Off-line del 18 maggio 1998
Introduzione ai nuovi media 1/a.
Dall'analogico al digitale
di Gino Roncaglia
Società dell'informazione. E' una espressione ormai entrata nell'uso corrente, e
sottolinea l'importanza che le nuove tecnologie dell'informazione hanno assunto negli
ultimi anni. In un certo senso è una espressione fuorviante: ogni società, presente o
passata, è anche una società dell'informazione. Infatti la comunicazione fra le persone,
e cioè lo scambio reciproco di informazione, fa parte dell'essenza stessa di una
struttura sociale.
Ma gli strumenti e le tecnologie usate per produrre, elaborare, scambiare informazione
mutano col tempo. E insieme a loro muta il volto della società.
I mutamenti tecnologici e sociali in questo settore non sono mai stati così rapidi e
radicali come negli ultimi anni. E l'informazione, questo oggetto apparentemente
immateriale, entra ormai nelle nostre vite in forme così varie e diverse, superando
confini geografici e politici, da dare all'espressione società dell'informazione un
significato sicuramente più ricco e complesso di quello che poteva esserle attribuito nel
passato.
Un cittadino di questa società ha quindi bisogno, fra le altre
cose, di conoscenze specifiche sulle nuove tecnologie dell'informazione. Ma queste
conoscenze da sole non bastano: serve anche la capacità di riflettervi sopra.
Sono proprio questi gli argomenti che cercheremo di affrontare insieme in questo corso.
Pronti, allora? Via a MediaMente scuola!
Per prima cosa, vorrei spiegarvi come funziona questo corso. Abbiamo
infatti cercato di fare qualcosa di un po' diverso dalle solite videocassette didattiche.
Abbiamo cercato di realizzare uno strumento davvero multimediale - uno strumento cioè in
cui media diversi e linguaggi diversi, ciascuno con le sue caratteristiche, e con le sue
possibilità specifiche, si integrino in un progetto unitario.
Accanto alle videocassette ci sono così le dispense, queste, in cui
troverete una trattazione più approfondita di una serie di problemi un po' più teorici
ed astratti, che qui potremo solo accennare. Nelle dispense troverete anche bibliografia,
consigli per letture ulteriori
insomma, tutte quelle informazioni che si prestano ad
essere fornite meglio in forma scritta che visiva. Ogni tanto, guardando la videocassetta
vedrete questo simbolo, seguito da un numero di fascicolo e di pagina: si tratta di un
rimando alla relativa dispensa, in cui l'argomento di cui sto parlando è discusso più a
fondo. Ma anche nelle dispense troverete ogni tanto un rimando alle videocassette: in
molti casi, infatti, le immagini valgono mille parole, e possono aiutare a capire meglio
un concetto.
A corredo del corso c'è poi un CD-ROM, che contiene un'intera
biblioteca di interviste coi protagonisti della rivoluzione digitale, ma anche il testo
delle dispense, trasformato in ipertesto - vedremo in seguito cosa questo comporti. Il
tutto collegato a molti materiali e documenti di corredo. Il CD-ROM contiene anche
esercizi, e permette di esplorare direttamente alcuni siti Internet di particolare
interesse. Nelle videocassette e nelle dispense, questo simbolo rimanda a materiali
contenuti nel CD-ROM.
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C'è poi il nostro sito Internet. Anche qui troverete esercizi e materiali a corredo
del corso, con in più le caratteristiche che costituiscono un po' l'essenza della rete.
Quali? La capacità di aggiornamento continuo, e la possibilità di ospitare discussioni,
e dunque interazione diretta, sia tra di voi, cioè fra le diverse classi e scuole che
utilizzano il corso, sia con noi, con molti degli esperti che hanno partecipato al
progetto. Questo simbolo indica il rimando alla rete Internet; sarà in genere
accompagnato da un indirizzo, del quale presto impareremo a comprendere il significato.
Infine, SAT 3, il canale didattico via satellite della RAI, ospita
MediaMente enciclopedia, una trasmissione parallela a questo corso. La videocassetta che
vedete è stata realizzata nel 1998, e come è nella sua natura resterà 'ferma' nel
tempo: man mano, i suoi contenuti invecchieranno. Ma il sito Internet e i programmi del
canale satellitare educativo ci aiuteranno a restare sempre aggiornati. Potranno inoltre
sfruttare i vostri suggerimenti, e perché no, anche i vostri contributi diretti.
Continueremo insomma a costruire questo corso, insieme, anche nei prossimi mesi.
Qual è il nostro punto di partenza? Abbiamo parlato di informazione e di società
dell'informazione: il concetto chiave è evidentemente proprio questo: informazione. In
genere abbiamo un'idea abbastanza vaga di cosa significhi questo termine. Si può cercare
di darne una definizione un po' più esatta?
Il concetto di informazione, dunque, è strettamente legato al concetto di scelta. La
scelta più semplice - e il tipo più semplice di informazione - è quella fra due singole
alternative, due soli stati possibili: una lampadina può essere accesa o spenta, una
porta può essere aperta o chiusa, una determinata proposizione può essere vera o falsa.
Consideriamo ad esempio il caso di una lampadina. Per rappresentare
lo stato di una lampadina, possiamo usare una convenzione semplicissima: uno 0
rappresenterà la lampadina spenta, un 1 la lampadina accesa. Una singola casella,
contenente uno 0 o un 1, basterà a dirci se la lampadina è accesa o spenta.
Questa singola casella, che contiene uno 0 o un 1, ci fornisce una singola 'unità di
informazione', un bit.
Il bit è una unità di misura. Misura il contenuto di informazione. Un bit corrisponde
all'informazione espressa dalla scelta fra due singole alternative, considerate egualmente
probabili.
Naturalmente, in molti casi abbiamo a che fare con scelte che ammettono più di due
possibilità: per fortuna, la realtà non è solo bianca o nera, ma è ricca di sfumature
intermedie. E più aumentano le scelte, più aumentano gli stati possibili, più cresce il
contenuto informativo.
Prendiamo ad esempio un semaforo: gli stati possibili sono più di
due. Potremmo dire ad esempio che un semaforo può essere verde, giallo o rosso, oppure
può essere spento: abbiamo quattro possibilità, e sarebbero ancora di più se volessimo
considerare, ad esempio, il giallo intermittente, o l'evenienza- decisamente pericolosa -
di guasti che facciano accendere insieme la luce verde e quella rossa.
Limitiamoci alle quattro alternative 'verde', 'giallo', 'rosso' e 'spento'. Per
rappresentarle, un solo bit, una sola casellina contenente 0 o 1, non ci basterà più. Ma
con due bit, due caselline, potremmo farcela. La combinazione 1-1 potrebbe ad esempio
rappresentare il semaforo verde, quella 1-0 il semaforo giallo, quella 0-1 il semaforo
rosso, e quella 0-0 il semaforo spento
Digit in inglese vuol dire numero, e bit è l'abbreviazione di binary digit, numero
binario. Come ricorderete dalle lezioni di matematica, il codice binario è proprio quello
che comprende due soli simboli, lo 0 e l'1. Ecco dunque il significato del termine
digitale, del quale oggi tanto si parla. Una informazione è in 'formato digitale' quando
viene espressa attraverso una serie di 0 e di 1.
La codifica che abbiamo appena visto ci permette di esprimere un aspetto della realtà
- e cioè lo stato del semaforo - attraverso dei numeri. In questo caso, siamo passati da
un codice visivo, quello dei colori del semaforo, a un codice numerico.
Come vedremo, molti, moltissimi tipi diversi di informazione si possono esprimere
attraverso queste catene di 0 e di 1. E non dimentichiamo che abbiamo a nostra
disposizione uno strumento - il computer - capace di manipolare le catene di 0 e 1 con
grandissima efficienza e rapidità. Proprio questi due fatti - la capacità di
rappresentare attraverso 0 e 1 informazione di molti tipi diversi, e la capacità di
manipolare questa informazione e trasmetterla con grande rapidità e in maniera automatica
- costituiscono il cuore di quella che è stata chiamata la rivoluzione digitale.
Nel suo libro 'Essere digitali' Nicholas Negroponte, uno dei fondatori del celebre
Medialab del MIT, presenta il processo di progressiva conversione dell'informazione in
formato digitale attraverso una metafora piuttosto efficace, quella del passaggio dagli
atomi ai bit. Sentiamo da lui perché, e quale può essere un esempio di questa metafora.
(Nicholas Negroponte) Quando ho
cominciato il mio libro, ho scoperto che la differenza tra bit e atomi è il modo più
semplice di descrivere il cambiamento. Infatti, capiamo molto ma molto bene il mondo degli
atomi, delle cose, della gente, e roba del genere. E di fatto tutte le nostre leggi sono
costruite attorno agli atomi, anche la legge sui diritti d'autore è costruita attorno
agli atomi. Il mondo dei bit è molto interessante - gli uno e gli zero che costituiscono
il mondo dei bit - perché i bit non hanno peso, non hanno dimensioni, non hanno colore,
viaggiano alla velocità della luce. Ma come esseri umani non possiamo avere esperienza
dei bit; in altre parole, non potrete mai conoscere un bit. I bit devono essere riportati
agli atomi, e gli atomi devono essere riportati ai bit. E così, se vi chiedete che cosa
significhi essere digitale, potete considerare la cosa sia solo in termini di bit sia solo
in termini di atomi. Vi darò un esempio specifico - sto cercando di usare esempi che non
troverete nel libro. Tutti concordano sul fatto che una biblioteca pubblica sia una buona
cosa. E' una cosa buona per la cultura, per la società. Una biblioteca pubblica funziona
perché essa si basa su atomi dovete portare i vostri atomi alla biblioteca. Alcuni di noi
hanno un po' troppi atomi. Allora prendete il libro in prestito. Non è solo un altro
atomo, ma - e questo è così ovvio che non ci pensiamo mai - il guaio è che quando
prendete in prestito un atomo non ci sono atomi rimanenti. Resta uno spazio vuoto. Voi
portate il libro a casa, lo leggete, diciamo in una settimana, lo riportate alla
biblioteca. Magicamente qualcuno lo prende in prestito di nuovo, e lo riporta indietro
dopo una settimana. Così 52 persone avranno letto il libro in un anno. Ora invece
renderò la biblioteca pubblica digitale. Cambierò solo questo muterò gli atomi in bit.
Non dovrò trasportare i miei atomi alla biblioteca. E' una cosa così ovvia, ma non viene
mai detta a scuola è che quando prendete in prestito un bit, c'è sempre un altro bit che
rimane. Così ora 20 milioni di persone possono prendere in prestito questo libro
simultaneamente, senza muoversi di casa, giusto battendo alcuni tasti, e così abbiamo
violato le leggi del copyright... Un giudice diceva che era legale abbattere alberi per
farne polpa, per spargere inchiostro sulla carta, persino usare dei bambini per recapitare
queste carte e gettarle aldilà di una traversa dentro casa vostra.
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