Off-line del 6 maggio 1998
Nuovi media e didattica.
Dalla multimedialità alle reti /1
di Gino Roncaglia
E' allora un errore considerare multimediale un CD-ROM? In un certo senso, possiamo
rispondere di sì: si tratta indubbiamente di un medium nuovo, ma si tratta appunto di un
medium, non di molti-media.
D'altro canto, potremmo scegliere di porre l'accento, anziché sul supporto
fisico o sul linguaggio di codifica utilizzato, sul tipo di informazione che viene
convogliata. E certo un CD-ROM può integrare informazioni di tipo diverso,
tradizionalmente collegate a media diversi: testo, suono, immagini, spezzoni video. La
maggior parte delle definizioni, in genere implicite, di multimedialità, utilizzano
evidentemente questo criterio per definire 'multimediale' un CD-ROM.
Ma non corriamo allora il rischio di dover definire 'multimediale' anche una rivista
illustrata, che unisce e integra testo e immagini? Nel caso della rivista illustrata
questa integrazione è ormai divenuta abituale, ha conquistato col tempo le proprie
convenzioni, i propri stilemi specifici. Forse un CD-ROM ci sembra 'multimediale' perché
l'integrazione fra diversi linguaggi, fra diverse convenzioni espressive, è ancora nuova
e imperfetta?
Gli interrogativi, come vedete, si moltiplicano. Proviamo a sentire il parere proprio
da un esperto di usi della multimedialità per la didattica, Roberto Maragliano.
Maragliano, allora, cosa si intende per multimedialità?
"Ma, si intendono diverse cose, e io credo che
bisogna stare attenti a non operare una sorta di corto circuito tra multimedialità e
computer, perché questo sarebbe molto penalizzante. Un corto circuito di questo tipo
sarebbe penalizzante per, diciamo così, l'aspetto culturale. Cioè c'è una
multimedialità che deve essere assolutamente pensata, che deve essere valutata, che deve
essere apprezzata, che ha a che fare con l'incrocio tra i diversi media, tra i diversi
mezzi che veicolano variamente dei messaggi. Se io penso all'edicola trovo, appunto, lì,
una gran quantità di prodotti all' "incrocio", di prodotti "misti",
dove il fascicolo si associa alla videocassetta, il giornale si associa all'audio
cassetta, al "floppy disk", eccetera. Ecco, quella è una multimedialità di
tipo fisico. E' importante - dicevo - pensare questa multimedialità perché bisogna
rendersi conto che lì dentro l'utente non ha dei percorsi definiti d'uso dei vari mezzi.
Non è come avviene dentro un ambiente monomediale, cioè il libro, dove bene o male c'è
un'indicazione di percorso, c'è una struttura di tipo lineare. Lì invece non c'è una
struttura di tipo lineare. L'utente può iniziare da un mezzo, proseguire con un altro,
incrociare elementi dell'uno con elementi dell'altro. Praticamente l'utente sta al centro,
diciamo, delle operazioni di uso, è il regista dell'uso, e questo valuta enormemente
appunto il ruolo dell'utente. Solo se si parte da questa idea più ampia di
multimedialità, entro la quale confluiscono appunto gli incroci tra i diversi linguaggi,
tra i diversi temi, tra i diversi media, ecco, solo se si parte di qui, allora si può
capire cosa potrà essere e che cosa in parte è la multimedialità di tipo elettronico,
quella veicolata dai computer, quella che troviamo nei CD Rom o, talvolta e con qualche
difficoltà, in rete, in Internet. E' appunto un "incrocio": un incrocio tra
diversi linguaggi, tra diversi media in senso culturale. La natura di questo incrocio è
ancora tutta da valutare, ancora tutta da pensare. Noi abbiamo una deformazione di tipo
gutemberghiano, basata appunto sulla nostra formazione libresca, che ci porta a
proiettare, diciamo, quel tipo lì di struttura, quel tipo lì di conoscenza,
nell'ambiente multimediale. E lì sbagliamo. Io credo assolutamente che facciamo dei
grossi, dei grossi errori, perché l'ambiente multimediale, quello, diciamo, di tipo
informatico, va pensato con categorie diverse da quelle tradizionali."
L'intervento di Maragliano ci suggerisce in sostanza di distinguere fra due tipi di
multimedialità: quella che Maragliano chiama 'fisica', e che qui a MediaMente abbiamo in
altre occasioni definito 'centrifuga', legata all'uso contemporaneo e integrato di media
diversi, di supporti diversi, ad es. libro e CD-ROM. E quella 'linguistica', o centripeta,
legata all'uso di linguaggi e codici espressivi diversi all'interno di un unico medium.
Come abbiamo visto, un CD-ROM, in genere considerato il prodotto multimediale per
eccellenza, è multimediale solo in questo secondo senso, mentre dal punto di vista del
supporto è un singolo medium.
Qual è allora
la multimedialità che serve nella scuola? Basta davvero introdurre l'uso del computer
perché la didattica diventi automaticamente multimediale? Noi di MediaMente, con la
collaborazione del Ministero, siamo andati in alcune scuole del progetto Multilab, un
progetto del quale ci occuperemo più ampiamente in una delle prossime puntate, e abbiamo
provato ad individuare due esperienze-campione, una orientata maggiormente verso la
multimedialità centripeta, l'altra verso la multimedialità centrifuga. Vediamo
innanzitutto di cosa si tratta, poi proveremo a confrontare fra loro queste esperienze e a
rifletterci sopra.
Bene, abbiamo visto due esempi un po' diversi - e tutti e due interessanti - di uno
delle nuove tecnologie per la didattica.
Nel primo caso, abbiamo visto l'uso didattico di un CD-ROM. Come abbiamo
visto, il linguaggio espressivo, le modalità di comunicazione utilizzate in un CD-ROM
didattico sembrano funzionare bene allo scopo. Quella che abbiamo chiamato
'multimedialità centripeta', la multimedialità del CD-ROM, può dunque rappresentare
effettivamente un aiuto alla didattica. Ma siamo davvero davanti a una multimedialità
solo centripeta? |
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