dei mainframe.

Le proiezioni sul futuro prossimo enfatizzano il ruolo della Information Technology. Ma come suggerisce il rapporto di Halal, può essere utile inserire quella che viene indicata come Information Revolution all’interno di una più ampia e radicale Technology Revolution, una rivoluzione tecnologica che sembra destinata a segnare la nostra esistenza individuale e collettiva.

 

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