Off-line del 7 maggio 1998
Nuovi media e didattica.
Dalla multimedialità alle reti /2
di Gino Roncaglia
Nel secondo caso, poi, quella che potremmo definire l'apertura verso l'esterno
dell'esperienza multimediale è ancora maggiore: il lavoro condotto dai ragazzi confluisce
verso un nucleo comune - l'ipertesto da inserire in rete - ma parte dall'uso e
dall'integrazione di materiali di origine diversa: pensate al ragazzo che spiegava il suo
lavoro di raccolta delle immagini, e pensate a come questo lavoro l'avrà messo in
contatto con diversi tipi di materiale visivo, di fonti.
In questo caso, il lavoro svolto è fortemente creativo, e studenti e insegnante sono
certo molto più 'liberi' di costruire un percorso attraverso media diversi, di quanto non
accada davanti a un singolo CD-ROM. L'insegnante accorto saprà in questo caso dar prova
anche di un certo eclettismo, saprà accettare il gusto per la sperimentazione e la
curiosità degli allievi, e saprà sfruttarli a fini didattici.
L'uso di strumenti multimediali può dunque avvenire in molti modi diversi, attraverso
molte strade, senza che debba esserci necessariamente un unico percorso giusto. E ci pare
che questa sia proprio l'impostazione del Ministero. Sentiamo, infatti, cosa ci dice a
questo proposito l'ispettore Mario Fierli.
"Abbiamo già capito
che gli 'strumenti' multimediali che possono essere utilizzati nell'insegnamento sono
moltissimi. In primo luogo, naturalmente, c'è il computer: proprio per la sua funzione di
strumento dedicato alla gestione di ogni tipo di informazione in formato digitale, il
computer è un po' al centro di quella convergenza al digitale della quale abbiamo parlato
nella prima puntata. Ma accanto al computer troviamo anche strumenti più tradizionali.
Innanzitutto i libri, che fanno parte a pieno titolo di questa vera e propria 'orchestra'
multimediale. Sarebbe del tutto sbagliato accantonare i libri come se si trattasse di
strumenti sorpassati e ormai inutili: al contrario, l'interazione con media diversi può
accrescere la funzione e il ruolo specifico del libro come strumento di studio,
approfondimento, riflessione.
Poi giornali, riviste, materiali audio e video, trasmissioni
radiofoniche e televisive. In quest'ultimo caso, è bene tener presente che la televisione
via satellite, e in particolare la televisione digitale via satellite, offre ormai una
programmazione estremamente varia, in molte lingue diverse, che può rivelarsi
didatticamente preziosa. L'offerta digitale della RAI ad esempio conta già adesso quattro
canali tematici che trasmettono ventiquattr'ore su ventiquattro - uno dedicato ai bambini
e ai ragazzi, uno dedicato alla cultura e allo spettacolo, uno dedicato all'educazione e
uno, specifico, destinato alle lezioni universitarie del progetto Nettuno.
La dotazione di un'antenna parabolica, un ricevitore satellitare
digitale e un videoregistratore - una dotazione specificamente prevista dai progetti
ministeriali - può così permettere con facilità ad ogni scuola di arricchire in maniera
continua ed economica il materiale disponibile presso il proprio laboratorio linguistico e
multimediale.
E nei prossimi anni si potrà andare anche più avanti: sappiamo infatti
che l'integrazione fra TV e computer sta procedendo a passi velocissimi. Già adesso, con
l'aiuto di una sempolice scheda di digitalizzazione video, è possibile visualizzare ed
acquisire attraverso il computer immagini video e lavorarvi sopra, magari per inserirle
all'interno di una propria 'opera' multimediale.
Infine, le reti telematiche, e in primo luogo Internet, forniscono non
solo un medium ulteriore dalle notevolissime possibilità didattiche, ma anche un ambiente
ideale nel quale integrare e 'pubblicare', con facilità e senza grosse spese, il lavoro
svolto attraverso l'uso di altri strumenti. Anche per questo, sempre più spesso, i
progetti di uso di strumenti multimediali in ambito didattico prevedono anche la
realizzazione di pagine per il Word Wide Web."
Proprio di questo ci parla David Kolb, del Bates College, che ha
promosso alcuni esperimenti estremamente interessanti di uso didattico di Internet. A Kolb
avevamo domandato quali caratteristiche devono avere gli strumenti informatici
utilizzabili per l'insegnamento.
"Servono almeno due qualità. Prima
di tutto una tecnologia affidabile. E bisogna sempre aspettarsi che non funzioni,
purtroppo. E è necessario un software che non sia troppo difficile da imparare. Ci vuole
qualcosa che gli studenti possano imparare velocemente. E d'altra parte qualcosa che possa
stimolare la creatività degli studenti. Ecco perché il web va bene. Una volta che hanno
imparato le basi di come fare una pagina web, possono cominciare a scoprire da soli nuovi
modi di farlo e poi uscire nella rete e riportare molte cose con cui ornare le loro
pagine, è una cosa aperta e incoraggia la creatività. Quindi cercherei l'affidabilità,
la facilità e l'apertura in modo da permettere agli studenti di far emergere la loro
creatività. Il peggior tipo di media è il tipo delle semplici esercitazioni, in cui si
usa il computer semplicemente per far ripetere le cose agli studenti fino
all'esasperazione. Si è provato molto bene che questo non funziona, a meno che non venga
usato come uno strumento per uno stile più aperto e creativo."
Bene, su questi punti dovremo tornare, per vedere concretamente come si fa, ad esempio,
a organizzare in un ambiente scolastico una redazione capace di realizzare un sito
Internet.
Lo faremo nella quinta puntata di questa serie di trasmissioni, dedicata proprio
all'analisi di alcuni casi concreti.
Ma prima di concludere la trasmissione di oggi vorremmo dire due parole, come avevamo
promesso in apertura, su un'altra delle 'parole magiche' che si usano tanto ma che a volte
significano poco: 'interattività'.
Tutta la nostra esperienza nasce dall'interazione con la realtà; da questo punto di
vista, qualunque oggetto e qualunque fenomeno è per noi 'interattivo'. Questo vale, a
maggior ragione, per gli atti di comunicazione, anche quando essi si concretizzano in un
'oggetto comunicativo' dall'apparenza fissa e immutabile. Solo chi non è abituato a
leggere può pensare che un buon libro non sia in qualche senso 'interattivo'; sappiamo
bene che il libro modifica il lettore, e sappiamo anche che, in un senso tutt'altro che
banale, il lettore modifica e addirittura crea il libro che sta leggendo. |
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