Oggi parleremo della relazione tra scienza e letteratura di fantascienza,
un legame diventato cosi stretto da far sovrapporre i due elementi e da creare
interessanti - e talvolta inquietanti convergenze.Ma prima di soffermarci sulla
scena attuale facciamo un salto indietro e vediamo brevemente come è nata e cosa ha
rappresentato la letteratura di fantascienza.
Tra le diverse correnti della narrativa popolare la fantascienza è quella
che ha più dedicato attenzione al concetto di futuro, attraverso la descrizione di
tecnologie immaginarie o verosimili. "Amazing Stories" e stata
la prima rivista di fantascienza. Fu fondata negli Stati Uniti nel 1926 da Hugo Gernsback, ed ebbe il merito di dare unarea di riferimento a
capolavori come quelli di Giulio Verne
o di H. G. Wells, e a
tanti altri che sognavano di macchine straordinarie e delle loro implicazioni sociali.
Ma sentiamo cosa ha da dirci in proposito Alberto Abruzzese, docente di
sociologia allUniversità "La Sapienza" di Roma:
"Molte grandi idee, che hanno percorso il pensiero filosofico in questi ultimi
anni, nel passaggio dalla modernità alla post-modernità, si devono agli scrittori di
fantascienza. Gli scrittori di fantascienza, che hanno le radici, del resto,
nellOttocento e potremmo andare anche più indietro, che cosa hanno sperimentato?
Hanno sperimentato lo sforzo di immaginarsi un contesto diverso da quello presente e
provare a pensare, rispetto a quel contesto diverso, a una determinata innovazione
tecnologica, a immaginarsi come la società poteva funzionare. La radice della
fantascienza, che è ottocentesca, che quindi è nel grande sviluppo dellindustria,
della civiltà industriale, via via ha spinto sempre più avanti la fantasia proiettiva
delluomo moderno e della cultura metropolitana e, quindi, in qualche modo, ha
anticipato la dimensione in cui stiamo entrando davvero oggi, che è questo transito dalle
comunicazioni di massa, che hanno costruito il territorio della vita sociale, in questi
ultimi cinquantanni, e, invece lingresso nelle reti, in una forma di
comunicazione, che sfonda lo schermo del grande e del piccolo televisore e costituisce un
territorio del tutto nuovo".
"Un territorio del tutto nuovo", dice il professor Abruzzese. Un
territorio nuovo in virtù di un nuovo scenario tecnologico, quello della connessione,
delle reti. Il tentativo costante di questo tipo di letteratura - di anticipare il futuro
e in particolar modo il futuro tecnologico - oggi si intreccia con una realtà diversa,
quella di una tecnologia reale avanzata al punto tale da anticipare limmaginario
fantascientifico. Quindi non abbiamo più una più fantascienza che anticipa di decenni la
scienza ma ci troviamo di fronte ad una sorta di corto circuito tra scienza e
fantascienza.
Cercheremo di indagare questo cortocircuito individuando alcune linee di
tendenza, alcune possibili aree di sviluppo del rapporto tra scienza e fantascienza: la nanotecnologia, il postbiologico, il misticismo tecnologico. Non sarà un analisi
completa, ma uno sguardo che sorvoli settori che chiaramente meriterebbero ognuno una
trattazione più ampia. Ma cominciamo col primo: la nanotecnologia.
Fondatore della nanotecnologia è lo scienzato Eric Drexler, che ha ipotizzato la
creazione delle nanomacchine, una sorta di apparecchi microscopici così precisi da
permettere di riprodurre le potenzialità delle cellule viventi.
Vediamo a proposito di fantascienza e nanotecnologia cosa ce
in Rete. Come abbiamo visto il dibattito sulla nanotecnologia è acceso. E proprio
questo testimonia quel cortocircuito tra scienza e fantascienza che stiamo cercando di
indagare. Ma passiamo ora al secondo punto della nostra indagine: il postbiologico.
Un teorico dellintelligenza artificiale come Hans Moravec ci assicura che siamo sul punto di
entrare in un universo che lui definisce appunto "postbiologico". "E
un universo in cui le forme di vita robotica capaci di pensare e riprodursi in maniera
indipendente matureranno fino a diventare entità complesse quanto noi".
Presto, a quel che dice, trasferiremo i nostri spiriti in memorie di computer e ci
sbarazzeremo completamente della nostra debole carne.
Abbiamo parlato di postbiologico.
Adesso passiamo a vedere la terza linea di riflessione della nostra indagine sul rapporto
tra scienza e fantascienza: il misticismo tecnologico.
Le meditazioni di scienziati,
scrittori di fantascienza e futurologi sembrano sempre più convergere verso un misticismo
tecnologico di stampo millenarista.
Moravec predice la creazione di
intelligenze meccaniche di livello umano entro il 2010, e sostiene che questo sviluppo
servirà far crescere vertiginosamente l'evoluzione dei robot, conducendo alla fine a un
universo sorvegliato da macchine quasi divine.
Sulla stessa falsariga, il matematico e scrittore di fantascienza Vernor Vinge sostiene che
l'evoluzione cibernetica produrrà "unintelligenza superiore a quella
umana" tra il 2005 e il 2030.
Linevitabile risultato, afferma Vinge, sarà l'ascesa di una
postumanità superevoluta e tecnologicamente potenziata.
Il fisico Frank J.
Tipler si spinge ancora più oltre nel tentativo di riconciliare la fisica e la
metafisica offrendo niente di meno che "una teoria fisica verificabile per la
nascita di un dio onnipresente, onnisciente e onnipotente". Abbiamo visto tre
linee di sviluppo di quello che abbiamo voluto identificare come una sorta di misticismo
tecnologico.
Alla fine resta
una domanda: scienza e fantascienza, quale delle due è un presagio dell'altra? La
risposta oggi è quanto mai incerta, perché entrambe volano molto alto.
In realtà lunica riflessione possibile è che sia le invenzioni
scientifiche che l'immaginazione fantascientifica sono uno specchio della complessità
sociale, talvolta sono consolatorie, altre volte critiche.
In uno scenario meno oscuro, sebbene proiettato in futuro che sa molto di letteratura,
è collocata l'esperienza di Jean Marc Philippe e del suo Keo, che pone al centro
dell'azione non più una dimensione mistica, ma di nuovo la comunicazione tra esseri
umani... anche se questi ultimi non saranno necessariamente terrestri.
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