Off-line del 11 giugno 1998
Introduzione ai nuovi media 10/a.
Lo studio e i nuovi media
di Gino Roncaglia
Sappiamo bene che tra i compiti della scuola è quello di educare al reperimento, alla
valutazione critica, all'elaborazione creativa dell'informazione. E abbiamo visto insieme
come nella società contemporanea una quota crescente di informazione venga convertita o
prodotta direttamente in formato digitale, viaggi attraverso canali nuovi, venga elaborata
utilizzando nuovi strumenti.
Diventa allora essenziale che la scuola abbia la capacità di educare anche all'uso di
informazione in questo formato. Di educare dunque all'uso di tutti gli strumenti che
permettono di gestire e manipolare informazione in formato digitale, in primo luogo il
computer, e di tutti gli strumenti di comunicazione utilizzati per far circolare
informazione in formato digitale, e in primo luogo delle grandi reti telematiche come
Internet.
Un compito che, evidentemente, non va svolto in modo acritico. Non si tratta infatti
soltanto di imparare ad utilizzare determinate tecnologie, ma anche di saperne valutare,
per quanto possibile, le conseguenze culturali e sociali. Il nostro corso vorrebbe fornire
uno strumento - non certo l'unico - per aiutare l'insegnante a rispondere a queste
esigenze.
Ma le nuove tecnologie non rappresentano soltanto un 'argomento di studio' che deve
fare (e in molti casi ha incominciato a fare) il suo ingresso nel mondo della scuola. Le
nuove tecnologie possono fornire anche degli strumenti di studio, entrando nella prassi
quotidiana del dialogo didattico fra insegnante e studente. Anche in questo caso,
tuttavia, bisogna guardarsi dalla pericolosa illusione che una semplice 'riconversione
tecnologica' dell'insegnamento abbia sempre e necessariamente risultati positivi. Al
contrario, occorre capire di volta in volta se e come le nuove tecnologie possano offrire
un effettivo aiuto alla didattica, quali tecnologie sia preferibile usare, e in quale
contesto.
L'ultima trasmissione della nostra serie cerca di affrontare proprio questi problemi.
Via, allora, alla decima lezione di MediaMente scuola, dedicata all'uso delle nuove
tecnologie nella didattica.
Modelli didattici. Il primo problema che occorre discutere nel cercare
di valutare il possibile impatto delle nuove tecnologie sull'insegnamento è quello dei
modelli didattici. In che modo, e in che misura, i modelli tradizionali di dialogo
didattico possono essere modificati dall'uso di strumenti e possibilità nuove?
La lezione frontale. Il modello tradizionale di lezione scolastica, la
lezione per eccellenza, è quella che viene chiamata in genere 'lezione frontale':
l'insegnante parla ai ragazzi, è fisicamente presente in aula, la lezione, e dunque la
trasmissione del contenuto didattico, è tutta affidata alle sue conoscenze, alla sua
capacità di farsi comprendere, di suscitare interesse.
Pensare che le nuove tecnologie propongano un puro abbandono della lezione frontale
sarebbe profondamente sbagliato: in tutti i casi di didattica in presenza, la
comunicazione diretta, interpersonale, fra insegnante e studenti e la capacità
dell'insegnante di coinvolgere i propri studenti nel dialogo didattico restano
fondamentali. E tuttavia indubbiamente le nuove tecnologie allargano il ventaglio di
possibilità che possono essere affiancate alla lezione frontale, o integrate con essa.
L'uso di materiali multimediali, di software didattico, la costruzione e la strutturazione
collaborativa di un contenuto informativo (ad esempio creando ipertesti, magari nella
forma di pagine per Internet), l'integrazione di didattica a distanza e didattica in
presenza, costituiscono altrettanti esempi di situazioni in cui la lezione frontale viene
affiancata da pratiche didattiche di tipo diverso.
Un aspetto interessante di questo cambiamento, al quale assistiamo del resto ormai già
da diversi anni, è che in campo didattico acquista progressivamente sempre più
importanza un tipo di comunicazione che non è puramente verticale, da un singolo
emittente, l'insegnante, a molti destinatari, gli studenti, ma che è piuttosto
comunicazione circolare, nella quale più voci comprese quelle degli studenti -
sono contemporaneamente e attivamente coinvolte. Un buon insegnante sa che già la stessa
lezione frontale, se è fatta bene, non è mai basata su una comunicazione puramente
verticale, dall'alto in basso, ma è comunque una forma di dialogo. Molto spesso, l'uso
delle nuove tecnologie può consentire di accentuare questo aspetto di dialogo proprio
della comunicazione didattica.
(Franco
Torriani) Sulla didattica sono convinto che la multimedialità fornisca delle
possibilità assolutamente impensabili fino a non molti anni fa, perché, per quanto mi
riguarda la didattica deve essere assolutamente basata su dialogo. Il dialogo è un
qualcosa che la multimedialità, lo sappiamo tutti, sarà banale, ma, diciamolo, è un
qualcosa che viene molto accresciuto da questo, diciamo, ambiente e sistema integrato, che
la multimedialità consente. La grossa differenza è che, non facciamoci illusioni, questo
tipo di possibilità, che la multimedialità offre, spiazzano i tutori, spiazzano quindi i
docenti e spiazzano naturalmente gli studenti. C'è un adeguamento che va fatto - credo
sia abbastanza lungo -, ma il modo migliore per farlo è in qualche misura realizzare
subito - o quasi subito - una sorta di didattica applicata, in cui effettivamente si usano
i media. Questo credo sia l'unico sistema, cioè passare attraverso la concretezza
dell'uso dei media.
Torriani suggerisce dunque di passare attraverso la concretezza dell'uso dei media.
Vogliamo provare a vedere insieme qualche esempio?
L'orchestra multimediale. Già questi primi esempi ci suggeriscono che
gli 'strumenti' multimediali che possono essere utilizzati nell'insegnamento sono
moltissimi. Certo, abbiamo visto che il computer ha un ruolo di grande rilievo. Ma la
nuova didattica multimediale non si esaurisce, e non deve esaurirsi, nel solo uso del
computer. Al contrario, il computer può fungere da strumento di raccordo, punto di
convergenza per materiali prodotti e raccolti in forme più tradizionali. Così, la
ricerca di astronomia che abbiamo visto approdare su computer è partita dalla biblioteca;
e i libri fanno parte a pieno titolo di questa vera e propria 'orchestra' multimediale.
Sarebbe del tutto sbagliato accantonare i libri come se si trattasse di strumenti
sorpassati e ormai inutili: al contrario, l'interazione con media diversi può accrescere
la funzione e il ruolo specifico del libro come strumento di studio, approfondimento,
riflessione.
Si possono poi utilizzare giornali, riviste, materiali audio e video, trasmissioni
radiofoniche e televisive. In quest'ultimo caso, è bene tener presente che la televisione
via satellite, e in particolare la televisione digitale via satellite, offre ormai una
programmazione estremamente varia, in molte lingue diverse, che può rivelarsi
didatticamente preziosa. La dotazione di un'antenna parabolica, un ricevitore satellitare
digitale e un videoregistratore - una dotazione specificamente prevista dai progetti
ministeriali - può così permettere con facilità ad ogni scuola di arricchire in maniera
continua ed economica il materiale disponibile presso il proprio laboratorio linguistico e
multimediale.
Infine, le reti telematiche, e in primo luogo Internet, forniscono non solo un medium
ulteriore dalle notevolissime possibilità didattiche, ma anche un ambiente ideale nel
quale integrare e 'pubblicare', con facilità e senza grosse spese, il lavoro svolto
attraverso l'uso di altri strumenti. Anche per questo, sempre più spesso, i progetti di
uso di strumenti multimediali in ambito didattico prevedono anche la realizzazione di
pagine per il Word Wide Web. |
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