INTERVISTA:
Domanda 1
Lei è un uomo di scienza che ha scelto il mondo dellarte. Perché?
Risposta
Ho sempre detto che arrivato a 65 anni avrei dato la chiave dei laboratori ai giovani,
proprio perché giovani o magari perché dotati di capacità eccezionali. Sarebbe toccato
a loro portare avanti la ricerca. Ed effettivamente dopo aver compiuto i 65 anni, quindi
qualche anno fa, ho lasciato la direzione dei laboratori ai miei giovani collaboratori. In
quel momento, dato che non avevo più la responsabilità intellettuale del lavoro di
laboratorio, mi è venuta lidea di utilizzare i computer di cui disponevamo.
Lidea era di impiegare i programmi che servivano a realizzare grafici di carattere
scientifico per creare immagini corrispondenti a qualcosa di artisticamente più definito.
Allinizio il lavoro era una cosa estremamente semplice, sia come programmazione che
come risultato finale, poi con limpiego di nuovi supporti logici e software sempre
più potenti il lavoro si è complicato. Adesso, per lo più, uso in modo sequenziale due
software, uno si chiama Painter 4.0, e poi Adobe Photoshop, per creare
immagini, per dipingere nel senso in cui lo intendo oggi.
Domanda 2
Che rapporto cè fra arte e scienza?
Risposta
E una questione così complessa e difficile da affrontare in questi termini. Anche
agli uomini di scienza più inveterati, se mi si concede lespressione, capita spesso
di parlare di una bella esperienza, di bei risultati, di una bella ipotesi. Esiste dunque
un criterio di eleganza, di bellezza, se vogliamo, in ogni sorta di costruzione dello
spirito, che non è necessariamente lequivalente di forme darte come la musica
o la pittura, ma che corrisponde a strutture e risposte intellettuali proprie del
"nocciolo duro" della scienza, per così dire. In effetti, per tornare alla sua
domanda, per quanto io sia stato tutta la vita uno scienziato, evidentemente ho sempre
provato interesse per larte visiva e pittorica: posseggo una collezione di arte
precolombiana, di arte australiana, della Nuova Guinea, e dipinti darte moderna e
contemporanea. Non si deve per forza vivere interamente allinterno dei concetti
della scienza quando si è uomini di scienza.
Domanda 3
Ma il suo rapportarsi scientificamente alla realtà non dà forse un tono un po
speciale al suo essere artista, legato alla stessa idea del calcolo, della razionalità?
Risposta
Sì, credo di comprendere la sua domanda. Per quel che ho capito posso rispondere in
questo modo: no, niente affatto. Le immagini, la pittura che produco sono essenzialmente
parte di quel movimento chiamato "Abstract Expressionism", lespressionismo
astratto degli anni 60.
La mia formazione scientifica ha avuto un impatto sulla mia espressione artistica nel
momento in cui ho cominciato a concepire lidea di usare i computer per cose diverse
da quelle che facevamo normalmente con la statistica matematica del "Modeling".
Tuttavia per quanto concerne limmagine, le immagini, il mio stile, la mia pittura
non vedo alcuna relazione tra la biologia, la scienza di cui mi occupavo e le immagini che
produco oggi. Il mio stile, in un certo senso, è in sostanza una variante mia personale
di quanto ha prodotto la scuola degli anni Cinquanta-Sessanta, del cosiddetto
"Abstract Expressionism". Sono immagini che sorgono nel mio spirito, che trovo
nella mia anima, ma che non hanno alcuna origine scientifica o biologica corrispondente a
ciò che ho fatto in laboratorio in questi anni.
Domanda 4
In che modo il computer e la tecnologia possono alimentare la creatività di un artista?
Risposta
Questa è unottima domanda! Ed è una delle ragioni per cui mi interessa far
conoscere quello che faccio con il computer, dal punto di vista della pittura. Bisogna
dire che non cè nulla di ciò che si fa al computer che non si possa fare in
studio, senza alcun dubbio. Al contrario, quando il pittore ha creato unimmagine nel
suo studio e la vuole modificare, cambiare, riprodurre, unire a unaltra, apportare
una qualunque modifica, la cosa può richiedere ore, giorni, settimane, mentre con il
computer si possono fare quelle stesse modifiche in pochi secondi, e salvare il risultato
di volta in volta, ossia a ogni fase, sia che si cambino i colori, sia che si cambino
altri elementi, qualunque sia la cosa che si voglia cambiare. Per esempio, due o tre anni
fa cè stata a Parigi una magnifica retrospettiva di Seurat. Con mia grande sorpresa
ho visto una serie completa di piccoli quadri, tanti quadretti di venti centimetri per
quindici fatti da Seurat, raffiguranti la stessa scena della quale il pittore aveva
leggermente cambiato qualche particolare, come i colori, le ombre. Si trattava della
famosa immagine del grande bacile oggi allArt Institute di Chicago. Seurat aveva
realizzato tanti piccoli quadri, forse un centinaio, per ciascuno dei quali avrà
certamente dovuto lavorare ore e ore. Questo è esattamente quello faccio io con le mie
pitture al computer: quando non sono soddisfatto di quel che vedo sullo schermo creo fino
a un centinaio di versioni differenti, ma il punto è che mi ci vogliono pochi secondi per
farlo al computer. Dunque, cè questa grande potenza tecnica della tecnologia
elettronica messa al servizio del pittore, per facilitare la realizzazione di quelle
stesse fasi che il pittore classico realizza in studio.
Domanda 5
Nella sua ricerca artistica lei persegue qualche obiettivo? E impegnato nella
ricerca di qualcosa nel suo lavoro di artista?
Risposta
In tutta onestà e umiltà, direi di no. Quel che cerco di produrre sono immagini che mi
piacciano, che possa far piacere guardare. Non cè un messaggio politico, né un
messaggio strutturale, e neppure un messaggio filosofico in tutta la mia pittura.
Daltra parte, resto sempre sorpreso del modo in cui il mondo esterno risponde a
queste immagini, alla mia pittura, sia su carta che su tela: come sa, ora si possono
"tirare" queste immagini su tela in una maniera straordinaria. La reazione è
sempre diversa, ognuno interpreta queste immagini astratte a modo suo.
Domanda 6
Secondo lei a proposito delle nuove tecnologie e della loro applicazione allarte è
giusto parlare di rinascimento digitale?
Risposta
Certamente. Io spesso dico, in tono scherzoso, che se avessi loccasione di
incontrare Leonardo da Vinci, per il prossimo Natale, so che regalo gli farei: un computer
Macintosh, e gli regalerei anche un deltaplano che corrisponde a una delle sue invenzioni.
Davanti ai miei laboratori, al Salk Institute, cè una scogliera a picco
sulloceano, dove tutti i giorni vedo deltaplani in volo. Così sarebbero due le
cose, una per lui nuova, e laltra corrispondente a una delle sue idee originali,
proprio così.
Domanda 7
Ora, lei crede che la forma artistica realizzabile al computer rifletta appropriatamente
il mondo e la vita di oggi? In altre parole, la nuova forma darte ricercata per
mezzo della tecnologia è una rappresentazione valida del mondo moderno?
Risposta
Non so se sia una rappresentazione valida, ma non vi è dubbio che sia un partecipazione,
un modo di partecipare alla nuova civiltà nella quale gran parte delle nostre
possibilità sono ormai modulate dallelettronica. Credo che la cosa veramente
importante sia, in questo momento, negli Stati Uniti e spero anche qui in Italia, la
possibilità della presenza di computer nelle scuole, fin dalle prime classi, in modo tale
che i bambini possano usare tutta la tecnologia attualmente disponibile e creare le loro
immagini al computer esattamente come faccio io. A questo riguardo ci sono possibilità
tecniche straordinarie che bisogna in verità sviluppare e vedere utilizzate nella vita.
Domanda 8
Che tipo di computer adopera per il suo lavoro artistico?
Risposta
E tutto Macintosh, solo Macintosh e fin dallinizio, per tante ragioni. I
sistemi operativi sono estremamente logici e semplici e tutti i programmi, tutti i
software da me utilizzati, erano destinati originariamente ai sistemi operativi Macintosh,
e ancora oggi preferisco lavorare esclusivamente con i sistemi Macintosh.
Domanda 9
Crede che in futuro il computer sarà lo strumento più importante per creare larte?
Il mezzo che potrà diventare come il pennello di oggi?
Risposta
Non saprei rispondere a questa domanda. Dentro di me non dubito che con i sistemi e i
programmi che adopero attualmente ho a disposizione migliaia di pennelli elettronici,
esattamente come se avessi un barattolo con migliaia di pennelli "tradizionali".
La cosa su cui non ho dubbi nel mio animo è che nellavvenire luso dei
computer per il genere di cose che faccio diventerà sempre più diffuso.
Domanda 10
Lei utilizza le immagini tridimensionali? Che rapporto ha con i colori?
Risposta
Non mi avvicino in nessun modo alla realtà virtuale a cui lei ha accennato. So di cosa si
tratta, ma è una cosa che non pratico affatto. Per quanto riguarda i colori, la questione
è estremamente interessante: la tecnologia attuale ci dà la possibilità di disporre di
tutti i colori che il nostro spirito può desiderare in unimmagine, o un dipinto.
Questo è importante a livello di ciò che si vede sullo schermo del monitor del computer
ma la fase seguente è altrettanto importante, ossia quella delle stampanti. Oggi esistono
stampanti estremamente sofisticate, con le quali i tecnici che conoscono bene il loro
mestiere possono modulare, modificare il colore che viene stampato, e produrre quelle che
si chiamano "prove dartista". Si possono fare prove con le quali
lartista dice: "no, i rossi non sono come li voglio, no gli arancioni non sono
esattamente come li intendo", e i tecnici possono apportare modifiche alla presenza
dellartista, fare delle prove fino a che lautore possa ritenersi soddisfatto.
E esattamente come in un grande laboratorio di litografia tradizionale, nel quale si
svolge il medesimo processo.
E anche per le forme e il disegno si possono fare prove, come dicevo prima, usando una
matita elettronica che può essere insieme un pennello, una matita, una penna, o altre
cose ancora, e la si può modificare. I programmi di oggi assicurano una molteplicità di
approccio praticamente illimitata, così che ciò che lartista vuole e può fare
sulla carta, allo stesso modo lo può fare con la tavoletta elettronica, la matita o il
pennello elettronico.
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