Vi abbiamo gia parlato di Iridium
e Globalstar, le reti di satelliti che permettono di telefonare in qualunque angolo
della Terra.
Oggi vogliamo tornare sullargomento satelliti. Questa volta però per parlarvi di
satelliti che non trasmetteranno solo le conversazioni telefoniche, ma grazie ai quali
dovrebbe essere possibile scambiare messaggi di posta
elettronica o navigare tra le pagine del Web
anche dai luoghi più remoti del pianeta.
Per alcuni di noi, ormai, collegarsi a Internet è diventata
unabitudine quotidiana quanto fare una telefonata. Ma se ci troviamo in un deserto,
oppure a bordo di un aereo, ecco che il ciberspazio
diventa irraggiungibile.
Perché se è vero
che il ciberspazio
è fatto soprattutto di bit, privi di peso e facili da trasportare, è anche vero che
finora essi hanno viaggiato soprattutto attraverso una ragnatela di cavi e fibre che
ricopre sì i continenti, ma non può arrivare ovunque.
I futuri satelliti per le comunicazioni multimediali dovrebbero tagliare
questa sorta di guinzaglio che ha legato i bit, per portare i loro messaggi praticamente
ovunque e con una spesa contenuta. E, soprattutto, e prevista la ricezione anche da postazioni mobili.
Dopo i telefoni, anche Internet
si appresta dunque a traslocare, per così dire, sui satelliti. E sono parecchie le
imprese che stanno investendo in vista di questo trasloco. Nella navigazione in Internet ne conosceremo
qualcuna più da vicino.
Anche le industrie italiane, con lAlenia Aerospazio in testa, partecipano a
questa avventura. EuroSkyWay sarà un sistema di cinque satelliti
in orbita geostazionaria, che entreranno in servizio nel 2001. Nella prima fase del
network e prevista la garanzia di servizi multimediali velocissimi a tutta
lEuropa e al bacino del Mediterraneo. E in seguito le regioni coperte si dovrebbero
espandere agli Stati Uniti, al Sud America e allAsia.
Per sperimentare le tecnologie necessarie a realizzare un sistema come EuroSkyWay, e soprattutto per mostrare le
sue potenzialità, già da qualche anno lAlenia
Aerospazio ha avviato diversi progetti-pilota. Alcuni di questi, oltre a una funzione
sperimentale, hanno avuto, diciamo così, anche un ruolo operativo. Come Shared, per esempio. Cioè la prima
rete europea di telemedicina via satellite.
Shared sta per Satellite
health access for remote environment demonstrator, ovvero Satellite per la diagnosi
medica a distanza, è nato nel 1996 come supporto alla missione di pace dellEsercito italiano in Bosnia. Lospedale da
campo italiano e il Policlinico di Sarajevo erano collegati con centri specialistici in
Italia. Durante la missione Shared ha
permesso di intervenire su 265 civili, 55 militari e ha consentito di effettuare due
operazioni chirurgiche assistite a distanza, per un totale di 600 ore di telemedicina, con
il coinvolgimento di 66 medici, tra civili e militari.
Ce ne parla in videoconferenza ling. Giuseppe Viriglio, responsabile
della Divisione spazio di Alenia Aerospazio, "Noi allepoca del
programma dimostrativo di Euroskyway
avevamo dato inizio ad un programma sperimentale che usava di fatto 2 satelliti, uno
dellEutelsat e uno nostro, Italsat, che operano rispettivamente in banda Ku e in
banda Ka (quindi utilizzano parzialmente le grandi capacita che sono fornite dalla
trasmissione in 20/30 GigaHertz). Nel 96, quando cerano appunto le truppe
italiane in Bosnia, noi stavamo sperimentando la possibilità di trasferire informazioni
utilizzando questi 2 satelliti. A quellepoca stavamo anche discutendo con il San
Raffaele di Milano, la possibilità di connettere centri mobili o remoti, attraverso un
centro pilota che potesse servire da supporto. Così è nata lidea di dare
allospedale militare che era a Sarajevo il collegamento con il Celio di Roma, come
ospedale principale, e con il San Raffaele come ospedale secondario, per permettere sia il
supporto durante la diagnosi, sia il supporto durante le attività operative".
Lattività di Shared non si è
conclusa in Bosnia, ma prosegue ancora oggi con oltre una decina di ospedali collegati
dallItalia, dalla Romania e dallAlbania.
Levoluzione della Rete prevede infatti la realizzazione di un Centro Servizi attivo
24 ore al giorno per la gestione dei teleconsulti specialistici e per il pronto intervento
in situazioni di emergenza.
"Il progetto Shared",
prosegue il professor Viriglio, "ha lasciato a Sarajevo un presidio fisso. Noi
oggi siamo collegati con lospedale di Sarajevo con cui abbiamo fatto migliaia di ore
di telemedicina, sia nel campo della diagnostica, dellassistenza, che del training
alle nuove troupe chirurgiche, tanto è vero che poco tempo fa cè stata una prima
operazione compiuta da un gruppo di chirurghi interamente addestrato dal San Raffaele di
Milano. E noi oggi abbiamo un collegamento con 12 ospedali essenzialmente nellarea
del centro Europa (fra cui ospedali rumeni per la cura e per seguire i bambini malati di
Aids il collegamento esiste tra gli ospedali rumeni e il Bambin Gesu di
Roma).Intendiamo allargarci a tutta larea del Mediterraneo, fino ad avere una
cinquantina di ospedali collegati".
Ma torniamo a EuroSkyWay e ai progetti avviati per
realizzarlo. Particolarmente interessante è Abate, un sistema studiato
per fornire servizi multimediali agli aerei di linea. Si stima che entro il 2005 il giro
daffari sarà attorno ai cinque mila miliardi di lire. Le compagnie aeree più
importanti accarezzano lidea di trasportare i propri passeggeri su un seggiolino che
non sarà più solo una poltrona, ma alloccorrenza anche un ufficio super attrezzato
da cui poter navigare il Web,
sbrigare la propria corrispondenza, oppure un comodo divano da cui godersi il proprio
programma Tv preferito. Costruire un super-seggiolino di questo genere costa circa 2500
dollari. Parecchi, se si considera che ogni aereo ne dovrebbe avere diverse decine, se non
centinaia. E stato, pero, calcolato che per rendere linvestimento
redditizio bastera che il 20% dei passeggeri sia disposto a pagare un dollaro in
piu per ogni biglietto.
Abate
è un sistema di collegamento multimediale via satellite terra-aereo di Alenia Aerospazio, ha mostrato un assaggio delle sue
potenzialità l11 settembre 1998 a bordo di un piccolo aereo tedesco, un Dornier
Calm 228, decollato dallaereoporto di Roma-Urbe.
Il
progetto, del valore di oltre 30 miliardi di lire, si basa sullimpiego di una banda
di frequenza di 20/30 Ghz per stabilire collegamenti veloci con terminali di piccole
dimensioni, utilizzando in questa fase sperimentale il satellite Italsat. Sono stati già
testati alcuni servizi multimediali che dovrebbero rendere il trasporto aereo più sicuro,
efficiente ed anche più confortevole per il viaggiatore.
Si va dallUfficio Mobile, che permette di collegarsi con il proprio
luogo di lavoro mediante tele o video-conferenza (e di ricevere o spedire qualsiasi
documento), allintrattenimento via Internet per navigare o fare acquisti in Rete, ma
anche per visionare film o programmi
televisivi. Per chi avesse problemi di salute durante il volo, o avesse comunque bisogno
di assistenza medica costante, esiste la possibilità di consulto, analisi e soccorso
tramite il servizio di telemedicina.I nuovi aerei saranno dotati di ecografo, di un
misuratore di parametri vitali, di una telecamera per visualizzare il paziente e una sonda
per macroscopie.
Il sistema Abate potrebbe
inoltre fornire un valido supporto alla navigazione, con la ricezione di notizie utili per
il pilota, quali mappe o informazioni metereologiche, ma anche attraverso linvio a
terra di dati sullandamento del volo e sulle condizioni del veicolo.
Naturalmente, un sistema come questo può funzionare altrettanto bene su una nave o su
un mezzo di trasporto terrestre. Quello che vedete e un prototipo sperimentale del
sistema Secoms, collegamento
multimediale via satellite su veicoli mobili: un furgone attrezzato come tele-ambulatorio
mobile da utilizzare in caso di calamità naturali, o in luoghi particolarmente affollati.
Una delle ipotesi è proprio di utilizzare veicoli di questo genere durante il Giubileo a
Roma. |
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