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Ciberculture - Servizio del 24/11/98 

Tra scienza e fantascienza

di Gomma

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Science fiction e nanotecnologie
di Elena Capparelli


La copertina di numero di Amazing StoriesOggi parleremo della relazione tra scienza e letteratura di fantascienza, un legame diventato cosi’ stretto da far sovrapporre i due elementi e da creare interessanti - e talvolta inquietanti – convergenze.Ma prima di soffermarci sulla scena attuale facciamo un salto indietro e vediamo brevemente come è nata e cosa ha rappresentato la letteratura di fantascienza.

Tra le diverse correnti della narrativa popolare la fantascienza è quella che ha più dedicato attenzione al concetto di futuro, attraverso la descrizione di tecnologie immaginarie o verosimili. "Amazing Stories" e’ stata la prima rivista di fantascienza. Fu fondata negli Stati Uniti nel 1926 da Hugo Gernsback, ed ebbe il H.G. Wellsmerito di dare un’area di riferimento a capolavori come quelli di Giulio Verne o di H. G. Wells, e a tanti altri che sognavano di macchine straordinarie e delle loro implicazioni sociali.

Ma sentiamo cosa ha da dirci in proposito Alberto Abruzzese, docente di sociologia all’Università "La Sapienza" di Roma:

"Molte grandi idee, che hanno percorso il pensiero filosofico in questi ultimi anni, nel passaggio dalla modernità alla post-modernità, si devono agli scrittori di fantascienza. Gli scrittori di fantascienza, che hanno le radici, del resto, nell’Ottocento e potremmo andare anche più indietro, che cosa hanno sperimentato? Hanno sperimentato lo sforzo di immaginarsi un contesto diverso da quello presente e provare a pensare, rispetto a quel contesto diverso, a una determinata innovazione tecnologica, a immaginarsi come la società poteva funzionare. La radice della fantascienza, che è ottocentesca, che quindi è nel grande sviluppo dell’industria, della civiltà industriale, via via ha spinto sempre più avanti la fantasia proiettiva dell’uomo moderno e della cultura metropolitana e, quindi, in qualche modo, ha anticipato la dimensione in cui stiamo entrando davvero oggi, che è questo transito dalle comunicazioni di massa, che hanno costruito il territorio della vita sociale, in questi ultimi cinquant’anni, e, invece l’ingresso nelle reti, in una forma di comunicazione, che sfonda lo schermo del grande e del piccolo televisore e costituisce un territorio del tutto nuovo".

"Un territorio del tutto nuovo", dice il professor Abruzzese. Un territorio nuovo in virtù di un nuovo scenario tecnologico, quello della connessione, delle reti. Il tentativo costante di questo tipo di letteratura - di anticipare il futuro e in particolar modo il futuro tecnologico - oggi si intreccia con una realtà diversa, quella di una tecnologia reale avanzata al punto tale da anticipare l’immaginario fantascientifico. Quindi non abbiamo più una più fantascienza che anticipa di decenni la scienza ma ci troviamo di fronte ad una sorta di corto circuito tra scienza e fantascienza.

Cercheremo di indagare questo cortocircuito individuando alcune linee di tendenza, alcune possibili aree di sviluppo del rapporto tra scienza e fantascienza: la nanotecnologia, il postbiologico, il misticismo tecnologico. Non sarà un analisi completa, ma uno sguardo che sorvoli settori che chiaramente meriterebbero ognuno una trattazione più ampia. Ma cominciamo col primo: la nanotecnologia.

Eric DrexlerFondatore della nanotecnologia è lo scienzato Eric Drexler, che ha ipotizzato la creazione delle nanomacchine, una sorta di apparecchi microscopici così precisi da permettere di riprodurre le potenzialità delle cellule viventi.

Vediamo a proposito di fantascienza e nanotecnologia cosa c’e’ in Rete. Come abbiamo visto il dibattito sulla nanotecnologia è acceso. E proprio questo testimonia quel cortocircuito tra scienza e fantascienza che stiamo cercando di indagare. Ma passiamo ora al secondo punto della nostra indagine: il postbiologico.Hans Moravec

Un teorico dell’intelligenza artificiale come Hans Moravec ci assicura che siamo sul punto di entrare in un universo che lui definisce appunto "postbiologico". "E’ un universo in cui le forme di vita robotica capaci di pensare e riprodursi in maniera indipendente matureranno fino a diventare entità complesse quanto noi".

Presto, a quel che dice, trasferiremo i nostri spiriti in memorie di computer e ci sbarazzeremo completamente della nostra debole carne.

Abbiamo parlato di postbiologico. Adesso passiamo a vedere la terza linea di riflessione della nostra indagine sul rapporto tra Navigazionescienza e fantascienza: il misticismo tecnologico.

The Robotics InstituteLe meditazioni di scienziati, scrittori di fantascienza e futurologi sembrano sempre più convergere verso un misticismo tecnologico di stampo millenarista.

Moravec predice la creazione di intelligenze meccaniche di livello umano entro il 2010, e sostiene che questo sviluppo servirà far crescere vertiginosamente l'evoluzione dei robot, conducendo alla fine a un universo sorvegliato da macchine quasi divine.

Sulla stessa falsariga, il matematico e scrittore di fantascienzaLa copertina di un libro di Vernor Vinge Vernor Vinge sostiene che l'evoluzione cibernetica produrrà "un’intelligenza superiore a quella umana" tra il 2005 e il 2030.

L’inevitabile risultato, afferma Vinge, sarà l'ascesa di una postumanità superevoluta e tecnologicamente potenziata.

Il fisico Frank J. Tipler si spinge ancora più oltre nel tentativo di riconciliare la fisica e la metafisica offrendo niente di meno che "una teoria fisica verificabile per la nascita di un dio onnipresente, onnisciente e onnipotente". Abbiamo visto tre linee di sviluppo di quello che abbiamo voluto identificare come una sorta di misticismo tecnologico.

Frank J. TiplerAlla fine resta una domanda: scienza e fantascienza, quale delle due è un presagio dell'altra? La risposta oggi è quanto mai incerta, perché entrambe volano molto alto.

In realtà l’unica riflessione possibile è che sia le invenzioni scientifiche che l'immaginazione fantascientifica sono uno specchio della complessità sociale, talvolta sono consolatorie, altre volte critiche.

In uno scenario meno oscuro, sebbene proiettato in futuro che sa molto di letteratura, è collocata l'esperienza di Jean Marc Philippe e del suo Keo, che pone al centro dell'azione non più una dimensione mistica, ma di nuovo la comunicazione tra esseri umani... anche se questi ultimi non saranno necessariamente terrestri.

 

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