Il paesaggio fantascientifico descritto nel
libro "Mortal
Remains" di Christopher
Evans, noto autore di science fiction, è popolato di oggetti e manufatti viventi. In
questo futuro non troppo lontano gli uomini hanno a che fare con cose senzienti, dotate di
una propria personalità e predisposte a soddisfare i loro bisogni.
Limmaginario fantascientifico attuale, e quindi anche quello che ritroviamo
nellopera di Evans,
vincitore nel 1993 del British Science Fiction Award con il romanzo Aztec
Century, è sicuramente diverso da quello della letteratura di fantascienza classica.
Non più descrizioni di conquiste dello spazio, astronavi e mondi lontani.
Non più racconti di vita extraterrestre, e viaggi nel tempo. La letteratura
fantascientifica più moderna, oggi, si ispira a utopie scientifiche ben diverse. Che ne
direste, ad esempio, se qualcuno, grazie ad una macchina del tempo vi proiettasse in
avanti di molti anni e vi portasse a visitare un museo?
Si tratta del museo della nanotecnologia, di Charles Platt. Tra i tanti
oggetti esposti, ne troviamo uno progettato e sviluppato nel 2005: si tratta di un chip
realizzato con materiale organico. Per la prima volta, leggiamo nella didascalia, per
conservare dei dati, fu utilizzato a scopi commerciali un composto che ricalcava la
struttura della materia vivente.
Ma a cosa si ispira questo museo? Che cosè la nanotecnologia? Nel sito del Philippe College, una scuola
secondaria australiana, curato da studenti e professori, troviamo molti link e indirizzi
interessanti.
Se andiamo nella home page del Foresight Institute,
possiamo leggere la definizione di nanotecnologia:
si tratta di una tecnica che permette la creazione di oggetti e strutture con precisione
atomica, ovvero letteralmente atomo per atomo. Questo potrebbe permettere di riprodurre le
potenzialità delle cellule viventi.
Il sito del Foresight Institute è, tra laltro, ricco di
materiali, documenti, notizie. Davvero un bel punto di partenza per approfondire
largomento.
E i profeti di questa nuova tecnologia che mira a riformare il mondo sulla base di un
progetto razionale, sono i "transumanisti".
Nel loro sito troviamo informazioni interessanti, che riguardano sia gli aspetti
scientifici che quelli utopistici della nanotecnologia.
Lestensione delle capacità umane, che è uno dei fini della filosofia
transumanista, in questo caso, dipende dal successo del nuovo indirizzo di ricerca
tracciato dalla nanotecnologia.
Non tutti sono daccordo però, sulla scientificità e
soprattutto sulla realizzabilità delle teorie di Drexler, uno dei fondatori di questa
scienza futurista. Larticolo,
che possiamo leggere nel sito della rivista Scientific
American uscì nellAprile del 1996. Il mondo di nanorobot auspicato dai
nanotecnologi, e le possibilità di applicazione specialmente nel campo medico, vi sono
descritti con una certa ironia.
Il Foresight Insitute riporta lintero
dibattito che seguì alla pubblicazione dellarticolo: è curioso notare che
tutto viene descritto come se si trattasse di un incontro di boxe.
Di fronte a questa diatriba, comunque, un interrogativo rimane e cioè capire, in
questo caso, qual è il punto di incontro tra quello che il progresso scientifico promette
e ciò che la fantascienza descrive. |